da staff | Feb 22, 2019 | Senza categoria
Gela. Slitta di una settimana l’avvio del giudizio d’appello nei confronti di diversi imputati, negli scorsi anni coinvolti nell’inchiesta antimafia “Redivivi”. In base alla accuse, la famiglia Trubia sarebbe stata in grado di controllare il settore della raccolta della plastica in alcune contrade rurali della città, tagliando fuori altri operatori. Avrebbero fatto leva su intimidazioni e minacce. In primo grado, il quadro accusatorio mosso dai pm della Dda di Caltanissetta è stato in parte rivisto dal collegio penale del tribunale di Gela. Non si sarebbe trattato di un clan ma di un gruppo ben organizzato che avrebbe agito con “metodo mafioso”. Con la sentenza sono stati comminati dodici anni di reclusione a Vincenzo Trubia, nove anni al ventottenne Rosario Trubia, otto anni e otto mesi complessivi a Davide Trubia (che rispondeva anche di estorsioni risalenti nel tempo), otto anni e cinque mesi per Nunzio Trubia, sette anni e un mese a Ruggiero Biundo, sette anni ciascuno a Luca Trubia e Simone Trubia, sei anni e dieci mesi a Rosario Caruso e un anno e quattro mesi per il ventinovenne Rosario Trubia. Il collegio, invece, ha assolto tutti gli imputati dall’accusa di aver imposto la consegna della plastica dismessa agli imprenditori agricoli della fascia trasformata, quella tra Bulala e Mignechi al confine con la provincia di Ragusa.
fonte: https://www.quotidianodigela.it/le-minacce-per-il-controllo-della-plastica-in-campagna-linchiesta-redivivi-parte-lappello/
da staff | Feb 21, 2019 | Senza categoria
Codici: investimenti e tariffe eque per un mercato dell’energia elettrica veramente libero
Sono diversi ed interessanti gli spunti che arrivano dal convegno “Monitoraggio retail: uno strumento per l’evoluzione del mercato”, organizzato da Arera e svoltosi ieri a Milano. I primi risultati del “Monitoraggio dei mercati retail 2018”, anticipati nel corso dell’iniziativa, aiutano infatti a capire cosa sta succedendo nel settore dell’energia elettrica.
“Apprendiamo da Arera – dichiara il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli – che nel 2018 sono aumentati i clienti domestici nel mercato libero dell’energia elettrica. Lo scorso anno le famiglie erano al 46% e le pmi al 58%, mentre il numero delle società di vendita di energia elettrica attive è salito a 554 dopo aver toccato quota 507 nel 2017. Questi numeri meritano un’attenta riflessione. Il mercato tutelato è avviato verso la chiusura – sottolinea il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli – ed il passaggio ad un unico mercato libero nazionale deve essere l’occasione per rimettere ordine in questo settore. È necessario che il mercato sia veramente libero ed in questo senso speriamo che la maxi multa da 109 milioni di euro inflitta dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ad Enel ed Acea per aver abusato della propria posizione dominante nei mercati della vendita di energia elettrica sia servita da lezione. Ci auguriamo inoltre che venga finalmente avviata una politica di investimenti per offrire ai consumatori servizi e non più disservizi, per altro pagati con tariffe spesso spropositate proprio se si fa un rapporto tra qualità e prezzo. Riteniamo che ci sia il tempo per attuare questo cambio di rotta – conclude il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli – l’evoluzione del mercato, registrata dal monitoraggio effettuato da Arera, deve essere uno stimolo per farlo in maniera corretta e rispettosa nei confronti dei consumatori, evitando speculazioni”.
Roma, 21 febbraio 2019
da staff | Feb 20, 2019 | Senza categoria
“Chiunque ha stipulato un finanziamento per l’acquisto della tua auto tra il 2009 ed il 2017, ha diritto ad un risarcimento del danno pari agli interessi pagati sul finanziamento stesso”.
È la conseguenza della sanzione comminata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato lo scorso 20 dicembre ai costruttori di auto ed alle rispettive banche per aver messo in atto un cartello, ovvero un’intesa restrittiva della concorrenza diretta ad alterare il funzionamento della concorrenza e così facendo ad alterare i prezzi a danno degli utenti.
Responsabili dell’intesa sono state le società Banca PSA Italia S.p.A., Banque PSA Finance S.A., Santander Consumer Bank S.p.A., BMW Bank GmbH, BMW AG, Daimler AG, Merceds Benz Financial Services Italia S.p.A., FCA Bank S.p.A., FCA Italy S.p.A., CA Consumer Finance S.A., FCE Bank Plc., Ford Motor Company, General Motor Financial Italia S.p.A., General Motors Company, RCI Banque S.A., Renault S.A., Toyota Financial Services Plc., Toyota Motor Corporation, Volkswagen Bank GmbH, Volkswagen AG. In considerazione della gravità e della durata dell’infrazione, l’Autorità ha imposto sanzioni per 678 milioni di euro.
