“Siamo soddisfatti che il Tribunale di Patti abbia accolto la nostra richiesta di costituzione di parte civile nel processo che si svolgerà contro i presunti responsabili di un caso di corruzione nella Pubblica Amministrazione così grave” hanno dichiarato gli avv. Manfredi Zammataro (Presidente di CODICI – Centro per i diritti del cittadino – Sicilia) e Melita Cafarelli (responsabile di CODICI Messina).
Di questi giorni è infatti il processo che vede imputati ben 34 soggetti, coinvolti a vario titolo in reati quali corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, abuso d’ufficio, falsità ideologica in atto pubblico, turbata libertà degli incanti, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, associazione a delinquere e persino estorsione. L’operazione che prese il nome di “Patti e Affari” portò nell’agosto del 2015 all’arresto di vari imprenditori, amministratori e funzionari del Comune di Patti; tutti indagati, tra i quali – peraltro – anche il sindaco Giuseppe Mauro Aquino e diversi assessori e consiglieri comunali. Dietro la vicenda vi era un giro di assunzioni e di assegnazioni di servizi effettuati in maniera illegale e secondo meccanismi corruttivi.
“I fenomeni corruttivi, anche se fortunatamente oggi – grazie alle nuove leggi e ai maggiori controlli – sono più facilmente identificabili, rappresentano tuttavia un problema di primo piano; siamo contenti di poter prendere parte al processo e partecipare attivamente alla lotta contro i sistemi clientelari che purtroppo, all’interno della nostra società, sono ancora parecchio diffusi.” Hanno ancora affermato gli avv. Zammataro e Cafarelli “Da tempo ormai la nostra Associazione cerca di prendere parte attivamente al contrasto della corruzione sia partecipando ai processi secondo il principio di tutela del cittadino, cardine dell’attività del CODICI, che attraverso azioni di sensibilizzazione nei confronti della collettività. Va infatti compreso che i sistemi corruttivi rappresentano non solo una grave violazione della Giustizia e della Legalità, ma anche un inestimabile danno per la società civile alla luce delle gravi conseguenze che – come nel caso specifico – per fare un esempio, potrebbe comportare l’assunzione di personale non qualificato o scegliere ditte e servizi a detrimento dei principi di libera concorrenza. È quindi importante il lavoro svolto dalle Forze dell’Ordine che ha permesso di gettare luce sulle presunte azioni degli imputati coinvolti nel procedimento penale in questione”.