Solo in Italia, stando ai dati ISTAT relativi all’indagine “La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia”, sono state circa 7 milioni le donne abusate nel corso della propria vita. Forme di abuso plurime che spaziano dall’essere denigrate, insultate, sminuite, controllate (violenza conosciuta come psicologica ma spesso sottovalutata nonostante le conseguenze siano importanti) fino alle forme di violenza più visibile – quella che lascia segni evidenti sul corpo oltre che sulla psiche – quali l’abuso fisico e sessuale. Di casi di femminicidio la cronaca è poi piena.
Abusi che spesso – ma non esclusivamente – iniziano proprio tra le mura domestiche, laddove ci si dovrebbe sentire più al sicuro, in contesti relazionali e di “affettività perversa” che prendono piede fino a degenerare in atti molto spesso non premeditati, frutto dell’impeto dell’ennesima lite, ma altrettanto soventemente pianificati. Stalking, controllo economico, abuso psicologico, violenza fisica, stupro…: questi sono i molti volti della violenza contro le donne.
Oggi è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. In memoria delle torture subite dalle sorelle Mirabal, assassinate nella Repubblica Dominicana negli anni ‘60, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite istituì nel 1999 la data del 25 novembre celebrando la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Ai giorni nostri le scarpette rosse, in richiamo all’installazione “Zapatos Rojos” dell’artista messicana Elina Chauvet, sono diventate simbolo della lotta alla violenza di genere e al femminicidio.
CODICI dice no alla violenza contro le donne