Dal 1° gennaio 2021 comincia il progressivo passaggio obbligatorio dal servizio di maggior tutela al mercato libero dell’elettricitàsoltanto per le piccole imprese, mentre il servizio di maggior tutela proseguirà per famiglie e la generalità delle microimprese fino al 2022.
Dopo ampia consultazione con gli stakeholder, viene introdotto il ‘servizio a tutele graduali’ per le piccole imprese che nel nuovo anno non avranno ancora scelto un venditore del mercato libero. Un servizio per garantire la continuità della fornitura e lasciare il tempo necessario a scegliere l’offerta più adatta alle proprie esigenze.
Il servizio a tutele graduali sarà rivolto alle impresetitolari di punti di prelievo connessi in bassa tensione che rispondono alle caratteristiche di essere una piccola impresa in accordo alla definizione comunitaria (avere tra 10 e 50 dipendenti e un fatturato annuo tra i 2 ed i 10 milioni di euro) o che abbiano un punto di prelievo con potenza contrattualmente impegnata superiore a 15kW.
Per le piccole imprese (e per le sole microimprese con almeno un punto con potenza superiore a 15 kW), quindi, dal 1° gennaio 2021 la modalità principale di fornitura sarà il mercato libero, come previsto dalle direttive europee. Per i clienti domestici e le microimprese con tutti i punti di prelievo con potenza inferiore o uguale a 15 kW, la scadenza è fissata all’anno successivo, gennaio 2022.
Come funziona il nuovo servizio a ‘tutele graduali’
A partire dal 1° gennaio 2021, le piccole imprese e le sole microimprese con almeno un punto con potenza superiore a 15 kW nel mercato tutelato, laddove non abbiano sottoscritto un’offerta del mercato libero passeranno automaticamente e temporaneamente, senza interruzioni della fornitura, nel ‘servizio a tutele graduali’. Nel periodo 1° gennaio 2021 – 30 giugno 2021 l’utenza sarà assegnata in modo transitorio al fornitore della maggiore tutela che già serve il cliente, con condizioni contrattuali coincidenti con quelle delle offerte PLACET già esistenti (contratti a Prezzo Libero A Condizioni Equiparate di Tutela). Il prezzo sarà in questa prima fase analogo a quello del servizio di maggior tutela che, per la parte della spesa per la materia energia, continuerà a riflettere le variazioni del prezzo dell’energia elettrica nel mercato all’ingrosso ma sarà basato sui valori consuntivi del PUN (il prezzo di riferimento dell’energia elettrica in Italia acquistata alla borsa elettrica). Tutte le altre componenti della bolletta continueranno a essere stabilite dall’Autorità.
Gli esercenti la maggior tutela contatteranno i clienti non domestici titolari di punti di prelievo connessi in bassa tensione con potenza inferiore o uguale ai 15 kW per richiedere un’autocertificazione che attesti il possesso dei requisiti dimensionali della microimpresa (cioè un’impresa che occupa meno di 10 persone e realizza un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro).
Dopo il 1° luglio 2021, invece, ci sarà un’assegnazione a regime e il servizio a tutele graduali sarà erogato dagli esercenti selezionati attraverso specifiche procedure concorsuali (ripetute dopo tre anni) a livello di aree territoriali, con le condizioni contrattuali delle offerte PLACET.
Le condizioni economiche relative alla Spesa per la materia energia continueranno ad essere basate sui valori consuntivi del PUN, come nell’assegnazione provvisoria, e a comprendere corrispettivi a copertura degli altri costi di approvvigionamento e commercializzazione, con una parte definita in base agli esiti di aggiudicazione della gara.
In ogni caso, le piccole imprese riceveranno un’informativa dettagliata (da parte del proprio operatore) al momento dell’attivazione del servizio di tutele graduali a regime. Saranno applicate le condizioni stabilite dall’Autorità riguardo a modalità e tempistiche di fatturazione, contenuto dei documenti di fatturazione, garanzie da richiedere al cliente, tempistiche e modalità di pagamento, modalità di rateizzazione e di applicazione degli interessi di mora in caso di mancato pagamento da parte del cliente finale ecc.
Tra le novità introdotte dall’ultimo Dpcm, ce n’è una che riguarda le crociere.
