Scandalo loculi al cimitero di Erice. Al via il dibattimento

Scandalo loculi al cimitero di Erice. Al via il dibattimento

Si è tenuta presso il Tribunale di Trapani – Giudice monocratico dott. Giancarlo Caruso, l’udienza a carico di Vincenzo Scaduto e Baita Alessandro.

I due sono chiamati a rispondere dei reati di truffa aggravata e il solo Baiata, che agiva quale dipendente della Cimer srl,anche del reato di appropriazione indebita ai danni di 22 cittadini molti dei quali si sono costituiti parte civile.

I fatti, come indicati nei capi d’accusa nel decreto di citazione a giudizio, risalgono agli anni 2011 – 2014 allorquandomediante artifizi e raggiri di un medesimo disegno criminoso e agendo in concorso tra loro, riuscirono a truffare diversi cittadini che intendevano acquistare i loculi presso il cimiterio di Erice, facendosi consegnare svariate somme di denaro PER UN TOTALE DI OLTRE 60.000 EURO per diritti di concessione loculi per la tumulazione delle salme, che in realtà avrebbero dovuto versare alla CIMER Srl, società regolarmente incaricata dal Comune di Erice della costruzione e gestione del nuovo cimitero comunale nonchè della costruzione di loculi nel vecchio cimitero”.

Oggi sono stati sentiti le prime due parti offese, TROIA Gaetano, amministratore delegato della CIMER srl il quale, rispondendo alle domande del pubblico ministero e dei difensori delle parti civili e degli imputati, ha spiegato quali fossero i rapporti tra la Cimer e il Comune di Erice negando di aver avuto contatti con lo Scaduto Vincenzo e spiegando che l’unico incaricato preposto presso gli uffici del Comune di Erice era il Baiata Alessandro. Una delle parti offese ha raccontato invece in quale occasione avrebbe conosciuto lo Scaduto, i rapporti intercorsi, le somme a questi consegnate per acquistare un loculo presso il cimitero di Erice, con la documentazione sottoscritta, confermando così quanto riportato in querela.

Il processo è stato poi rinviato al 19 aprile per sentire altri 5 testi.

Lo Scaduto è assistito dagli avvocati Umberto Coppola e Alberto Mazzeo, il Baiata Alessandro dall’Avv. Stefano Pellegrino ed Eleonora Milazzo. Alcune parti civili sono assistite dagli Avvocati Salvatore Longo, Giuseppe De Luca, Vincenzo Maltese, Marco Siragusa  e Valerio Duca del Foro di Trapani che rappresenta anche le associazioni di consumatori Codici.

Anniversario del terremoto del Belice: Codici presente al Convegno sul Codice Antimafia

Anniversario del terremoto del Belice: Codici presente al Convegno sul Codice Antimafia

Lo scorso 22 marzo l’associazione CODICI ha partecipato al convegno sul Codice Antimafia tenutosi presso il Museo Fondazione Orestiadi di Gibellina organizzato in occasione del 50° anniversario del terremoto del Belìce.

Dopo i saluti istituzionali del Presidente della Fondazione dr. Calogero Pumilia, del Procuratore della Repubblica di Marsala dr. Vincenzo Pantaleo e dei presidenti dei Consigli degli Odini degli avvocati di Marsala e Sciacca avv.ti Gianfranco Zarzana e Antonino Augello, ha introdotto i lavori la dott.ssa Alessandra Camassa, presidente del Tribunale di Marsala.

Sono intervenuti come relatori il dr. Raffaele Cantone, Presidente dell’ANAC e l’avv. Beniamino Migliucci, Presidente dell’Unione Camere Penali Italiane. I relatori sono stati concordi nel ritenere che per combattere la mafia e la corruzione è essenziale la trasparenza ed una burocrazia molto snella nei rapporti tra Pubblica Amministrazione e cittadini. E’ stato altresì affermato che per combattere in modo energico i comportamenti collegati a tali fenomeni delittuosi i soggetti che li pongono in essere si avvalgono sempre più spesso del consenso della gente e pertanto diventa necessario prevenirli lavorando sulla cultura in genere e sulla prevenzione.

