da staff | Gen 9, 2017 | Senza categoria
“Da diverse segnalazioni pervenute all’ Associazione CODICI – Centro per i Diritti del Cittadino- Sicilia abbiamo appreso che il Comune di Catania non ha ancora attivato i riscaldamenti presso diversi Istituti Scolastici di sua pertinenza, ovvero nidi, asili e scuole elementari: tutte strutture che ospitano le fasce più giovani di studenti, bambini per i quali aumenta fortemente il rischio di incorrere in influenze e malanni. Inoltre in alcune scuole con mensa, a quanto pare, il cibo quest’oggi è arrivato alle 14,30 (anziché alle 12,30) oltre che congelato a causa del freddo e quindi immangiabile. La beffa sulla beffa se si pensa che il servizio mensa è pagato dai genitori.”
Proprio in questi giorni, durante i quali le temperature hanno subito forti cali in tutt’Italia e soprattutto qui in Sicilia, toccando anche alcuni gradi sotto lo zero come evidentemente riportato dalla cronaca di questi giorni costellata di immagini di nevicate che non si sono limitate a colpire solo l’hinterland etneo, arrivando persino alla città di Catania, sembra assurdo che il Comune non abbia ancora provveduto ad accendere i riscaldamenti negli Istituti Scolastici o a riparare eventuali guasti.
“Viste le emergenze di questi giorni, in cui il freddo è stato argomento centrale della discussione amministrativa, oltre che della cronaca, un simile ritardo non si spiega, pertanto – dichiara l’avv. Manfredi Zammataro, presidente di CODICI Sicilia – ci chiediamo come mai l’amministrazione comunale non abbia ancora provveduto, al rientro delle vacanze natalizie, a dotare le scuole del riscaldamento necessario alla permanenza di studenti e di insegnanti per ore all’interno delle strutture scolastiche. La salute dei più piccoli inoltre non va sottovalutata, soprattutto in periodi come quello invernale in cui epidemie ed influenze trovano maggiore diffusione”. L’associazione CODICI invita a segnalare ulteriori disservizi al 320.2281052 o scrivendo a: segreteria.sicilia@codici.org
da staff | Gen 9, 2017 | Senza categoria
“Non una di meno. Quando l’amore fa male”. Questo il titolo dell’incontro che si è svolto presso il Comune di Zafferana Etnea lo scorso 21 dicembre. L’evento organizzato dalla consigliera comunale Chiara Guglielmino ha coinvolto le diverse professionalità che operano intorno al fenomeno del femminicidio, tra i quali la psicologa Dott.ssa Giuseppina Maria Cardella, l’attrice Aureliana Spina e la Dott.ssa Daniela Leonardi, Sostituto Commissario della Polizia di Acireale.
Tra i relatori anche l’Avv. Manfredi Zammataro, Segretario Regionale dell’associazione CODICI, che si occupa anche di sostenere le vittime di stalking e di supportarle non solo a livello legale ma anche psicologico.
“Per arginare questo odioso fenomeno bisogna fare rete – afferma l’Avv. Zammataro – sia tra le associazioni che tra le Istituzioni. È impensabile, ad esempio, non dare apporto psicologico alla vittima che purtroppo subisce il sopruso non solo una volta, ma tutte quelle volte che sarà costretta per esigenze processuali a raccontare e rivivere ogni singolo momento. È necessario lottare per snellire le lungaggini burocratiche e per proporre delle misure di sostegno per le persone che vengono colpite da tragedie di questo tipo. Istituire un Fondo per le vittime secondarie, come quello già esistente per le vittime del terrorismo o della mafia, dovrebbe essere una proposta da portare avanti insieme”.
