da staff | Mar 20, 2017 | Senza categoria
L’Associazione CODICI – Centro per i Diritti del Cittadino, riceve segnalazioni da parte di cittadini circa la mancata erogazione anche per il mese di marzo del bonus socio sanitario a favore i soggetti disabili. In particolare, sarebbe stato riferito dagli uffici dei servizi sociali che anche per il mese di marzo non verrà erogato nessun bonus.
“Non viene però riferito il motivo di tale impedimento, riferisce Rocco Sgrò, responsabile del Dipartimento Servizi sociali dell’associazone di consumatori CODICI, e per questo vogliamo vederci chiaro. Non possiamo più accettare che i diritti vengano negati sempre ai soggetti più svantaggiati e per questo abbiamo deciso di inviare una diffida a firma dei legali di Codici.
Nonostante la Regione con nota avente prot n. 31142 del 7.10.2016 abbia reso noto a tutti i Distretti Socio Sanitari dell’Isola l’emissione dei mandati di pagamento, giusta Determina Dirigenziale n. 2457 del 23.09.2016, commentano più dettagliatamente gli Avv. Manfredi Zammataro Segretario regionale del CODICI Sicilia e Avv. Vincenzo Maltese, delegato per CODICI Trapani, ad oggi non ci sono notizie circa l’effettiva erogazione del Buono Socio Sanitario per gli aventi diritto.
“Per questo abbiamo inviato una nota agli Uffici comunali con diffida a comunicare le ragioni ostative all’erogazione del bonus socio sanitario, concludono i due legali Zammataro e Maltese, considerato che gli aventi diritto stanno subendo senza alcuna spiegazione un disservizio oltre che un disagio perenne per le famiglie con lesione di un proprio interesse legittimo”.
da staff | Mar 18, 2017 | Senza categoria
Avv. Zammataro “Secondo l’Istat in Italia, su 10 matrimoni, tre finiscono con una separazione. Dietro i numeri ci sono i drammi vissuti da famiglie spezzate: l’incomunicabilità costringe i coniugi a stare lontani e trovare due tetti distinti. E a farne le spese sono sempre i più piccoli”.
Ha avuto inizio il 17 marzo 2017 dinnanzi al Tribunale di Catania, il procedimento penale che vede imputata una madre con l’accusa di aver sottratto il proprio bambino alle cure paterne, portandolo con sé, permanentemente e contro il volere dell’ex-partner, nel proprio Paese d’origine. L’udienza ha visto il racconto straziante del padre, assistito in aula dall’avvocato Manfredi Zammataro, che ha ripercorso tutte le tappe che hanno portato alla sottrazione del figlio da parte della madre.
Il caso riguarda l’ennesimo esempio di sottrazione di minore, azioni che da tempo il CODICI – Centro per i diritti del cittadino tenta di combattere attivando precisi sportelli e azioni di sensibilizzazione come la campagna titolata “Voglio papà”. Il bambino, dopo la separazione dei genitori, sarebbe andato a vivere con la madre e con i nonni materni fino al momento in cui la donna ha deciso, autonomamente e senza comunicare la propria intenzione all’ex-marito, di partire per l’Africa (di cui è originaria) portando con sé il bambino. Successivamente la donna ha non solo esplicitato l’intenzione di rimanere nella propria terra d’origine, ma ha pian piano limitato sempre più i contatti tra padre e figlio.
La vicenda, se confermata in sede processuale, rappresenta l’ennesimo caso di sottrazione illecita di minore alla potestà paterna: una tragedia vissuta da tanti genitori che, oltre alle difficoltà dovute al divorzio, si ritrovano a dover far fronte all’ostilità dell’ex-partner tramutata in quella che la comunità scientifica ha definito come PAS, Sindrome da alienazione parentale.