Cancellazioni per Natale e Capodanno
Si tratta della cancellazione dei viaggi per il periodo di Natale e Capodanno. Alla luce di questa decisione, l’associazione Codici richiama l’attenzione di istituzioni e compagnie per evitare brutte sorprese per i consumatori.
Rimborso integrale
“Lo diciamo chiaro e forte – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – i consumatori hanno il diritto di ottenere il rimborso integrale in denaro di quanto versato per le prenotazioni. Vigileremo affinché ciò avvenga, senza intoppi e senza richieste fuorvianti”.
Gli obblighi imposti dal Codice del Turismo
“A scanso di equivoci – aggiunge Stefano Gallotta, Responsabile Trasporti e Turismo di Codici – ricordiamo che la normativa emergenziale che ha previsto, in deroga a quanto disposto dalle direttive UE e dal Codice del Turismo, la possibilità per gli operatori turistici di restituire con i voucher quanto versato dai consumatori senza necessità di accettazione da parte di questi ultimi, si applica ai soli contratti con esecuzione prevista tra l’11 marzo ed il 30 settembre 2020, la cui risoluzione, sia da parte del viaggiatore/passeggero che da parte del fornitore del servizio, sia stata effettuata entro il 31 luglio 2020. Trattandosi di partenze per un periodo successivo a quello previsto da tale normativa, per le cancellazioni per impossibilità sopravvenuta delle crociere di Natale e Capodanno si applica il Codice del Turismo, che prevede l’obbligo per l’organizzatore di offrire al consumatore il rimborso integrale in denaro dei pagamenti effettuati per il pacchetto, senza applicazione di alcuna spesa a qualsiasi titolo”.
Info e assistenza
Chi ha prenotato una crociera per il periodo delle festività natalizie e ha problemi con il rimborso può richiedere l’assistenza dell’associazione Codici.
L’associazione Codici raccoglie segnalazioni per un’azione di classe con cui chiederà il risarcimento di chi ha acquistato un iPhone che non resiste all’acqua, come invece reclamizzato, e non ha ricevuto assistenza in garanzia.
Multa milionaria dell’Antitrust
Due pratiche commerciali scorrette per un totale di 10 milioni di euro. A tanto ammontano le sanzioni inflitte dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ad Apple Distribution International e ad Apple Italia S.r.l. per i messaggi promozionali sulla capacità di resistenza all’acqua di diversi modelli di iPhone e per la mancata assistenza ai consumatori.
Le segnalazioni dei consumatori
“Siamo parte del procedimento – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e stiamo raccogliendo le segnalazioni di chi ha avuto problemi con Apple. Promuoveremo un’azione di classe per il doveroso risarcimento. Questa è una vicenda paradigmatica di quanto possa essere ingannevole la pubblicità”.
I modelli verificati
Nei messaggi promozionali sui modelli iPhone 8, iPhone 8 Plus, iPhone XR, iPhone XS, iPhone XS Max, iPhone 11, iPhone 11pro e iPhone 11 proMax veniva esaltata la resistenza dello smartphone all’acqua per una profondità massima variabile tra 4 metri e 1 metro, a seconda del modello, e fino a 30 minuti. Secondo l’Antitrust, nei messaggi non si chiariva però che questa proprietà è riscontrabile solo in specifiche condizioni, per esempio durante determinati e controllati test di laboratorio con utilizzo di acqua statica e pura, e non nelle normali condizioni d’uso dei dispositivi. Inoltre, la contestuale indicazione del disclaimer “La garanzia non copre i danni provocati da liquidi”, dati gli enfatici vanti pubblicitari di resistenza all’acqua, è stata ritenuta dall’Autorità idonea a ingannare i consumatori non chiarendo a quale tipo di garanzia si riferisse, se convenzionale o legale, né è stata ritenuta in grado di contestualizzare in maniera adeguata le condizioni e le limitazioni dei claim sulla resistenza all’acqua.
Il problema dell’assistenza
Altra criticità riscontrata, il rifiuto di Apple di prestare assistenza in garanzia quando quei modelli di iPhone risultavano danneggiati dall’introduzione di acqua o altri liquidi, ostacolando l’esercizio dei diritti riconosciuti dal Codice del Consumo.
