da staff | Apr 26, 2016 | Senza categoria
Nel documento approfondito il quadro regolatorio, valutate le condotte contestate e il comportamento di Acea, Edison, Enel ed Eni.
L’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico (AEEGSI) ha fornito all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) un parere in merito ai procedimenti relativi alla contestazione di presunte pratiche commerciali scorrette in materia di fatturazione che sarebbero state poste in essere da alcuni esercenti la vendita di energia elettrica e gas (Acea Energia Spa, Edison Energia, Enel Energia Spa e Enel Servizio Elettrico, Eni Spa).
Il parere rientra nell’ambito della collaborazione istituzionale tra l’AEEGSI e l’AGCM – come definita dai protocolli siglati tra le due Autorità nel 2014 – per assicurare un intervento complementare e coordinato nell’ambito dei rispettivi ruoli di Autorità di regolazione settoriale e di Autorità Antitrust, a presidio delle misure a tutela del consumatore.
In particolare il parere reso, che illustra gli aspetti della regolazione settoriale rilevanti nell’ambito dell’istruttoria avviata dall’AGCM nel luglio dello scorso anno per accertare eventuali violazioni del Codice del Consumo da parte degli operatori, oltre a costituire un elemento necessario del relativo procedimento, rappresenta un contributo di merito per la conclusione dell’indagine stessa.
Riscontrando analogie tra le condotte contestate ai quattro gruppi societari, l’AEEGSI ha espresso un unico parere strutturato su tre sezioni.
La prima sezione approfondisce il contesto normativo e regolatorio di riferimento, differenziato per settore e per tipologia di mercato (regimi di tutela e mercato libero), vigente al momento in cui potrebbero essersi verificate le pratiche commerciali scorrette a danno dei consumatori. A conclusione di questa sezione inoltre è stato evidenziato che, come richiamato nel Protocollo di intesa tra le due Autorità, “il rispetto della regolazione vigente da parte del professionista esclude, limitatamente a tale profilo, la configurabilità di una condotta contraria alla diligenza professionale”. Pertanto, laddove il venditore si sia attenuto alla regolazione in vigore, non può considerarsi carente la diligenza professionale, ferme restando le valutazioni, di pertinenza di AGCM, sull’esistenza effettiva di profili di scorrettezza e aggressività della pratica commerciale.
La seconda sezione sviluppa alcune considerazioni relativamente alle condotte contestate, con particolare riferimento all’avvio o prosecuzione delle procedure di riscossione, alla messa in mora e sospensione in caso di istanze pervenute dai clienti, alla fatturazione di importi definiti erronei, anomali e/o non correttamente stimati, e alle richieste di pagamento di importi di notevole entità a seguito di conguaglio o in caso di prolungato ritardo nell’emissione delle fatture.
La terza sezione, infine, riporta valutazioni relative al comportamento del singolo operatore, con riferimento alle condotte che più rilevano anche in ragione dei profili regolatori. La sezione contiene, quindi, valutazioni ed indicazioni sulla generale conformità con la regolazione delle prassi commerciali descritte dai singoli operatori e alle misure comportamentali adottate dagli esercenti che possono essere considerate apprezzabili dal punto di vista della tutela del cliente finale, nonché in merito agli aspetti della regolazione di cui AGCM dovrebbe tenere conto ai fini della conclusione dell’istruttoria sulle condotte contestate.
Il parere sarà pubblicato sul sito dell’AEEGSI (www.autorita.energia.it) alla conclusione del procedimento dell’AGCM.
http://www.autorita.energia.it/it/com_stampa/16/160420.htm
da staff | Mar 25, 2016 | Senza categoria
L’Agenzia delle Entrate ha finalmente pubblicato il modello necessario per certificare di non possedere la televisione o per segnalare di non essere soggetti a pagare il canone. Purtroppo si registrano ancora diversi punti oscuri e, incredibilmente, il sito che la Rai ha dedicato al canone risulta in molte parti ancora NON ATTIVO, così come anche problematiche di accesso sono presenti anche nel portale dell’Agenzia delle Entrate.
In ragione di questa situazione, l’Associazione Codici Sicilia mette a disposizione degli utenti un servizio di aiuto alla compilazione e di informazioni: è possibile richiedere aiuto gratuitamente via mail scrivendo a sportellocodici.catania@gmail.com oppure via telefono chiamando il 3202281052

Ecco gli esenti dal pagamento della tassa di possesso:
1) Chi non ha un apparecchio tv;
2) Chi non ha un apparecchio tv oltre quello per cui ha presentato denuncia di cessazione dell’abbonamento;
3) Chi è intestatario di un’utenza elettrica diversa dal componente della famiglia che già paga il canone
(Fonte: Redazione Economia, Corriere della Sera)
Chi non ha (egli e qualunque altro componente della sua famiglia anagrafica), nelle abitazioni per le quali è titolare di utenza elettrica, un apparecchio Tv;
Chi (egli e qualunque altro componente della sua famiglia anagrafica) non ha un apparecchio Tv oltre quello per cui ha presentato denunzia di cessazione dell’abbonamento per suggellamento;
Chi, facente parte della stessa famiglia anagrafica, è intestatario di una utenza elettrica diversa rispetto al componente della famiglia anagrafica che già paga il canone. In questo caso va indicato anche il codice fiscale del componente della famiglia anagrafica intestataria dell’utenza elettrica su cui il canone è addebitato.