Secondo la legge in caso di intesa restrittiva della concorrenza, i contratti stipulati tra le imprese parte del cartello e gli utenti finali sono nulli, con i conseguenti obblighi restitutori. In questo caso, la nullità non può che colpire gli interessi pagati e da pagare in esecuzione del contratto di finanziamento stipulato per l’acquisto dell’auto.
Quanto accaduto – afferma il segretario regionale di CODICI Avv. Manfredi Zammataro- ha davvero dell’incredibile e conferma come per l’ennesima volta i colossi della finanza hanno in questi anni dopato il mercato in danno degli ignari consumatori che da oggi potranno riottenere quanto illegittimamente richiesto.
per info: 3202281052 o segreteria.sicilia@codici.org
da staff | Feb 12, 2019 | Senza categoria
Il Tribunale Civile di Catania ha condannato il vettore Mistral Air a risarcire con oltre 7000 euro un gruppo di passeggeri in partenza per un viaggio spirituale a Medjugorie protagonisti loro malgrado di una odissea di oltre 12 ore.
I FATTI: In data 12/08/2016, un nutrito gruppo di pellegrini si recava presso l’aeroporto Vincenzo Bellini di Catania – Fontanarossa per procedere all’imbarco sul volo charter M4 2951 operato dalla compagnia Mistral Air S.r.l. – con partenza schedulata alle ore 8.20 ed arrivo all’Aeroporto di Monstar- al fine di raggiungere la località spirituale e di culto di Medjugorje.
Giunti presso l’aeroporto Vincenzo Bellini di Catania – Fontanarossa apprendevano subito, dal tabellone delle partenze collocato all’interno della struttura, che il loro volo era stato posticipato di diverse ore.
Malgrado il disappunto, venivano avviate regolarmente le procedure di identificazione e imbarco, provvedendo alla consegna dei bagagli da collocare in stiva al personale in loco.
Nel corso di tale attesa, nessuna particolare assistenza o attività di informazione veniva prestata al gruppo all’infuori dei ticket gratuiti per la consumazione della colazione; del tutto informalmente peraltro, gli stessi apprendevano che il volo M4 2951 – la cui partenza era stata già precedentemente posticipata – avrebbe subito con ogni probabilità un ulteriore ritardo (!).
Erano già le ore 11,00, infatti, quando un incaricato dalla società Mistral Air S.r.l. si presentava al gate 20, dove i pellegrini sostavano pazientemente ormai da diverse ore, per comunicare che il volo Catania – Mostar sarebbe decollato solamente alle ore 19,40, e cioè ben oltre dodici ore di ritardo rispetto all’orario originariamente schedulato!
Visibilmente sconcertati, certamente provati per le precarie condizioni in cui consumavano la loro attesa, il gruppo accettava comunque la proposta di essere trasferito presso una vicina struttura attrezzata messa a disposizione dal Tour Operator per la consumazione del pranzo, con l’intenzione di far rientro in aeroporto per l’imbarco sul volo delle 19,40 e raggiungere finalmente la destinazione prescelta.
Senonchè, al ritorno presso la struttura aeroportuale di Catania-Fontanarossa, gli stessi apprendevano con sgomento che neanche il decollo precedentemente stimato per le 19,40 avrebbe avuto luogo, e che il volo M4 2951 avrebbe avviato la sua crociera solamente alle ore 21,30 (!). Ancora una volta, nessuna attività di assistenza veniva prestata all’intero gruppo, e ciò malgrado la paziente attesa dei passeggeri si fosse protratta per un lasso di tempo assai più che considerevole. Col trascorrere delle ore, appariva però chiaro a tutti che neanche il nuovo orario sarebbe stato rispettato.
Alle ore 23,00 infatti, esaurita ogni possibile tolleranza per l’inaudita gravità dei disagi subiti, e oltremodo stremati da un punto di vista fisico e mentale, la situazione si era fatta non più sostenibile: vibranti proteste accompagnate dalla richiesta di intervento delle Forze dell’Ordine, si sollevavano da parte di coloro che – avendo consegnato i propri bagagli per la collocazione in stiva all’arrivo in aeroporto, all’alba – non avevano neanche la possibilità di prendere le abituali medicine (in alcuni casi farmaci salvavita da assumere in orari specifici dietro prescrizione medica).
