Codici: gli utenti di Libero e Virgilio devono essere rimborsati per i disagi subiti

Codici: gli utenti di Libero e Virgilio devono essere rimborsati per i disagi subiti

Sono ore difficili per chi ha una casella e-mail con Libero o Virgilio. Da diverse ore il servizio di posta elettronica non funziona. Le segnalazioni dei disservizi sono in aumento e l’associazione Codici si è attivata per tutelare gli utenti, per i quali chiede un indennizzo.

“I disagi sono notevoli – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e non bisogna sottovalutare il fatto che finora non sono state fornite informazioni adeguate agli utenti. C’è chi teme di aver perso le proprie e-mail e non è un dettaglio. Molte comunicazioni importanti, infatti, ormai avvengono tramite posta elettronica, senza dimenticare chi la usa per lavoro. Ci auguriamo che arrivino presto chiarimenti dalla società Italia Online, che gestisce i due servizi, sulle cause del blackout e sui tempi previsti per il ritorno alla normalità. Visti i gravi disagi provocati, riteniamo inoltre doveroso predisporre un indennizzo per gli utenti”.

Gli utenti che hanno una casella di posta elettronica con Libero o Virgilio e stanno riscontrando problemi ad accedervi possono fare una segnalazione all’associazione Codici telefonando al numero 0952180387 oppure scrivendo all’indirizzo segreteria.sicilia@codici.org.

Quattro modi per uscire dal sovraindebitamento

Quattro modi per uscire dal sovraindebitamento

Il momento è difficile, ma non tutto è perduto. Questo il messaggio che l’associazione Codici vuole far arrivare a chi è in sovraindebitamento. Una situazione che coinvolge sempre più soggetti, cittadini ed aziende, ma da cui è possibile uscire. Come? Attraverso le quattro procedure di composizioni della crisi da sovraindebitamento.

“Sono strumenti preziosi – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – di cui si parla troppo poco e, forse, anche in maniera eccessivamente tecnica. Il risultato è che rimane un tema per addetti ai lavori invece di essere una soluzione nota a tutti e continuamente divulgata, vista la situazione difficile che coinvolge molte famiglie e tante imprese. Ci teniamo a precisare questo aspetto perché purtroppo di fronte alle difficoltà economiche è facile gettare la spugna. Gli strumenti per liberarsi dai debiti ci sono. Bisogna reagire e, soprattutto, non vergognarsi. Lo diciamo in quanto la vergogna gioca un ruolo importante, è un freno alla richiesta di aiuto e così situazioni già precarie si complicano in maniera drammatica”.

“Nascondere i debiti – dichiara Roberto Eduardo, Rappresentante dell’associazione Presidium Debitores – o farne altri pensando di risolvere il problema peggiora solo la situazione. I casi di sovraindebitamento vanno affrontati ed approfonditi, senza paura o vergogna. La strada per tornare ad una vita normale c’è e passa dal servizio di composizione della crisi da sovraindebitamento. Ci sono quattro procedure: concordato minore, ristrutturazione dei debiti del consumatore, liquidazione controllata del sovraindebitato ed esdebitazione del debitore incapiente. Si tratta di strumenti giuridici importanti. Qualsiasi debitore può rivolgersi ad associazioni specializzate che seguono l’iter di accesso alle procedure presso organismi riconosciuti dal Ministero, creati per essere da ponte tra il debitore ed il giudice. Servono per assistere ed asseverare le posizioni, che possono essere ricostruite per dare un valore dignitoso alla vita del soggetto. L’importante, lo ribadiamo, è non pensare di risolvere il sovraindebitamento facendo altri debiti, ma reagire e chiedere aiuto”.

Gli Sportelli dell’associazione Codici sono a disposizione di chi si trova in sovraindebitamento per verificare con i propri esperti la strada migliore per uscire da una situazione economicamente difficile. È possibile richiedere assistenza al numero 0952180387 oppure all’indirizzo segreteria.sicilia@codici.org.

Codici parte civile nel processo a Messina Denaro

Codici parte civile nel processo a Messina Denaro

L’associazione Codici è stata ammessa come parte civile dal Gup del Tribunale di Palermo nel processo a carico di Matteo Messina Denaro per associazione di stampo mafioso in cui è coinvolta la mafia delle province di Trapani e Agrigento. Questo è quanto stabilito nell’udienza che si è tenuta questa mattina. Il procedimento, derivante dalle operazioni Anno Zero e Xydi, costituisce uno stralcio di due processi già incardinati nei confronti di numerosi soggetti, di cui uno già definito dal Tribunale di Marsala con pesanti condanne e tuttora in fase di appello e l’altro pendente dinanzi il Tribunale di Agrigento. Numerosi imputati si sono pure avvalsi del rito abbreviato. A Messina Denaro viene contestato di avere impartito direttive attraverso rapporti epistolari costituendo il punto di riferimento mafioso decisionale in relazione alle attività ed agli affari illeciti più importanti gestiti da Cosa Nostra nella provincia di Trapani ed in altri luoghi della Sicilia. Il Giudice si pronuncerà anche sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla DDA di Palermo.

