da ufficio | Mag 22, 2023 | Usura
L’associazione Codici è stata ammessa come parte civile dal Gup del Tribunale di Palermo nel processo a carico di Matteo Messina Denaro per associazione di stampo mafioso in cui è coinvolta la mafia delle province di Trapani e Agrigento. Questo è quanto stabilito nell’udienza che si è tenuta questa mattina. Il procedimento, derivante dalle operazioni Anno Zero e Xydi, costituisce uno stralcio di due processi già incardinati nei confronti di numerosi soggetti, di cui uno già definito dal Tribunale di Marsala con pesanti condanne e tuttora in fase di appello e l’altro pendente dinanzi il Tribunale di Agrigento. Numerosi imputati si sono pure avvalsi del rito abbreviato. A Messina Denaro viene contestato di avere impartito direttive attraverso rapporti epistolari costituendo il punto di riferimento mafioso decisionale in relazione alle attività ed agli affari illeciti più importanti gestiti da Cosa Nostra nella provincia di Trapani ed in altri luoghi della Sicilia. Il Giudice si pronuncerà anche sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla DDA di Palermo.
“L’ammissione come parte civile di Codici – dichiara l’avvocato Giovanni Crimi, rappresentante dell’associazione Codici – è un riconoscimento dell’attività di sensibilizzazione contro il fenomeno mafioso ed il malaffare svolta dall’associazione nel territorio. Tale lavoro dovrebbe, però, essere supportato dalle altre associazioni e dalla società civile in generale”.
“Continua l’impegno per la legalità di Codici – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e questo è un altro risultato importante per l’azione dell’associazione”.
da ufficio | Mag 16, 2023 | Banche e risparmi
Un plauso alla Polizia ed alla Procura. Così l’associazione Codici in merito alla vasta operazione “Sottotraccia” eseguita questa mattina a Catania. Le indagini hanno portato all’arresto di nove persone ed hanno permesso di smantellare un sistema articolato di prestiti di denaro con tassi usurari. L’ennesimo intervento contro un fenomeno sempre più diffuso e pericoloso, su cui l’associazione Codici è impegnata con un’attività di assistenza legale, che anche in questo caso la vedrà al fianco delle vittime.
“L’operazione di Catania è senza dubbio importante – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – ed è doveroso sottolinearla, sia per riconoscere il lavoro degli inquirenti sia per dare un messaggio di vicinanza e di speranza a chi finisce in mano agli strozzini. I numeri dicono che in pochi denunciano. Ciò avviene per paura ed anche perché spesso nei momenti di difficoltà e di disperazione l’usuraio finisce per essere percepito dalla vittima come l’unica persona ad aver mostrato interesse nei suoi confronti. È chiaro che non c’è nulla di amichevole nel rapporto che si instaura. Quelli che sembrano favori, in realtà sono un modo per agganciare la vittima. Per questo diciamo sempre che è fondamentale restare nel sentiero della legalità e, quando si finisce in mano agli strozzini, denunciare”.
Dalle indagini coordinate dalla Procura etnea è emerso che ai prestiti, che si aggiravano tra 1.000 e 2.000 euro, venivano applicati tassi usurari fino al 490% annuo. Gli strozzini pretendevano i pagamenti settimanalmente o mensilmente, ricorrendo anche minacce nei confronti delle vittime, persone che si trovavano in condizioni economiche precarie. Codici seguirà questa vicenda fornendo assistenza legale alle vittime. Per casi di usura o di sovraindebitamento è possibile rivolgersi all’associazione telefonando al numero 0952180387 oppure scrivendo all’indirizzo e-mail segreteria.sicilia@codici.org.
da ufficio | Mag 8, 2023 | Banche e risparmi
Si aprono spiragli importanti per i cittadini che si ritrovano con la casa all’asta per il pignoramento immobiliare di banche o finanziarie. Finalmente in Italia è stato ripreso il principio affermato dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con le Sezioni Unite della Cassazione che hanno emesso una sentenza, la n. 9479/2023, che, in estrema sintesi, offre la possibilità a chi sta subendo l’esproprio di una casa, o di un altro bene, di opporsi nuovamente alla procedura anche se ha fatto scadere i termini e non è intervenuto.
“Una sentenza importante – commenta Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, perché, come dice l’Europa, stabilisce che bisogna garantire ai consumatori la possibilità di opporsi al decreto ingiuntivo delle banche. Tutto ciò anche se è diventato definitivo perché all’epoca non è stato contestato. Attenzione, questo vale anche per le procedure in corso. Quindi, chi sta subendo un pignoramento può bloccare l’iter e non è certamente una cosa di poco conto”.