“Quella vissuta da molti genitori e, in particolare, da molti padri che si vedono allontanare i propri figli da un ex-coniuge per astio, vendetta, risentimento e quant’altro è una tragedia reale” ha dichiarato l’Avvocato Manfredi Zammataro, presidente regionale di CODICI – Centro per i diritti del cittadino – Sicilia “La PAS è sempre più riconosciuta come sindrome a tutti gli effetti, le cui conseguenze si riversano direttamente sul rapporto genitore-figlio. La sofferenza provocata dal distacco di un figlio non è percepita solo dalle mamme, ma anche inevitabilmente e in egual misura dai padri, che nella maggior parte dei casi vedono distruggere il proprio ruolo genitoriale, assieme alla possibilità di partecipare attivamente alla crescita e alle tappe che il bambino raggiungerà.
Secondo l’stat – prosegue Zammataro – in Italia, su 10 matrimoni, tre finiscono con una separazione. Dietro i numeri ci sono i drammi vissuti da famiglie spezzate: l’incomunicabilità costringe i coniugi a stare lontani e trovare due tetti distinti. E a farne le spese sono sempre i più piccoli.
I costi per un’operazione del genere ovviamente non sono bassi e sono in particolare gli uomini a farne le spese visto che in caso di figli minori debbono lasciare la casa a disposizione dell’ex moglie. Il nuovo affitto, unito all’assegno di mantenimento, rende la condizione di molti insostenibile.
Per alcuni la situazione diviene drammatica, perché se non si è in grado di pagare un affitto o di tornare ad abitare con i genitori, l’unica soluzione è la macchina o la strada. Secondo la Caritas sono 150mila i padri che oggi in Italia vivono in totale indigenza”.
CODICI, preso atto della gravità del fenomeno, ha deciso di offrire i suoi consulenti per l’assistenza legale e psicologica nei casi in cui si sospetta la sindrome. L’obiettivo è quello di promuovere il principio di bi-genitorialità e di riequilibrare il rapporto e il benessere dei componenti della famiglia.
CHE COS’E’ LA SINDROME DI ALIENAZIONE PARENTALE? Descritta per la prima volta nel 1985 dallo psichiatra Richard Gardner, la Sindrome di alienazione parentale, è la condizione in cui il figlio dà vita ad una campagna di denigrazione non giustificata nei confronti dell’altro genitore.
Questo comportamento deriva dalla manipolazione ad opera del genitore affidatario.
Come sapere se si è vittima di questa sindrome
Ecco gli 8 sintomi che la qualificano:
- campagna di denigrazione:il figlio ha un ruolo attivo nella campagna di denigrazione del genitore alienato;
- razionalizzazioni deboli, superficiali, assurde o comunque prive di riscontri oggettivi;
- mancanza di ambivalenza:per il figlio il genitore alienante possiede solo caratteristiche positive, mentre quello alienato solo negative;
- fenomeno del pensatore indipendente:il figlio motiva il rifiuto nei confronti del genitore alienato come frutto del proprio pensiero, negando qualsiasi influenza da parte del genitore alienante;
- appoggio automatico al genitore alienante:il figlio si schiera sempre e solo a favore del genitore alienante;
- assenza di senso di colpa:il figlio non mostra alcun sentimento di empatia nei confronti delle sofferenze del genitore alienato;
- scenari presi in prestito:il figlio utilizza espressioni e vocaboli che appartengono al linguaggio degli adulti, a volte misconoscendo il significato di termini provenienti dal linguaggio del genitore alienante;
- estensione dell’ostilità:la campagna di denigrazione e l’animosità si allarga agli altri componenti della famiglia del genitore alienato (nonni, zii, cugini, parenti).
da staff | Mar 16, 2017 | Senza categoria
CODICI – Centro per i diritti del cittadino è stata ammessa come parte civile al procedimento penale contro i vertici della Raffineria di Milazzo. “Siamo contenti della decisione di ammettere la nostra associazione al processo, presa dal Tribunale di Messina” ha dichiarato l’Avv. Manfredi Zammataro, presidente regionale di CODICI – Centro per i diritti del cittadino – Sicilia “Disastri ambientali come quello che, secondo l’accusa, sembrano essere stati causati da atti puramente negligenti, rappresentano un gravissimo danno per l’ambiente come per la salute dei cittadini. Un gesto indubbiamente criminale che, per questo, passerà al vaglio del giudizio penale e la nostra Associazione sarà anche stavolta in prima linea”.