Fare attenzione alla pubblicità
“Questa vicenda – dichiara Carmine Laurenzano, avvocato di Codici – deve servire da insegnamento ai consumatori. Prima di acquistare un prodotto è importante verificarne le caratteristiche, senza farsi incantare, e ingannare, dalla pubblicità. E in caso di problemi, bisogna far valere i propri diritti, perché ci sono e non possono essere ignorati”.
Codici sta avviando una azione di classe per tutelare i consumatori che hanno avuto problemi con i modelli di iPhone su cui si è concentrato l’intervento dell’Antitrust.
Per informazioni scrivere a segreteria.sicilia@codici.org
Mai come in questo momento storico, i DEBITI rappresentano un vero e proprio INCUBO per famiglie, imprenditori e cittadini, tartassati dalle richieste, spesso illegittime, di Banche, Istituti di Credito e Finanziarie.
Quello che spesso non si sa però è che una VIA DI USCITA esiste ed è la LEGGE SUL SOVRAINDEBITAMENTO (Legge n. 3 del 27 gennaio 2012) che permette a chi è in gravi difficoltà economiche di liberarsi dai debiti, riducendone l’ammontare, e dilazionando i pagamenti, attraverso un’apposita procedura presso il tribunale
L’associazione Codici è pronta a fare la sua parte nel procedimento avviato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nei confronti di Dentix.
L’intervento dell’Antitrust
L’Autorità ha deciso di verificare il comportamento non solo di Dentix, ma anche delle società finanziarie Cofidis, Fiditalia e Deutsche Bank. Da chiarire, tra l’altro, il comportamento di Dentix per quanto riguarda un’assistenza clienti rivelatasi inesistente, mentre per le società finanziare la questione riguarda anche il pagamento delle rate, richiesto nonostante la chiusura delle cliniche e lo stop degli interventi.
Stop agli interventi, ma non ai pagamenti
“In questi mesi – dichiarano Ivano Giacomelli e Manfredi Zammataro, rispettivamente Segretario Nazionale e Regionale di Codici – abbiamo raccolto centinaia di segnalazioni di clienti che, in seguito all’improvvisa chiusuradelle cliniche odontoiatriche, non hanno potuto iniziare o completare l’intervento programmato. Parliamo di operazioni già pagate, in molti casi tramite una finanziaria. Si è venuta a creare una situazione grave e inaccettabile. Bene, quindi, l’intervento dell’Antitrust. Dal canto nostro, continueremo a fornire tutta l’assistenza necessaria per tutelare gli ex clienti Dentix, per i quali abbiamo avviato un’azione con cui chiediamo il blocco dei finanziamenti sottoscritti, il risarcimento degli importi pagati e l’esecuzione dell’intervento”.
Il ruolo delle finanziarie
Sono oltre 50 le cliniche che non hanno riaperto dopo la fine del lockdown. Da Nord a Sud, tantissime le richieste di assistenza ricevute dall’associazione Codici attraverso le delegazioni territoriali. “Ci aspettiamo che le finanziarie coinvolte nel procedimento avviato dall’Autorità – afferma l’Associazione Codici – ora forniscano debite spiegazioni sul chiaro ostacolo messo in atto nella sospensione dei finanziamenti ai pazienti Dentix. A seguito del fallimento di Dentix, la posizione che le finanziarie devono tenere si è ulteriormente definita: il contratto di prestito deve cessare per mancato adempimento delle prestazioni da parte del fornitore. In altre parole, Dentix non si è impegnata a fornire le cure preventivate, quindi il finanziamento è da chiudere”.
Clienti abbandonati
“Dall’oggi al domani – si legge nella nota del CODICI – i clienti non hanno più avuto notizie da Dentix. Nessuna informazione sull’eventuale riapertura dei centri, nessuna indicazione sull’intervento prenotato. Il servizio assistenza è stato inesistente. Confidiamo nell’intervento dell’Antitrust affinché venga fatta chiarezza, anche sul comportamento delle società finanziarie, che hanno continuato a riscuotere le rate invece di procedere alla risoluzione del contratto con il rimborso degli importi già pagati, come abbiamo chiesto più volte”.
Per informazioni scrivere a segreteria.sicilia@codici.org
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