TARI: La replica del CODICI alle accuse apparse sulla testata Belice c’è

In merito alla pubblicazione di un articolo nella testata giornalistica Belice c’è (anno XII n.11, “Tasse. L’associazione Codici minaccia fuoco e fiamme ma prende cantonata. Tari errata? Nel Belice i calcoli sono corretti”) operante soprattutto nella zona Occidentale della Sicilia, in cui l’associazione CODICI – Centro per i diritti del cittadino – Sicilia è stata accusata di provocare inutile allarmismo sulla recente questione sollevata a livello nazionale su alcuni errori di fatturazione nel calcolo della parte variabile della TARI riscontrati in diversi comuni, ecco la dichiarazione del presidente regionale di CODICI Sicilia:

“Ci teniamo a precisare – afferma l’Avv. Manfredi Zammataro – che la nostra associazione, nel pieno dello spirito di difesa dei diritti del cittadino e dell’utente che da anni ormai guida l’operato dell’organizzazione concretamente presente nel territorio siciliano, si è subito attivata istituendo una task force allo scopo di studiare la questione e preparare le istanze di accesso agli atti da presentare ai vari comuni siciliani al fine di comprendere se effettivamente essi avessero applicato correttamente o meno la così detta “parte variabile” alla tassazione.

Non possiamo fare a meno di sottolineare che l’articolo in questione ha utilizzato toni esplicitamente e volutamente faziosi, nonché offensivi e diffamatori nei confronti della nostra associazione che, venuta a conoscenza della notizia relativa ad un’eccessiva tassazione applicata alla TARI (che andrebbe a gravare direttamente sulle spalle del contribuente) emersa a seguito di un’interrogazione del Ministero e della risposta proveniente dallo stesso, proprio in quanto organizzazione a tutela del consumatore, si è attivata per far luce sulla vicenda richiedendo ai comuni trasparenza e, pertanto, di fornire informazioni sull’applicazione della tassazione nella propria zona di competenza: quindi sulle modalità e sulla correttezza del calcolo utilizzato. Calcoli che, certamente, in questa prima fase non verranno effettuati dal CODICI proprio perché il compito di un’associazione non è quello di sostituirsi alle Istituzioni, ma di vigilare affinché le norme vengano rispettate senza colpire, né tantomeno gravare sul cittadino. Riteniamo che, nel caso specifico, il dovere della nostra associazione sia proprio quello di rivolgersi alle Istituzioni preposte invitandole a fare chiarezza sulla vicenda. Solo successivamente, una volta ottenute le informazioni necessarie a delineare un quadro completo, qualora dovesse emergere l’effettività di un errore nella fatturazione, il CODICI si attiverà per fornire assistenza a coloro che eventualmente avessero pagato più del dovuto. Per questo non riteniamo ammissibile che siano veicolate informazioni errate attraverso testate giornalistiche che, per deontologia professionale, dovrebbero riportare i fatti secondo verità e assumersi la responsabilità di ciò che affermano, ponendo, tra l’altro, la firma dei giornalisti che scrivono e pubblicano i propri articoli. Riteniamo inoltre estremamente grave la manipolazione delle informazioni, che va a colpire non solo l’eticità dell’associazione stessa, che opera in totale trasparenza e nel rispetto delle leggi, ma anche di tutti i cittadini che ripongono in essa fiducia. Abbiamo incaricato il nostro ufficio legale di mettere in atto i procedimenti del caso, volti a preservare l’immagine dell’associazione stessa e difenderla da qualsiasi attacco  diffamatorio”.

ASSOCIAZIONE CENTRO PER I DIRITTI DEL CITTADINO – CODICI SICILIA

C.F. 97245130824 – Associazione di consumatori ed utenti L.R. 23 maggio 1994, n. 7

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