Dal convegno è emersa la diversità di opinioni nell’applicazione del Codice Antimafia ai reati associativi di corruzione. La dott.ssa Camassa ha pure sottolineato che oggi le lobby di potere hanno una notevole influenza nella società e quindi potrebbero sostituire l’azione intimidatrice della mafia.

L’associazione CODICI, tramite il Segretario Regionale Manfredi Zammataro e il Delegato Giovanni Crimi, dichiarano che l’opera di sensibilizzazione nelle scuole e nelle diverse aggregazioni sociali, unitamente ad una maggiore vicinanza delle Istituzioni ai cittadini, sono necessari per contrastare la corruzione e la mafia e tale compito dev’essere svolto non solo dalle Associazioni che si occupano specificatamente di tali problematiche ma anche da altri sodalizi e consessi sociali, cosa che non avviene.

Rilevano inoltre che negli incontri ove si discute di Codice Antimafia si trascura spesso di affrontare le questioni relative ai diritti dei lavoratori delle aziende sequestrate e dei terzi creditori la cui chiara risoluzione contribuirebbe certamente a mantenere in vita aziende già virtuose con un notevole ritorno in ordine di consenso sociale. CODICI ha già tenuto a Castelvetrano un incontro su tale questione e l’intervento dei diretti interessati ha fatto emergere, come risulta da più fonti nonché dalla cronaca recente, che lo Stato è stato disattento ed avrebbe potuto fare molto di più per tutelare i soggetti in buona fede che hanno avuto rapporti di lavoro o commerciali con aziende sequestrate.

Giornata dell’impegno e della memoria in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. CODICI incontra gli studenti

Giornata dell’impegno e della memoria in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. CODICI incontra gli studenti

In occasione della Giornata dell’impegno e della memoria in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, il 21 marzo, l’associazione CODICI – Centro per i diritti del cittadino, ha preso parte all’evento organizzato con gli studenti dell’Istituto “Michele Amari” di Giarre, per sensibilizzarli sulle tematiche inerenti la legalità.

Nel corso dell’incontro le Dott.sse Agnese Alberio e Giulia Cusumano, componenti dell’associazione, hanno intavolato con  gli studenti un dibattito sulle questioni legate al cyberbullismo e ai rischi delle rete, promuovendo lo sportello istituito dall’associazione per la tutela delle vittime di cyberbullismo e il supporto per i genitori e i docenti.

La questione del cyberbullismo rappresenta oggi un tema attuale anche alla luce degli innumerevoli fatti di cronaca che vedono purtroppo coinvolti quotidianamente giovani adolescenti in questioni di vessazioni e violenza nei confronti dei loro coetanei che spesso si traducono in atteggiamenti illegali.

VOLO CANCELLATO, IL GIUDICE CONDANNA VUELING A RISARCIRE UN PASSEGGERO

VOLO CANCELLATO, IL GIUDICE CONDANNA VUELING A RISARCIRE UN PASSEGGERO

Il Giudice di Pace di Catania condanna la Vueling a risarcire un passeggero Catanese per i disagi patiti sul volo Catania / Firenze, giunto a destinazione con oltre 5 ore di ritardo.

CATANIA- Il Giudice di Pace di Catania ha condannato la compagni aerea Vueling a risarcire i danni causati ad un passeggero Catanese a causa di un ritardo di oltre tre ore.

I fatti: L’attore doveva recarsi a Firenze al fine di partecipare al cd. “REHM race days”, ovvero due giorni e mezzo di prove libere presso la pista dell’Autodromo Internazionale del Mugello.

