da staff | Dic 7, 2016 | Senza categoria
Secondo quanto riportato da giornali, tv e testate on line l’Ente Luglio Musicale Trapanese avrebbe ottenuto l’affidamento diretto del teatro Tito Marrone da parte della Regione Siciliana. Come associazione di tutela dei consumatori ed utenti, nel porre attenzione sulla vicenda abbiamo l’obbligo di avanzare alcune domande perché ne siano meglio chiariti i contorni amministrativi:
- come può la Regione Siciliana disporre di un bene immobile quando ancora questo sia nella disponibilità del Libero Consorzio dei Comuni (ex Provincia Regionale)?
- come può, di conseguenza, la Regione Siciliana OGGI stipulare una convenzione decennale con l’Ente Luglio Musicale Trapanese, totalmente partecipato dal Comune di Trapani, senza aver fatto preliminarmente un passaggio con l’amministrazione guidata dal Sindaco Damiano che dello stesso Ente Luglio è anche il Presidente?
- come può la Regione Siciliana non avviare una interlocuzione di chiarezza con il Comune di Trapani anche alla luce del fatto che il sindaco Vito Damiano in data 14 marzo 2016 (prot. 24898) aveva scritto alla Regione Siciliana – Assessorato all’Economia – Dipartimento del Bilancio e del tesoro – Servizio patrimonio di non essere interessato alla acquisizione del Teatro Tito Marrone «[…] fintanto che non verranno sanati i difetti strutturali evidenziati nelle note tecniche allegate nonchè quant’altro dovesse emergere a seguito di più approfondita analisi strutturale, certamente necessaria prima di un qualsivoglia affidamento»?
- come può la Regione Siciliana non pretendere che sia posta fine ad una palese contraddizione in quanto Damiano non è interessato come legale rappresentate del Comune, mentre lo sarebbe in qualità di Presidente del Luglio Musicale Trapanese? Come se non si trattasse di un Ente partecipato dal Comune con risvolti sui bilanci comunali e quindi sui cittadini?
Gli avvocati Manfredi Zammataro, Segretario regionale del CODICI Sicilia e l’Avv. Vincenzo Maltese, segretario provinciale del CODICI Trapani, che da tempo si battono affinchè vi sia trasparenza nell’operato degli enti pubblici e nella pubblica amministrazione in generale, su questa vicenda vogliono verderci chiaro, in special modo per comprendere le ripercussioni di tipo economico che potrebero ricadere sugli utenti e sui cittadini-contribuenti, per capire che fine ha fatto la proposta di una cogestione del teatro Tito Marrone tra il Comune di Erice ed il Comune di Trapani, e per capire il senso di una manifestazione di disinteresse del Comune di Trapani a fronte di un contestuale interesse dell’ELMT a distanza di pochi mesi.
«Infatti, a rafforzare i nostri dubbi e ad onor di memoria – commentano i due legali –, ci sono le notizie di stampa che si possono trovare sul web, dalle quali risulta come già lo scorso anno il Sindaco di Erice, Giacomo Tranchida, avvesse chiesto alla Regione Siciliana l’affidamento del Teatro “Tito Marrone”, che ricade in territorio ericino, anche in COGESTIONE con il Comune di Trapani. Ricordiamo che la stessa Regione Siciliana avrebbe preteso un canone d’affitto con a carico dei due Comuni anche gli oneri di manutenzione ordinaria e straordinaria».
Peraltro, a seguito della rinuncia da parte del Comune di Trapani, l’amministrazione ericina si era comunque messa al lavoro procedendo a sopralluoghi e verifiche con la Commissione pubblici spettacoli e tenendo rapporti con associazioni artistiche varie, per concordare una gestione del teatro Marrrone una volta completato l’iter amministrativo che avrebbe portato l’ente alla gestione dello stesso.
Ad avviso di CODICI, pertanto, mancherebbero i passaggi propedeutici con i predetti enti locali per giungere ad un affidamento diretto del teatro al Luglio Musicale che, tuttalpiù potrebbe averne solo successivamente una gestione tecnico-artistica.
