“Caller ID spoofing”. Segretario Regionale Sicilia “Codici” Zammataro: “Un’altra importante vittoria contro le truffe bancarie”

“Caller ID spoofing”. Segretario Regionale Sicilia “Codici” Zammataro: “Un’altra importante vittoria contro le truffe bancarie”

Accadeva che una cittadina catanese cliente di Poste PaY, riceveva una chiamata da un numero apparentemente riconducibile al proprio istituto bancario con un sedicente operatore che dall’altro lato della cornetta, si qualificava come addetto al servizio antifrode il quale riferendo di un tentativo di operazione indebita sul conto dell’ignara utente, invitava la vittima a fare accesso alla propria App, al fine di controllare il proprio saldo, preannunciandole l’invio di un messaggio contenente un link che la stessa, a detta del sedicente operatore, avrebbe dovuto poi cliccare.

In effetti, poco dopo  la vittima riceveva un sms, anche questo apparentemente proveniente dalla propria banca, riportante l’invito a cliccare sul link ivi riportato ed a scaricare una nuova applicazione per il cellulare. Link che una volta premuto dalla vittima, la conduceva su una pagina apparentemente riferibile all’intermediario bancario. Tuttavia la signora insospettita dalla conversazione, dopo avere effettuato su internet alcune verifiche sul link ricevuto, interrompeva la comunicazione temendo un tentativo di frode.

Purtroppo però la frode era già stata perpetrata e la vittima si vedeva sottratta dal proprio conto corrente la somma di quasi 5.000 euro.

Accortasi di quanto accaduto, la vittima prontamente si rivolgeva alla polizia postale, dove sporgeva formale denuncia per poi richiedere a Poste Italiane il rimborso della somma fraudolentemente sottratta. Di tutta risposta, l’intermediario rigettava la richiesta di rimborso  sostenendo di non avere alcuna responsabilità.

IL RUOLO DEL CODICI SICILIA

Non contenta della risposta, la vittima si rivolgeva alla sede di Catania del Centro per i Diritti del Cittadino – CODICI Sicilia dove veniva presa in carico dall’ufficio legale il quale una volta studiato il caso e avendo compreso che si trattava di una truffa normativa denominata “Caller ID spoofing” e “SMS spoofing”, consigliava alla vittima di frapporre ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario al fine di poter ottenere quanto indebitamente sottrattole. Per tale ragione, la stessa, rappresentata e difesa dall’Avv. Mario Emanuele Campione dell’Ufficio Legale del CODICI Sicilia, proponeva ricorso al Collegio di Palermo dell’Arbitro Bancario Finanziaro al fine di chiedere la condanna della Banca alla restituzione delle somme oggetto della truffa.

LA DECISIONE DELL’ARBITRO BANCARIO FINANZIARIO:

L’ABF, accogliendo il ricorso di CODICI SICILIA, riconosceva piena ragione alla vittima, ritenendo l’intermediario  responsabile della frode subita dalla cliente in quanto non avrebbe approntato tutte le misure di sicurezza necessarie ad evitare il verificarsi di tali eventi, condannandolo quindi alla restituzione dell’intero importo oggetto della frode.

L’ALLARME LANCIATO DAL SEGRETARIO ZAMMATARO: TRUFFE INFORMATICHE IN CRESCITA E ATTEGGIAMENTO DI CHIUSURA DELLE BANCHE NEI CONFRONTI DEI DIRITTI DEI CLIENTI / VITTIME.

“Le truffe bancarie informatiche sono un fenomeno purtroppo in costante crescita che vede ormai truffatori sempre più scaltri ed esperti dal punto di vista informatico, a fronte di vittime spesso non adeguatamente preparate contro le insidie delle nuove tecnologie – afferma il segretario regionale dell’associazione dei consumatori Centro per i Diritti del Cittadino- “CODICI SICILIA” Avv. Manfredi Zammataro. Secondo il quale però “a fronte di questa crescita di tali forme di reati, si registra un atteggiamento delle banche di chiusura nel riconoscere i diritti dei propri clienti”. Per questo motivo – conclude Zammataro – la nostra attenzione sul tema resta massima, a tal punto da aver formato una task force di professionisti esperti in reati informatici, da mettere a supporto delle vittime che si rivolgono presso le nostre sedi al fine di offrire loro informazioni e consigli pratici oltre, naturalmente, la necessaria assistenza che gli permette di ottenere giustizia”.

 

 

 

Codici: Prime Day e phishing, truffe in agguato dietro le offerte

Codici: Prime Day e phishing, truffe in agguato dietro le offerte

Un’occasione per i consumatori e non solo. È il Prime Day, che si avvia alla chiusura. Il boom dell’e-commerce ha trasformato il settore in un territorio di caccia per i truffatori, che stanno sfruttando la nota iniziativa di Amazon per piazzare trappole sul web. Da qui l’invito dell’associazione Codici ai consumatori a fare attenzione agli annunci, soprattutto a quelli che si ricevono via e-mail, perché dietro un’offerta allettante potrebbe nascondersi una fregatura.

“Prima di tutto – avverte Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – invitiamo alla calma. Spesso quando ci sono gli sconti subentra una voglia irrefrenabile di fare compere e parte la corsa all’acquisto, senza controllare se effettivamente il prezzo è conveniente. A volte ci facciamo trarre in inganno dall’indicazione del prodotto in esaurimento, quando in realtà la scorta è abbondante ed è solo una tattica dei venditori per spingere i consumatori a comprare. Quindi, ripetiamo, calma, ancor di più se gli annunci delle offerte arrivano per e-mail”.

Secondo studi recenti condotti da aziende che si occupano di sicurezza informatica, nelle ultime settimane si è registrato un aumento importante, vicino al 10%, di casi di phishing, truffa telematica che avviene soprattutto via e-mail. Un fenomeno legato anche al Prime Day di Amazon, sfruttato dai truffatori. “Si pensa di ricevere un’e-mail da un’organizzazione affidabile – afferma Giacomelli –, quando in realtà è una trappola. Il messaggio che informa della possibilità di usufruire di sconti o di acquistare a prezzi bassi un prodotto viene, ad esempio, accompagnato da un link, cliccando il quale si finisce su una pagina web dove bisogna inserire informazioni sensibili, come nome utente, password e dati di pagamento. Prima di aprire un’e-mail o cliccare su un link è bene accertarsi dell’affidabilità del mittente, controllando ad esempio che l’indirizzo di posta elettronica o del sito siano autentici e facendo una verifica sui siti ufficiali richiamati. Un altro elemento da tenere in considerazione è la presenza di errori o refusi nel testo, quindi, è bene leggere con attenzione i messaggi. Informazioni come nome utente, password e dati di pagamento devono essere protette, perché sono quelle che permettono ai malviventi di mettere a segno i propri colpi, facendo acquisti o transazioni a spese della vittima utilizzando la sua carta di credito o di debito”.

Per informazioni e segnalazioni in caso di truffe informatiche i è possibile telefonare al numero 0952180387 oppure scrivendo all’indirizzo segreteria.sicilia@codici.org.