“L’ammissione come parte civile di Codici – dichiara l’avvocato Giovanni Crimi, rappresentante dell’associazione Codici – è un riconoscimento dell’attività di sensibilizzazione contro il fenomeno mafioso ed il malaffare svolta dall’associazione nel territorio. Tale lavoro dovrebbe, però, essere supportato dalle altre associazioni e dalla società civile in generale”.

“Continua l’impegno per la legalità di Codici – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e questo è un altro risultato importante per l’azione dell’associazione”.

Usura colpisce anche sottotraccia, siamo pronti ad assistere le vittime della banda di Catania

Usura colpisce anche sottotraccia, siamo pronti ad assistere le vittime della banda di Catania

Un plauso alla Polizia ed alla Procura. Così l’associazione Codici in merito alla vasta operazione “Sottotraccia” eseguita questa mattina a Catania. Le indagini hanno portato all’arresto di nove persone ed hanno permesso di smantellare un sistema articolato di prestiti di denaro con tassi usurari. L’ennesimo intervento contro un fenomeno sempre più diffuso e pericoloso, su cui l’associazione Codici è impegnata con un’attività di assistenza legale, che anche in questo caso la vedrà al fianco delle vittime.

“L’operazione di Catania è senza dubbio importante – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – ed è doveroso sottolinearla, sia per riconoscere il lavoro degli inquirenti sia per dare un messaggio di vicinanza e di speranza a chi finisce in mano agli strozzini. I numeri dicono che in pochi denunciano. Ciò avviene per paura ed anche perché spesso nei momenti di difficoltà e di disperazione l’usuraio finisce per essere percepito dalla vittima come l’unica persona ad aver mostrato interesse nei suoi confronti. È chiaro che non c’è nulla di amichevole nel rapporto che si instaura. Quelli che sembrano favori, in realtà sono un modo per agganciare la vittima. Per questo diciamo sempre che è fondamentale restare nel sentiero della legalità e, quando si finisce in mano agli strozzini, denunciare”.

Dalle indagini coordinate dalla Procura etnea è emerso che ai prestiti, che si aggiravano tra 1.000 e 2.000 euro, venivano applicati tassi usurari fino al 490% annuo. Gli strozzini pretendevano i pagamenti settimanalmente o mensilmente, ricorrendo anche minacce nei confronti delle vittime, persone che si trovavano in condizioni economiche precarie. Codici seguirà questa vicenda fornendo assistenza legale alle vittime. Per casi di usura o di sovraindebitamento è possibile rivolgersi all’associazione telefonando al numero 0952180387 oppure scrivendo all’indirizzo e-mail segreteria.sicilia@codici.org.

Codici: una sentenza rimette in discussione i pignoramenti immobiliari, assistenza ai consumatori per opporsi ai decreti ingiuntivi

Codici: una sentenza rimette in discussione i pignoramenti immobiliari, assistenza ai consumatori per opporsi ai decreti ingiuntivi

Si aprono spiragli importanti per i cittadini che si ritrovano con la casa all’asta per il pignoramento immobiliare di banche o finanziarie. Finalmente in Italia è stato ripreso il principio affermato dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con le Sezioni Unite della Cassazione che hanno emesso una sentenza, la n. 9479/2023, che, in estrema sintesi, offre la possibilità a chi sta subendo l’esproprio di una casa, o di un altro bene, di opporsi nuovamente alla procedura anche se ha fatto scadere i termini e non è intervenuto.

“Una sentenza importante – commenta Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, perché, come dice l’Europa, stabilisce che bisogna garantire ai consumatori la possibilità di opporsi al decreto ingiuntivo delle banche. Tutto ciò anche se è diventato definitivo perché all’epoca non è stato contestato. Attenzione, questo vale anche per le procedure in corso. Quindi, chi sta subendo un pignoramento può bloccare l’iter e non è certamente una cosa di poco conto”.

L’associazione Codici ha attivato i propri sportelli per fornire assistenza ai consumatori che si trovano in questa condizione, aiutandoli a verificare situazioni che possono risultare complicate, uno dei motivi che possono aver portato inizialmente a non difendersi, e per le quali è importante agire per tempo, in quanto l’opposizione all’esecuzione deve essere presentata prima dell’assegnazione dell’immobile pignorato all’offerente. Sono diversi gli aspetti da chiarire per poter bloccare il pignoramento della casa. Ad esempio, è necessaria la presenza di almeno una clausola vessatoria nel contratto che il debitore ha sottoscritto con la banca. Tutte questioni che Codici è pronta a verificare con i propri esperti. Per informazioni ed assistenza è possibile contattare l’associazione telefonando al numero 0952180387 oppure scrivendo all’indirizzo e-mail segreteria.sicilia@codici.org.