In platea presente inoltre la madre di Giordana Di Stefano, Vera Sqadrito, giovane mamma massacrata con 48 coltellate dal compagno un paio di anni fa. La Signora Di Stefano è intervenuta portando la sua esperienza carica sì di dolore ma anche di grande determinazione.
da staff | Gen 7, 2017 | Senza categoria
Il Centro per i Diritti del Cittadino annuncia: “ci costituiremo parte civile al processo in rappresentanza dei tanti cittadini catanesi indignati da quanto accaduto per chiedere la punizione dei responsabili”
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Quanto accaduto al Pronto Soccorso del Vittorio Emanuele di Catania è qualcosa di assurdo e inaccettabile, degno del peggiore paese del terzo mondo e denota l’assenza totale di condizioni di sicurezza tanto per il personale che per gli utenti delle strutture ospedaliere cittadine. E’ intollerabile infatti che soggetti non autorizzati e con intenti criminali, possano accedere con tale disinvoltura alle aree riservate dell’ospedale, sotto lo sguardo impassibile della vigilanza (che a tal proposito ci chiediamo per quale motivo venga pagata con i soldi di tutti noi contribuenti) per porre in essere un pestaggio nei confronti di un medico il dr. Rosario Puleo, reo di aver svolto il proprio lavoro.
Tale situazione, è indubbio che oltre ad aver arrecato un serio danno alla vittima, ha esposto a seri rischi gli utenti del Pronto Soccorso che dovevano essere visitati e curati dal medico che non ha potuto a causa delle lesioni subite. Per tale ragione, il CODICI – Centro per i Diritti del Cittadino (associazione che giornalmente opera a tutela dei diritti degli utenti del servizio sanitario nazionale) ha dato mandato al proprio ufficio legale di presentare un esposto con contestuale istanza di qualificazione come parte offesa preannunciando sin da ora la propria intenzione di costituirsi parte civile in rappresentanza dei tanti cittadini indignati da quanto accaduto per sedere al fianco della vittima e dell’Azienda per chiedere che i responsabili di tale gesto vengano puniti.
La vera scommessa è riuscire a far si che scene come questa possano non ripetersi più. Per tale ragione, chiediamo alle Istituzioni preposte di intensificare la sicurezza all’interno dei nosocomi cittadini garantendo una costante presenza di forze dell’ordine. E’ quanto afferma in una nota l’avvocato Manfredi Zammataro, segretario regionale dell’associazione CODICI – Centro per i Diritti del Cittadino.
da staff | Gen 7, 2017 | Senza categoria
In questi giorni, al Tribunale monocratico di Trapani, è pendente il processo dello scandalo della truffa dei loculi avvenuta a Erice tra il 2011 e il 2014. Davanti al giudice sono finiti il titolare di un’impresa funebre e un dipendente della ditta incaricata, all’epoca, dal Comune di Erice, della realizzazione del nuovo cimitero. Gli imputati sono accusati di truffa aggravata e di appropriazione indebita. Stando ai risultati portati alla luce dagli inquirenti sarebbero ben 22 le persone rimaste vittima della truffa nel periodo precedentemente descritto.
Un fatto grave che, se confermato, aprirebbe un nuovo capitolo di episodi illegali legati al settore funerario italiano.
Tuttavia appresa la notizia dai media altri cittadini che avevano consegnato somme di denaro alla ditta onoranze funebri di Scaduto Vincenzo per l’acquisto dei loculi, avrebbero accertato che al Comune di Erice in realtà non risulterebbero proprietari di nulla.
Per questo si sono rivolti all’avv. Vincenzo Maltese che già assiste alcuni cittadini già indicati quali persone offese nel processo pendente. Il legale pertanto sta predisponendo un ulteriore esposto che sarà depositato a breve con istanza di qualificazione di persone offese affinché la Procura di Trapani accerti anche gli ulteriori fatti e circostanze scandalose che saranno portate all’attenzione dei magistrati. Da valutare in tutta questa triste vicenda secondo l’avvocato Maltese anche la posizione della Cimer srl e in particolare se siano addebitabili particolari responsabilità per “culpa in vigilando”. Il processo inizierà il prossimo mese di marzo.
da staff | Dic 29, 2016 | Senza categoria
L’associazione CODICI-Centro per i diritti del cittadino è stata ammessa come parte civile nel processo che avrà luogo il prossimo marzo a seguito dell’operazione condotta dalle Forze dell’Ordine e denominata Gotha VI.
