COMUNI-EAS, CODICI : IL GOVERNO AUTORIZZI I COMUNI AD INCASSARE DIRETTAMENTE CANONI FOGNARI E DEPURATIVI

  Dal 2004 EAS è in liquidazione e da allora non ha mai riversato ai Comuni i canoni fognari e depurativi che incassa per conto degli stessi ma che invece per legge avrebbe dovuto riversare nelle casse comunali. Il risultato sono migliaia di euro di ammanchi che oggi, unitamente alle minori risorse economiche e i tagli agli Enti locali da parte dello stesso governo regionale oltre che nazionale, causano l’aumento delle imposte locali o i tagli ai servizi per la collettività.
“L’iniziativa parte dalla circostanza che in questo ultimo anno l’EAS ha inoltrato richieste di pagamento per consumi spropositati, alcune anche di decine di migliaia di euro per nuclei familiari di due persone, – spiega l’Avv. Vincenzo Maltese segretario di Codici Trapani, per asserite eccedenze che vanno dal 2008 al 2011, che hanno scatenato le proteste dei cittadini. L’effetto è stato il mancato pagamento delle bollette, sia per l’intervenuta prescrizione quinquennale che per contestazione dei consumi riportati. Considerato che in tali fatture vengono anche conteggiati i canoni fognari e depurativi che, di conseguenza non vengono pagati ad EAS, abbiamo inoltrato una richiesta al Presidente On.le Rosario Crocetta, all’Assessore all’Energia e Servizi Pubblica Utilità, Dott.ssa Vania Contrafatto, al Presidente dell’ARS, On.le Giovanni Ardizzone, al Presidente della IV Commissione Territorio ed Ambiente, On.le Giampiero Trizzino, oltre che per conoscenza all’ANCI Sicilia, di adottare un provvedimento normativo che vada in favore delle amministrazioni locali affinchè possano richiedere ed incassare direttamente dagli utenti Eas, i canoni fognari e depurativi a loro spettanti, andando così a colmare una lacuna normativa.

“Ci aspettiamo che venga sostenuta da tutta l’Assemblea regionale, commenta l’Avv. Manfredi Zammataro, segretario regionale di Codici, perchè norma di buon senso che consentirebbe ampio respiro per i bilanci comunali ormai ridotti all’osso a causa dei numerosi tagli imposti anche da Roma.

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