A tal fine, il passeggero acquistava il biglietto aereo di sola andata dalla Compagnia Vueling Airlines s.a., con partenza stabilita dall’aeroporto di Catania il 30 luglio alle ore 8.45. Il passeggero però, una volta giunto in aeroporto, apprendeva che la partenza del proprio volo anziché avvenire all’orario stabilito (8:45) veniva posticipata di diverse ore. Per tale ragione, decideva di cambiare gratuitamente, presso l’ufficio aereoportuale di Vueling il biglietto in precedenza acquistato con altro sempre operato dalla compagnia Vueling.

Ebbene, Il suddetto volo prevedeva come ora di decollo le 13.10 e come ora di arrivo le 14.45. Tuttavia, anche il nuovo volo subiva un ritardo di oltre 5 orein quanto il decollo effettivo, anziché alle 13.10, veniva effettuato alle 19.36, e, di conseguenza, l’arrivo a Firenze avveniva alle 21.01 (e non certamente all’orario previsto, ovvero le 14.45).

È doveroso precisare che, durante le numerose ore di attesa, la compagnia aerea non prestava alcuna assistenza né interveniva a fornire spiegazioni in ordine al prolungato ritardo, contravvenendo così ai doveri previsti e sanciti dall’art 9 del Regolamento (CE) n. 261/2004 del Parlamento Europeo.

In conseguenza del sopradetto inadempimento, il passeggero giungeva a Firenze con diverse ore di ritardo.

Infine, il passeggero, una volta rientrato a Catania, provvedeva, ad inviare un reclamo presso l’apposito “Centro Attenzione al cliente” di Vueling Airlines S.A in cui evidenziava i disagi subiti a causa del grave ritardo nella partenza del volo, rispetto a quello di prenotazione, tuttavia, non riceveva alcuna risposta dal Vettore.

Ebbene, visto il mancato riscontro da parte della Vueling Airlines S.A., il passeggero decideva di rivolgersi allo “Sportello del Viaggiatore” dell’Associazione dei Consumatori CODICI per rivolgersi all’Autorità Giudiziaria al fine di vedere tutelati i propri diritti.

Per tale ragione, il passeggero assistito dagli avvocati Manfredi Zammataro e Mario Emanuele Campione citava in giudizio Vueling dinnanzi al Giudice di Pace di Catania affinché venisse condannata al risarcimento del danno da ritardo aereo . Ebbene, il Giudice di Pace di Catania a seguito dell’attività processuale dichiarava Vueling responsabile dell’evento occorso al passeggero, condannandola al pagamento della compensazione pecuniaria ex lege, prevista in caso di cancellazione di un volo o di arrivo a destinazione con oltre tre ore di ritardo (compensazione che varia da 250 e 600 euro in base alla lunghezza della tratta aerea), oltre alle spese di lite.

“ Ancora una volta – afferma l’Avv. Manfredi Zammataro segretario regionale del CODICI- non possiamo non  registrare e contestare fortemente il comportamento ostruzionistico adottato da alcune compagnie aeree e volto a far si che i passeggeri rinuncino a far valere i loro diritti. Tutto questo è inaccettabile se si pensa che il vettore aereo è esonerato da tali indennizzi solo ove dimostri che il ritardo sia imputabile a circostanze realmente imprevedibili ed eccezionali, ossia ad eventi che sarebbero comunque inevitabili pur adottando tutte le misure opportune, mentre, nella vicenda narrata, così come nella stragrande maggioranza dei casi, la compagnia ben avrebbe potuto evitare tali disagi attuando un comportamento diligente e soprattutto rispetto dei diritti dei consumatori”.