«Abbiamo presentato una istanza al Dott. Giovanni Bologna, Direttore generale della funzione pubblica della Regione, per conoscere come stanno realmente i fatti – concludono gli avvocati Zammataro e Maltese -. È necessario che si faccia luce su tale vicenda; che sia individuato il procedimento corretto da seguire sul piano amministrativo, anche per comprendere dove stia la verità e dove la propaganda. E per capire, soprattutto in termini di costi, quanto questi potrebbero incidere sul bilancio comunale del Comune di Trapani e se sia stata preventivata una spesa di massima complessiva per una gestione del Teatro,».
da staff | Dic 4, 2016 | Senza categoria
“Se quanto denunciato da numerosi cittadini circa la presenza in alcuni seggi elettorali della nostra Regione, di matite cancellabili e quindi non autorizzate dalla legge troverà riscontro, è chiaro che saremmo di fronte ad un fatto gravissimo, che inquina del tutto le consultazioni elettorali, considerato che non vi può essere nessuna certezza che il voto liberamente espresso dai cittadini non sia successivamente cancellato e modificato” E’ quanto afferma l’Avv. Manfredi Zammataro, Segretario Regionale dell’Associazione Nazionale dei Consumatori CODICI Centro per i Diritti del Cittadino- che sul punto preannuncia che “l’Associazione CODICI – Centro per i Diritti del Cittadino- presenterà formale denuncia presso le Procure della Repubblica presso i Tribunali siciliani per chiedere di fare luce su questa vicenda a tutela del sacrosanto diritto di voto sancito e tutelato dalla nostra Costituzione”.
da staff | Dic 2, 2016 | Senza categoria
Idee e proposte per un welfare contrattuale nel pubblico e nel privato: è questo il titolo del Convegno Nazionale tenutosi l’1 Dicembre e organizzato dall’USAE (Unione sindacati Autonomi Europei). All’incontro presente anche l’associazione CODICI, nella persona del Presidente Regionale Avv. Manfredi Zammataro.
Tanti i relatori e parecchi i contributi proposti per le problematiche che girano intorno alla sfera del lavoro, sia nelle aziende pubbliche, che fanno spesso ricorso a contratti a tempo determinato contribuendo ad accrescere instabilità e precariato, che nelle aziende private che assumono con contratti atipici.
“Le problematiche discusse al Convegno coinvolgono anche la nostra associazione – afferma l’Avv. Zammataro – è necessario fare rete con i sindacati, le altre associazioni e i cittadini per trovare soluzioni che permettano un trattamento più equo di tutti i lavoratori ed evitare che i cittadini non possano usufruire di tutti i servizi a loro dedicati, solo perché le la questione dei contratti e delle assunzioni bloccate immobilizza le aziende sia pubbliche che private”.
Tra gli altri relatori presenti, inoltre, Il Senatore Antonio Scavone, l’ Onorevole Giovanni Burtone e l’ Onorevole Nello Musumeci, oltre che rappresentanti di diverse associazioni, rappresentanti dell’Università e dell’Ordine degli Avvocati di Catania.
da staff | Dic 2, 2016 | Senza categoria
I giudici della Consulta hanno dichiarato illegittimo il blocco delle pensioni voluto nel 2012 e nel 2013 dal governo Monti che, per un intero biennio, non ha rivalutato in base all’inflazione gli assegni previdenziali sopra i 1.400 euro lordi, come invece era sempre avvenuto prima .
Infatti, con la pronuncia della Corte Costituzionale (Sentenza n. 70/2015) la rivalutazione prevista dall’art. 34, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, bloccata dalla Legge Fornero per gli anni 2012-‐2013, riprenderebbe a produrre effetti.
Pertanto, la Corte Costituzionale con la Sentenza ablativa n. 70/2015 ha giudicato incostituzionale il blocco della perequazione delle pensioni operato, in riferimento agli anni 2012-2013, dell’art. 24 comma 25 del D.L. 201/2011 che conseguentemente è da ritenersi abrogato. In particolare la norma aveva disposto la rivalutazione piena (100% indice FOI) delle pensioni non superiori a 3 volte il trattamento minimo INPS dell’anno precedente l’anno di competenza della rivalutazione (per il 2011 1.405,05 euro). Inoltre era stata prevista la rivalutazione per le pensioni di importo compreso tra 1.405,05 euro lordi e 1.443 euro lordi ( 3 volte il trattamento minimo rivalutato). Tutti i trattamenti pensionistici di importo superiore a 1.443 euro non venivano rivalutati all’indice inflattivo di riferimento per la totalità del loro importo.
Il giudice delle leggi ha riscontrato in tale norma una lesione degli artt. 36 e 38 della Costituzione in riferimento ai quali è stata effettuata una lettura sistematica.
Su detta pronuncia è intervenuto il Governo che, con il Decreto Legge n. 65 del 2015, ha limitato il diritto alla rivalutazione delle pensioni. Più precisamente, il Decreto ha stabilito diverse misure di rimborso e, in alcuni casi, l’ha addirittura escluso.
Il 15.07.2015 è stato approvato in via definitiva al Senato il disegno di legge per la restituzione parziale ai pensionati degli arretrati (sotto forma di una tantum) e il D.L. n. 65/2015 è stato convertito nella Legge del 17 luglio 2015 n. 109 LEGGE 17 luglio 2015, n. 109.
