“Assicurare a tutti i cittadini consumatori e utenti il diritto di concorrere con le loro associazioni alla partecipazione politica, economica e sociale al pari delle altre categorie economiche dell’impresa e del lavoro in un quadro di nuove garanzie costituzionali”.
Con questa motivazione le associazioni maggiormente presenti sul territorio della Regione Sicilia (CODICI, A.E.C.I, A.I.A.C.E, ASSOUTENTI, CENTRO STUDI GIURIDICI E POLITICI OFFICINADIDEE ASSOCIAZIONE CULTURALE, CONSITALIA, PROLEGIS) hanno dato vita a “Rete Consumatori Sicilia”.
L’obiettivo principale che si pone il nuovo soggetto associativo è quello di garantire verso le Istituzioni e le rappresentanze delle imprese un’ adeguata forza rappresentativa degli interessi dei consumatori.
“Il cittadino-consumatore, utente”, spiegano le associazioni, “è un soggetto in costante evoluzione che, nelle sue tre dimensioni, ha un interesse oggettivo a riformare dalle fondamenta il sistema politico-istituzionale, economico e sociale”. I cambiamenti intervenuti nell’economia e nella finanza “hanno reso ancora più debole il consumatore in particolare per l’asimmetria delle informazioni e delle conoscenze e richiedono un rafforzamento dei diritti fondamentali e il loro ampliamento al diritto di negoziazione dei propri interessi per contrastare un modello economico dissipatorio, scarsamente rispettoso della salute dei consumatori, delle risorse planetarie e dell’ambiente”.
Nell’atto di nascita del nuovo organismo associativo si legge: “Il cambiamento profondo negli stili e nelle condizioni di vita hannoportato a una società completamente diversa da quelle in cui i sistemi di welfare erano stati originariamente progettati”.
L’innalzamento dell’età media e della speranza di vita, la diminuzione delle nascite, l’uscita delle donne dalla famiglia verso il lavoro remunerato e, contestualmente, i mutamenti nei modi di produzione, con l’espansione dei servizi e la riduzione del settore industriale tradizionale, la crescente volatilità della formazione ricevuta e delle competenze acquisite, rendono i sistemi di welfare tramandati sempre meno sostenibili, sia riguardo alla loro legittimazione, sia riguardo al loro finanziamento.
“L’utente dei servizi pubblici, alla percezione dell’inadeguatezza rispetto alle nuove esigenze e dei costi crescenti, aggiunge il disincanto rispetto al loro funzionamento concreto, che vienesacrificato trasformando i patti di solidarietà in accordi di collusione neocorporativa a volte sfruttati dalle burocrazie preposte ai servizi, che intercettano una quota non trascurabile delle risorse (sempre più scarse) disponibili”.