L’operazione, ulteriore esito di un filone di indagini che nel corso degli anni hanno contribuito a decimare le fila del clan mafioso dei “barcellonesi”, ha gettato luce sulla serie di omicidi che dagli anni ’90 in poi si sono susseguiti come mezzo di controllo da parte del clan: tra i vari assassinii, diciassette per la precisione (più un tentato omicidio annoverato tra i capi di imputazione) e compiuti sovente in maniera efferata, spiccano moventi di tipo punitivo attuati contro coloro che non seguivano le “leggi del clan” o che agivano indipendentemente dall’aver ottenuto i “permessi” di rito.
Tra i vari imputati alla sbarra (molti dei quali peraltro già detenuti) spiccano i nomi di Antonino Calderone, di Angelo Caliri, di Santo Gullo, di Domenico Chiofalo, di Salvatore Di Salvo, ecc.: volti noti a chi ha già avuto modo di osservare nell’ultimo trentennio (all’incirca) lo svolgersi delle vicende mafiose barcellonesi.
Dei diciotto soggetti incriminati – per aver partecipato a vario titolo, chi come mandante chi come esecutore materiale, agli omicidi predetti – le cui imputazioni sono state presentate innanzi al GUP Monia De Francesco, dieci saranno giudicati il prossimo marzo dalla Corte d’Assise di Messina con rito ordinario, mentre i restanti otto (individuati, tra gli altri, in alcuni appartenenti al clan poi divenuti collaboratori di giustizia come Franco Munafò, Carmelo e Francesco D’Amico e Santo Gullo) hanno scelto la formula del rito abbreviato andando in giudizio il prossimo febbraio 2017.
“Siamo soddisfatti della decisione da parte del Tribunale di Messina di ammettere la nostra associazione nel ruolo di parte civile al processo scaturito dall’importantissima operazione Gotha VI che, non solo ha rappresentato un ulteriore colpo sferrato ai clan della zona Nord-orientale della Sicilia, ma ha contribuito a svelare i responsabili di una serie di omicidi che hanno trovato fondamento nella spesso sanguinaria azione di controllo da parte del clan contro le così dette ‘cellule impazzite’. L’efferatezza delle azioni compiute, emerse dalle indagini e riportate nei capi di imputazione, oltre alle motivazioni implicanti la garanzia del potere della famiglia barcellonese nella zona interessata, non può non indurre a riflettere sull’importanza della tutela dei principi della legalità: legalità di cui la nostra associazione, tra le tante battaglie condotte, da tempo ormai si è fatta portavoce partecipando attivamente a processi come quello inerente la vicenda, che vedrà imputati nomi storici di uno dei clan maggiormente attivi nel nostro territorio” hanno dichiarato gli avv. Manfredi Zammataro (presidente regionale di CODICI – Sicilia) e Melita Cafarelli (referente per CODICI Messina).
da staff | Dic 28, 2016 | Senza categoria
Lascia increduli e sgomenti la scelta effettuata dai quindici consiglieri comunali di approvare, assumendosene la piena responsabilità, un bilancio comunale che taglia i servizi ai cittadini e che si caratterizza per essere una vera e propria macelleria sociale.
Inoltre, quello che però appare ancora più inquietante è che i suddetti consiglieri di maggioranza hanno pensato di approvare il bilancio nonostante il collegio dei Revisori dei Conti abbia espressamente dichiarato di non essere nelle condizioni di poter rilasciare il proprio pare (Sic!).
Ebbene, tale questione- a nostro avviso- oltre che a fare emergere il clima di piena confusione che regna all’interno del Palazzo Comunale, rende il documento contabile approvato certamente carente di un documento di fondamentale importanza anche in considerazione del delicato ruolo di “vigilanza sulla regolarità contabile, finanziaria ed economica della gestione relativamente all’acquisizione delle entrate, all’effettuazione delle spese, all’attività contrattuale, all’amministrazione dei beni, alla completezza della documentazione, agli adempimenti fiscali ed alla tenuta della contabilità” che la legge affida proprio all’organismo di revisione dei conti.
Pertanto, alla luce di quanto detto, riteniamo tale vicenda assurda e soprattutto particolarmente grave.
Lo ha affermato l’avv. Manfredi Zammataro, segretario regionale dell’associazione dei consumatori CODICI- Centro per i Diritti del Cittadin