LA NOTA DEL CODICI SULL’OPERAZIONE GARBAGE AFFAIR

LA NOTA DEL CODICI SULL’OPERAZIONE GARBAGE AFFAIR

Quanto emerso dalla inchiesta ‘Garbage affair’ condotta dalla Procura di Catania in collaborazione con la Direzione Distrettuale Antimafia  che ha portato stamane agli arresti di alcuni alti dirigenti e funzionari del Comune di Catania ci consegna un’immagine dell’Ente Comunale catanese del tutto permeabile ai fenomeni corruttivi, agli intrecci di potere e al clientelismo più becero e asservito ad interessi torbidi.
Più volte in questi anni, come associazione dei consumatori abbiamo evidenziato come la gestione della raccolta dei rifiuti in città fosse del tutto deficitaria nonostante gli altissimi costi a carico dei cittadini ma la risposta dell’Amministrazione è stata sempre quella di trincerarsi dietro ad un silenzio assordante.
Per quanto ci riguarda, ci congratuliamo con gli inquirenti e speriamo che si faccia quanto prima piena luce su questa brutta vicenda che stando a quanto riferito dagli inquirenti, certificherebbe come in questi anni le tasse per lo smaltimento dei rifiuti, pagate profumatamente dai cittadini catanesi sarebbero servite invero non per la comunità ma per garantire gli interessi di pochi. Tutto questo è inaccettabile!
Lo afferma in una nota l’Associazione Nazionale dei Consumatori CODICI – Centro per i Diritti del Cittadino.

Motta Sant’Anastasia è il Comune maggiormente colpito in Sicilia  nella maxi-truffa di Tributi Italia:  Codici annuncia esposti in tutte le Procure della Regione

Motta Sant’Anastasia è il Comune maggiormente colpito in Sicilia nella maxi-truffa di Tributi Italia: Codici annuncia esposti in tutte le Procure della Regione

Sono dodici i Comuni del Catanese, colpiti dalla maxi-truffa di Tributi Italia, la società incaricata della riscossione dei tributi i quali non sarebbero,però, poi stati riversati agli Enti locali.

Il record dei Comuni truffati in Sicilia  lo detiene Motta Sant’Anastasia che ha visto sfumare quasi 4.000.000 di €, a seguire troviamo Adrano con 540.752 € ,Grammichele con 309.719 €, Belpasso 215.507 € e, quello di San Michelele di Ganzaria con 205.986

Dall’indagine condotta dalla Procura della Corte dei Conti, infatti, emerge che sarebbero stati sottratti ai 56 Comuni siciliani interessati diversi milioni di euro; per intenderci, gli incassi di Imu, Tari ed altri tributi locali versati dai contribuenti.

Per questo motivo, l’Avv. Manfredi Zammataro, segretario regionale dell’Associazione di consumatori Codici, ha dato mandato all’Ufficio Legale Regionale affinché venga presentato un esposto presso la Procura di Catania e presso le altre Procure Siciliane ove insistono i Comuni truffati, per far luce su tale incresciosa vicenda: “siamo davanti ad un autentica truffa ai danni dei cittadini – commenta Zammataro –  è indispensabile fare chiarezza su tali fatti per la tutela dei contribueneti e dei servizi loro rivolti. Vogliamo capire come è possibile che alcuni comuni hanno visto sfumare milioni di euro senza che l’Ente Locale si accorgesse che non venivano restituiti nelle casse comunali. Per questo abbiamo dato mandato al nostro pool di avvocati di presentare esposti in tutte le Procure della Regione siciliana. I comuni siciliani, negli ultimi anni, appaiono provati da considerevoli ristrettezze di bilancio sempre più opprimenti per i cittadini e per i servizi loro rivolti; non possiamo permettere, dunque, che quanto loro richiesto in termini fiscali venga, poi,sottratto alle casse comunali ed alle loro finalità pubbliche”.

Soprattutto in un periodo di magra per gli Enti locali, infatti, i cittadini risultano destinatari di una pressione fiscale sempre più elevata e di servizi, spesso, ridotti a lumicino. Tale stato di cose, dunque, non può che provare oltremodo la tenuta dei bilanci comunali.

L’azione che stiamo mettendo in campo, concludono i legali, va a difesa sia degli enti locali che dei cittadini contribuenti che non possono essere considerati un bancomat da spremere a piacimento.