L’associazione Codici ha attivato i propri sportelli per fornire assistenza ai consumatori che si trovano in questa condizione, aiutandoli a verificare situazioni che possono risultare complicate, uno dei motivi che possono aver portato inizialmente a non difendersi, e per le quali è importante agire per tempo, in quanto l’opposizione all’esecuzione deve essere presentata prima dell’assegnazione dell’immobile pignorato all’offerente. Sono diversi gli aspetti da chiarire per poter bloccare il pignoramento della casa. Ad esempio, è necessaria la presenza di almeno una clausola vessatoria nel contratto che il debitore ha sottoscritto con la banca. Tutte questioni che Codici è pronta a verificare con i propri esperti. Per informazioni ed assistenza è possibile contattare l’associazione telefonando al numero 0952180387 oppure scrivendo all’indirizzo e-mail segreteria.sicilia@codici.org.
da ufficio | Mag 3, 2023 | Telefonia e tecnologia
Al via una nuova azione per tutelare i consumatori alle prese con i disservizi telefonici. L’iniziativa riguarda i clienti Iliad e l’impossibilità di navigare in internet, effettuare e ricevere chiamate. Il tutto, non certo un dettaglio vista la situazione, accompagnato dalla difficoltà lamentata da diversi utenti di ricevere assistenza dal Servizio Clienti della compagnia.
“Purtroppo, una scena già vista – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, considerando che ancora oggi si registrano disservizi analoghi per i clienti di un altro operatore, Rabona, su cui siamo intervenuti con un’altra azione per richiedere il rimborso ed il risarcimento danni, segnalando il caso anche ad Antitrust e Agcom. Da ieri pomeriggio stiamo ricevendo segnalazioni da diversi clienti di Iliad. Ci siamo attivati per tutelare anche loro, avviando un’azione che punta sempre al riconoscimento, da parte della società, del rimborso e del risarcimento per i danni arrecati. E non sono di poca entità, pensando anche a chi lavora con il telefono tra chiamate ed internet”.
Ancora questa mattina ci sono proteste e disservizi. La situazione riguarda diverse zone d’Italia, con le grandi città tra le più colpite, visti i picchi di segnalazioni registrati a Torino, Milano, Venezia, Bologna, Perugia, Roma, Napoli e Bari.
L’associazione Codici ha avviato un’azione per tutelare i clienti Iliad che non riescono a navigare in internet, effettuare e ricevere chiamate. È possibile partecipare all’iniziativa per la richiesta di rimborso e risarcimento danni compilando il form disponibile sul sito www.codici.org. Sullo stesso sito è ancora attivo il form per partecipare all’altra azione in corso per disservizi telefonici, quella riguardante i clienti Rabona, da settimane alle prese con problemi con SMS e navigazione internet. Per maggiori informazioni o chiarimenti è possibile telefonare al numero al numero 0952180387 oppure scrivendo all’indirizzo e-mail segreteria.sicilia@codici.org.
da ufficio | Apr 28, 2023 | Senza categoria
Padri separati trattati come bancomat. L’ennesima dimostrazione arriva da una sentenza della Cassazione che ha respinto il ricorso del genitore contro l’obbligo di versare ogni anno, entro il 30 giugno, un assegno di 2.500 euro per ogni figlio per le vacanze estive. Secondo l’associazione Codici, un verdetto che conferma l’orientamento a senso unico della giustizia.
“I padri separati hanno diritto ad una quotidianità con i figli – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – ed i magistrati con queste decisioni allontano i figli dal genitore separato. Nel caso dei padri, ormai sono ridotti ad un salvadanaio a cui attingere per ogni tipo di spesa. Attenzione, non bisogna soffermarsi sull’importo stabilito per l’assegno in questa specifica sentenza. La cifra di 2.500 euro colpisce senz’altro, ma non deve distrarre, perché ciò che conta è il concetto. Ci riferiamo al fatto che, per la Cassazione, le vacanze estive rientrano nelle spese per il mantenimento ordinario e l’importo deve essere adeguato all’indice Istat. Quindi, non c’è nulla di voluttuario e imprevedibile, è una costante che deve essere aggiornata tenendo conto dell’inflazione. Un pronunciamento che, sinceramente, lascia allibiti. Si pensi, ad esempio, alla giurisprudenza della stessa Cassazione che fa rientrare nelle spese ordinarie voci ricorrenti e prevedibili, come quelle per gli alimenti e l’igiene personale, i vestiti e le attività ricreative, una casistica in cui si fa fatica a far rientrare le vacanze. E poi viene da chiedersi come sia possibile stabilire la costante della spesa delle vacanze, indicando di prendere in considerazione gli indici Istat, ignorando aspetti tutt’altro che secondari, come per esempio i costi del viaggio, se in aereo oppure in treno. Prendere in considerazione la situazione economica dei genitori e lo stile di vita della famiglia non significa trasformare il padre in un bancomat, costringendolo ad esborsi che possono trasformarsi in un peso troppo grande da sostenere. Si è imboccata una strada preoccupante. Far valere i diritti dei padri separati diventa sempre più difficile, ma questo non ci spaventa e tantomeno ci fermerà”.
L’associazione Codici è impegnata da anni con la campagna “Voglio papà” nell’assistenza ai padri separati. È possibile segnalare il proprio caso e richiedere aiuto al numero 0952180387 oppure scrivendo all’indirizzo e-mail segreteria.sicilia@codici.org.