Il disastro ambientale in questione risale al 22 novembre 2011, quando la zona di Milazzo fu colpita da un’alluvione che causò la tracimazione di oltre 61mila metri cubi di acque di lavorazione contenute in serbatoi di stoccaggio, giunte fino al mare; molte furono infatti, in quell’occasione, le segnalazioni in mare di evidenti chiazze di idrocarburi. Secondo le indagini, quanto accaduto sarebbe da attribuire alla negligenza degli attuali imputati, vertici della Raffineria di Milazzo: Marco Antonio Saetti (Direttore della RAM), Paolo Antonio De Gaetano, Natale Anastasi, Rosario Cannistrà, Sebastiano Bertino, Raffaele D’ Angelo (in qualità di tecnici della RAM).
“L’ammissione al procedimento quale parte civile, permetterà alla nostra Associazione – che da tempo ormai si occupa di problematiche ambientaliste e di lottare contro i responsabili di disastri come quello attualmente in causa, allo scopo di tutelare e salvaguardare l’ambiente e la salute dei cittadini esattamente come sancito dallo statuto del CODICI – di ottenere Giustizia per quanto accaduto: la dispersione in mare di materiali evidentemente tossici rappresenta infatti un grosso danno non solo per l’ambiente e la fauna marina che sono stati così colpiti in maniera diretta da quanto accaduto, ma anche per la salute dei cittadini, essendo il mare un’importantissima risorsa umana, dalla quale si attinge una vasta gamma di prodotti di uso quotidiano e comune” ha concluso l’Avv. Zammataro.
da staff | Mar 14, 2017 | Senza categoria
La famiglia separata è una realtà sociale che investe il nostro Paese e crea una vera e propria emergenza. Secondo i dati dell’Istat (2012) ogni 1.000 matrimoni celebrati nel nostro Paese, 311 finiscono con una separazione e 174 con un divorzio e chi ne fa le spese sono di norma i padri. Il baratro in cui finiscono tanti padri separati è ribadito anche dall’ultima indagine del Centro studi e ricerche sulla famiglia dell’Università Cattolica: segnala che un terzo dei padri separati, pagato l’assegno di mantenimento a ex mogli e figli, può contare su un reddito residuo che va dai 300 ai 700 euro netti mensili. Il 17% deve accontentarsi di una cifra che oscilla dai 100 ai 300 euro. Ma c’è un 15% cui restano in tasca meno di 100 euro al mese.
Secondo l’Istat, nel 2012 (ultimo dato disponibile) la media degli assegni di mantenimento di una ex moglie era di 496 euro mensili lordi, quello di un figlio 521 euro. Dati comunque alti, ma sicuramente inferiori a quel che è la media reale, visto che l’Istat segnala in nota di avere considerato “solo gli importi mensili pari o superiori a 25 euro e inferiori a 10 mila euro”, il che di fatto significa avere imposto l’eliminazione dalla statistica dei soli assegni più elevati.
Questa grave situazione ricade sui Comuni che vengono chiamati a risolvere concretamente i problemi economici e di gestione dei servizi sociali i quali affrontano le diverse problematiche di affidamento dei minori con strutture oramai al collasso istituzionale che fanno più danni che servizi. “Bisogna prendere coscienza del problema”, affermano gli Avvocati Ivano Giacomelli e Manfredi Zammataro rispettivamente segretario nazionale e regionale del CODICI – Centro per i Diritti del Cittadino, “e cercare delle soluzioni, per questo facciamo appello ai candidati di prevedere l’istituzione di una consulta presso l’assessorato che sarà dei servizi sociali come segnale di attenzione a questa nuova emergenza”.
da staff | Mar 11, 2017 | Senza categoria
L’Associazione Codici ha ricevuto segnalazioni in merito alla richiesta di pagamento che molti cittadini ricevono quali proprietari di terreni ricadenti nelle zone di interesse c.d. Area F, nell’ambito del CONSORZIO DI BONIFICA 11 MESSINA, richiesta effettuata senza però ricevere in cambio alcun tipo di servizio o beneficio.
