LA BANCA PRETENDE IL PAGAMENTO ILLEGITTIMO DI CIRCA 140 MILA EURO DA UN CONSUMATORE. IL GIUDICE SOSPENDE PARZIALMENTE L’ATTO DI PRECETTO.

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“Il consumatore a seguito dell’udienza, risultava debitore, non già della somma richiesta dalla Banca di 250.000,00 euro ma -come si legge nell’ordinanza- dell’importo di euro 116.657,87 (al netto di quanto già corrisposto). Pertanto la Banca avrebbe richiesto al Consumatore illegittimamente la somma non dovuta di circa 140.000,00 euro”

Il Tribunale di Catania ha emesso un’ordinanza su una vicenda che vedeva come protagonista un consumatore della provincia di Catania che si era rivolto all’Associazione dei Consumatori CODICI Sicilia a seguito della notifica di un atto di precetto da parte della Banca, con la quale aveva sottoscritto un mutuo fondiario per l’acquisto della prima casa. Ebbene con tale atto di precetto la Banca pretendeva dal consumatore il pagamento di una somma asseritamente dovuta pari a circa 250 mila euro.

Per tale ragione, il consumatore decideva di rivolgersi all’Associazione CODICI Sicilia che, dopo attente valutazioni compiute dell’Ufficio Legale del CODICI Sicilia, corredate da perizie econometriche, confermavano l’illegittimità della somma richiesta dall’Istituto di Credito. L’utente pertanto presentava opposizione all’atto di precetto; in sede di udienza, infatti venivano evidenziate le gravi illegittimità presenti nel contratto di mutuo.

Ebbene, a seguito dell’udienza il Giudice scioglieva la riserva, concedendo una sospensione dell’atto di precetto pari alla metà della somma richiesta dall’Istituto di Credito.

Pertanto il consumatore, risultava debitore, non già della somma richiesta dalla Banca di 250.000,00 euro ma -come si legge nell’ordinanza- dell’importo nettamente inferiore di euro 116.657,87 (al netto di quanto già corrisposto nei vari anni). Pertanto la Banca avrebbe richiesto al Consumatore illegittimamente la somma non dovuta di circa 140.000,00 euro

Invero, la Banca non aveva altresì specificato nel contratto i costi relativi all’assicurazione, ragione per cui il Giudice ha evidenziato una violazione dell’art. 117 T.U.B. e della trasparenza contrattuale  con la conseguente rideterminazione della somma richiesta dall’Istituto di credito.

Una vicenda che, purtroppo, contribuisce ancora una volta a minare la fiducia dei consumatori nei confronti delle Banche e degli Istituti di Credito – dichiara il Segretario Regionale del CODICI Sicilia Avvocato Manfredi Zammataro- soprattutto in un momento storico caratterizzato dalla difficoltà finanziaria generalizzata, dove gli sforzi economici posti in essere dai cittadini rischiano di essere ulteriormente aggravati dalle illegittime pretese e dagli abusi commessi dagli Istituti di Credito che spesso spingono i consumatori verso il  baratro della povertà e del rischio usura, con tutte le gravi conseguenze che ciò comporta tanto sul piano economico quanto su quello legale e sociale.

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