Dopo il pronunciamento della Corte, l’esecutivo guidato da Matteo Renzi avrebbe dovuto restituire ai pensionati la bellezza di 16-18 miliardi di euro ma ha deciso di rimborsarne solo una piccola parte, cioè 2,18 miliardi circa.
Il Tribunale di Trapani ha fissato per il mese di giugno le prime udienze sui ricorsi depositata dall’Avv. Filippo Spanò il quale dichiara che fino al 31 dicembre sarà ancora possibile agire per il riconoscimento dei diritti di tutti quei pensionati vittime del blocco della perequazione!
Invitiamo, pertanto, chi volesse far esaminare la propria posizione, a contattare urgentemente la segreteria di CO.DI.CI al 3920779799 o via mail a spanofilippo@tiscali.it) per verificare i casi che rientrano tra quelli per cui è possibile avviare le azioni volte ad ottenere la ricostituzione della pensione d il rimborso degli arretrati.
da staff | Dic 1, 2016 | Senza categoria
Fonte: http://www.lurlo.info/it/ciofs/
Basterebbe una semplice lettera per sbloccare la situazione e aiutare gli ormai ex dipendenti del Ciofs, ente di formazione professionale curato e gestito dalle suore salesiane. Oltre il danno, la beffa per i 64 lavoratori dell’ente che sono stati licenziati e mai liquidati. Il trattamento di fine rapporto che l’Inps dovrebbe erogare risulta essere bloccato finchè l’ente non invierà una lettera di autorizzazione all’erogazione.
Il Ciofs, formato nel 1978 proprio con “finalità istituzionali di orientamento, di formazione, di aggiornamento professionale, di ricerca e di sperimentazione, promuovendo e valorizzando lo specifico apporto femminile in ambito socio-culturale ed economico”, da diversi anni sta subendo sulla propria pelle la crisi del settore della Formazione. A pagarne le conseguenze i 64 lavoratori che hanno svolto la loro attività presso le diverse sedi dislocate nelle province siciliane: Gela, Catania, Acireale, Palagonia, Pietraperzia, Palermo, Messina e Modica.
Nel 2015, infatti, iniziano i primi licenziamenti, la riduzione delle ore, che in molti accettano pur di salvaguardare il posto e nella speranza di un futuro migliore, e la cassa integrazione. I mesi passano, la Regione non paga, l’avviso 3 è bloccato. L’ente decide quindi, a settembre 2015 di continuare solo i corsi Oif, quelli dedicati ai minori e all’obbligo scolastico. Ci sono quindi altri esuberi e altri licenziamenti.
A febbraio 2016, la svolta negativa: la scuola decide di non poter andare avanti, i ragazzi fatti trasferire in altri enti e nominati due liquidatori che avrebbero portato alla chiusura. Gli stipendi arretrati sono ormai ben 10 mensilità. Ad ottobre , è stata depositata la domanda di concordato preventivo in bianco; domanda che però il tribunale rigetta insieme a quella di fallimento.
Con l’acqua alla gola, i lavoratori subiscono l’ennesimo smacco: il Tfr (trattamento di fine rapporto ndr) già versato dall’ente risulta essere bloccato. All’Inps servirebbe una dichiarazione dell’amministrazione che sblocchi i fondi fino al momento versati e che in nessun caso potrebbero tornare nelle casse del Ciofs. Lettera però che i responsabili dell’Ente non hanno mai inviato.
A nulla è valsa la denuncia di alcuni ex dipendenti all’ispettorato del lavoro, messo con le spalle al muro dalla burocrazia stessa.
Diversi i tentativi dei lavoratori di parlare con qualcuno, ma tutti si sono trincerati dietro il silenzio: un silenzio assordante che lascia un unico dubbio generale. Perchè non fare l’unico passo che permetterebbe di aiutare in questa difficilissima situazione i lavoratori?
“Stiamo seguendo di recente alcuni lavoratori dell’ Ente di formazione denominato Ciofs Sicilia -spiegano gli avvocati dell’associazione Codici, Manfredi Zammataro e Mario Campione – In questa inquietante vicenda che vede per l’ennesima volta protagonista (in senso negativo) il sistema formazione siciliano. Ebbene, Non possiamo che prendere atto come questi lavoratori siano stati lasciati del tutto abbandonati da parte del datore di lavoro e in una situazione di totale incertezza sia occupazionale sia con riferimento alle loro spettanze lavorative nonché per lo stesso Trattamento di Fine Rapporto. Superfluo dire come tale situazione sta snervando gli ex lavoratori dell’Ente di formazione, costretti a vivere giorno dopo giorno nell’incertezza del loro futuro. Tutto questo è francamente inaccettabile. Per tale ragione, preannunciamo che porremo in essere in nome e per conto dei nostri assistiti tutte le iniziative volte alla loro più completa tutela”.