Per altri, l’effetto “stipamento” per un lasso di tempo così prolungato al gate 20 – di per sé angusto, e inidoneo ad accogliere un numero così consistente di viaggiatori, mancando sufficienti posti a sedere e servizi adeguati – si rendeva addirittura necessaria l’assistenza medica della Croce Rossa, non potendosi d’altronde immaginare un epilogo diverso da questo per i tanti anziani o i portatori di handicap letteralmente stremati dall’interminabile attesa; altri ancora, con minori al seguito, si trovavano a fronteggiare situazioni di estremo stress e comprensibile disagio psicofisico.
Tale situazione, ormai di fatto del tutto fuori controllo, veniva peraltro aggravata dalle pessime informazioni che giungevano ai passeggeri sullo stato del volo: infatti, dapprima veniva reso noto che, a causa di problematiche metereologiche locali, l’atterraggio a Mostar non si rendeva più praticabile e che, con ogni probabilità, si sarebbe optato per uno scalo presso l’assai più distante aeroporto di Spalato (in Croazia, distante da Medjugorje ben 180 km!); variazione del programma di viaggio che, pertanto, avrebbe comportato un ulteriore trasferimento dei passeggeri da operarsi in bus, della durata di circa due ore e mezzo ore, con arrivo a destinazione all’alba di sabato 13 agosto, e la conseguente perdita di un altro giorno di pellegrinaggio per il riposo necessario al recupero delle forze.
Successivamente, intorno alle ore 23,30, sempre sulla base di informazioni frammentarie e confuse, anche la chimera di un atterraggio a Spalato si allontanava dalle possibili soluzioni per raggiungere finalmente l’agognatissima destinazione.
Sconfortati, stanchi e increduli, molti pellegrini – in preda al malessere, sfiancati dalla dura prova fisica sostenuta e avviliti per l’epilogo di quel percorso spirituale in cui avevano riposto aspettative e sentita partecipazione – decidevano loro malgrado di rinunciare alla partenza e far rientro a casa.
Adesso il Tribunale civile di Catania con la sentenza nr. 74/2019 ha condannato la compagnia aerea Mistral Air a risarcire i danni causati ai passeggeri quantificati in oltre 7.000 euro oltre alle spese legali. Lo rende noto l’Associazione dei consumatori CODICI, ai quali i pellegrini si sono rivolti, assistiti dagli avvocati Manfredi Zammataro e Mario Emanuele Campione per essere risarciti dei danni da ritardo aereo e per il danno da vacanza rovinata. “Ancora una volta – afferma l’Avv. Manfredi Zammataro segretario regionale del CODICI- le ragioni dei consumatori prevalgono sulla condotta del tutto illegittima e lesiva per i passeggeri operata da Mistral Air, essendo chiaro come nel caso di specie la compagnia aerea non avesse rispettato gli standard europei previsti dal Regolamento CE 261/2004 che riconosce alle vittime di cancellazioni e ritardi indennizzi per importi che variano, in base alla lunghezza della tratta”
da staff | Feb 11, 2019 | Senza categoria
Con l’anno nuovo l’aliquota Iva per le parti comuni condominiali non è più agevolata e passa dal 10% al 22%. A fare chiarezza è stata una nota diffusa dall’Agenzia delle Entrate nei primi giorni del 2019. Il parere del Fisco è una mazzata nelle tasche degli italiani.
L’Agenzia delle Entrate richiama il numero 103 della Tabella A, Parte III, allegata al DPR n. 633 del 1972 in cui si stabilisce che l’applicazione dell’aliquota al 10% vale per le forniture elettriche “per uso domestico”, quindi rimanda alla circolare 273/E del 23 novembre 1998 secondo la quale “l’uso domestico non si realizza con la destinazione ad ambienti diversi da quelli familiari”. Concludendo in sintesi che “ciò premesso, con riferimento alla fattispecie in esame, si osserva che nel condominio la prestazione di fornitura di energia elettrica è fatturata distintamente ad ogni unità immobiliare (sia che abbia destinazione residenziale, sia che abbia destinazione diversa, come uffici, studi professionali, negozi), e che la fornitura di energia elettrica necessaria per il funzionamento delle parti comuni dei condomini è fatturata anch’essa direttamente allo stesso condominio.
Abbiamo riscontrato, che, già dall’inizio del 2019, nelle bollette condominiali, con riferimento ai complessi aventi maggioranza di unità abitative, l’Iva è calcolata al 22%. Ciò risulta essere un vero e proprio salasso per chi vive in condominio, dichiara il dott. Massimiliano Scalisi , responsabile dello sportello del consumatore dell’associazione CODICI, che aggiunge come questo ulteriore aggravio porterà gli italiani a spendere centinaia di euro in più di oneri condominiali.