Ai sensi dell’art. 40 dello Statuto del suddetto Consorzio “La ripartizione delle spese di funzionamento del Consorzio, di esecuzione, manutenzione ed esercizio degli impianti, o delle opere di bonifica ed irrigazione, nonché per l’adempimento delle altre finalità istituzionali, avviene in ragione dei benefici conseguiti ed i contributi a carico dei consorziati sono determinati sulla base di apposito piano di classifica per il riparto della contribuenza”.
Secondo la normativa di riferimento, però, il contributo non può essere applicato senza che il contribuente abbia mai ricevuto alcun servizio o beneficio dal consorzio.
“Il nostro obiettivo – dichiarano gli Avv.ti Manfredi Zammataro e Melita Cafarelli, rispettivamente Segretario Regionale e Provinciale dell’Associazione Codici – Centro per i diritti del Cittadino – è quello di creare un Comitato fra tutti i cittadini interessati alla vicenda ed avviare un dialogo con il Consorzio di Bonifica 11 Messina all’esito del quale si valuteranno quali sono le azione utili a tutelare i diritti dei cittadini”.
Chiunque volesse aderire all’iniziativa può rivolgersi al responsabile dello Sportello Codici Librizzi, Antonino Stefano presso la sede di Librizzi, Contrada Colla Maffone, Via Giovanni Paolo I, n. 3 oppure scrivere all’indirizzo mailassociazionecodici.messina@gmail.com o telefonate al numero 329.3292744.
da staff | Mar 7, 2017 | Senza categoria
CODICI: “i soci truffati sono ancora in tempo per costituirsi parte civile al processo per chiedere il risarcimento per quanto subito”
L’udienza contro i vertici della BCC Credito Aretuseo e della Banca di Credito di Pachino è stata rinviata al 16 maggio 2017: i soci truffati hanno quindi ancora tempo per costituirsi parte civile al processo per ottenere risarcimento per quanto subito.
Ieri si è svolta l’udienza, presso il Tribunale Penale di Siracusa, a rappresentare il CODICI e gli utenti che si sono rivolti agli sportelli dell’Associazione per ottenere assistenza legale, erano presenti gli avvocati Manfredi Zammataro (Presidente regionale del CODICI Sicilia) e Mario Campione (componente dell’Ufficio Legale Regionale): numerose sono state infatti le richieste dei soci della banca che nel corso di questi mesi hanno preso contatto con gli operatori e i legali del CODICI per partecipare alla maxi costituzione collettiva di parte civile approntata per tutelare i loro diritti, in quanto vittime della truffa, e per chiedere risarcimento per i danni da essi subiti.
La vicenda, lo ricordiamo, riguarda la cessione avvenuta praticamente a costo zero della BCC Credito Aretuseo, alla Banca di Credito di Pachino.
Sul banco degli imputati siedono, i vertici degli Istituti di Credito, accusati di aver sofisticato la situazione finanziaria della BCC Credito Aretuseo per svenderla a costo zero: azione le cui conseguenze sarebbero ricadute proprio sui circa 1200 soci e azionisti della banca, sia imprenditori che semplici cittadini che hanno visto prosciugati i risparmi di una vita.
L’udienza di ieri, che già ha subito un primo rinvio rispetto al 23 gennaio 2017, è stata ulteriormente rinviata al 16 maggio 2017 a causa dell’astensione del Giudice. “Quest’ulteriore rinvio consente ai soci vittime della truffa che ancora non si sono costituiti parte civile e che intendessero procedere in tal senso al fine di chiedere giustizia e risarcimento per i danni subiti, di farlo nell’udienza che avrà luogo a maggio” ha dichiarato l’avvocato Manfredi Zammataro “per quanto ci riguarda Il 16 maggio saremo presenti in aula, anche stavolta al fianco delle vittime e in difesa dei loro diritti”.
Il CODICI Sicilia fa infine sapere che chiunque volesse ottenere maggiori informazioni su come aderire alla costituzione collettiva di parte civile, può mettersi in contatto con i nostri sportelli ovvero può contattarci telefonando al numero 3202281052 o scrivere una mail a segreteria.sicilia@codici.org.”