L’erede può presentare la dichiarazione in relazione all’utenza elettrica intestata, transitoriamente, a un soggetto deceduto.
Chi ha compiuto 75 anni di età entro il termine di pagamento del canone, non convive con altri soggetti diversi dal coniuge titolari di reddito proprio e possiede un reddito che unitamente a quello del proprio coniuge convivente, non sia superiore complessivamente ad euro 516,46 per tredici mensilità (euro 6.713,98 annui).
L’autocertificazione di non possesso della televisione ai fini del non pagamento del canone Rai in bolletta dovrà essere inviata in via telematica, su una piattaforma ad hoc dell’Agenzia delle entrate, entro il 10 maggio 2016, scrive il quotidiano «Italia Oggi». Se si sceglie di spedire il modello con posta entro il 30 aprile. La documentazione ha validità annuale e dovrà essere dunque rinnovata ogni anno fintanto che sussiste la principale condizione al non pagamento del canone: il non possesso dell’apparecchio (qui tutte le informazioni)
da staff | Mar 14, 2016 | Senza categoria
MESSINA – L’Associazione Codici e Obiettivo Legalità si sono costituite parti civile nel processo Gotha V che si celebra davanti al Gup di Messina Eugenio Fiorentino. Un procedimento che ha portato alla sbarra i vertici e le nuove leve della mafia barcellonese che si sono macchiati dei reati di estorsione. Il quinto capitolo della maxi inchiesta della Dda di Messina, infatti, ha portato alla luce una serie di attività estorsive ai danni di diversi esercenti e commercianti in diversi comuni messinesi. Il Giudice ha ritenuto assolutamente fondate le argomentazioni difensive delle Associazione CODICI e Obiettivo Legalità, rappresentate dall’Avvocato Melita Cafarelli e dall’Avvocato Manfredi Zammataro (del foro di Catania), rispettivamente segretario della delegazione di Messina e segretario regionale di CODICI Onlus. Insieme alle due associazioni hanno chiesto di costituirsi parte civile le vittime di estorsione, il Comune di Barcellona Pozzo di Gotto e di Terme Vigliatore oltre ad altre numerose associazioni.
“Bisogna avere il coraggio di denunciare ogni forma di estorsione – afferma l’avvocato Melita Cafarelli – e far valere i propri diritti come persona in quanto tale, come recita la nostra Costituzione. Provo grande ammirazione per tutti i commercianti ed imprenditori che hanno trovato il coraggio di sporgere querela ed hanno collaborato fattivamente con gli inquirenti. Un plauso va alla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, alla Magistratura e a tutte le Forze dell’Ordine, che ogni giorno mettono la loro professionalità a servizio del cittadino per garantire protezione e tutela”.
“Apprendiamo con soddisfazione – commenta l’avvocato Manfredi Zammataro, segretario regionale di Codici – la decisione del Gup del Tribunale di Messina Fiorentino di ammettere come parte civile la nostra associazione dei consumatori insieme all’associazione Obiettivo Legalità. Per l’ennesima volta Codici insieme ad Obiettivo Legalità – aggiunge Zammataro – si sono dimostrate essere in prima fila nella difesa delle vittime e contro ogni mafia”.
Il procedimento vede imputati Alessio Alesci, Salvatore Artino, Santino Benvenga, Antonino Biondo, Angelo Bucolo, Tindaro Calabrese, Salvatore Calcò Labbruzzo, Antonino Calderone, Giuseppe Cammisa, Agostino Campisi, Salvatore Campisi, Marco Chiofalo, Salvatore Chiofalo, Carmelo Crisafulli, Bartolo D’Amico, Miloud Essaoula, Giovanni Fiore, Antonino Genovese, Santo Gullo, Filippo Munafò, Franco Munafò, Giuseppe Ofria, Mario Pantè, Giovanni Pino, Giuseppe Reale, Orazio Salvo, Nunziato Siracusa, Sebastiano Torre e Maurizio Trifirò.
da staff | Mar 10, 2016 | Senza categoria

MESSINA- Continuano le indagini sullo sbarco di migranti avvenuto all’inizio del mese scorso. Nei giorni scorsi sono iniziati gli incidenti probatori con l’esame di alcuni dei passeggeri che hanno sostenuto la pericolosa traversata del Mediterraneo. La prima udienza camerale si è celebrata dinanzi al Giudice per le Indagini preliminari di Messina, Eugenio Fiorentino. Ancora una volta è emersa la terrificante realtà che accomuna i tanti migranti che affrontano il viaggio a bordo di imbarcazioni inadeguate senza alcuna misura di sicurezza. Un vero e proprio traffico di esseri umani. Le storie di vita hanno delle analogie: le vittime di tratta riferiscono di aver intrapreso un viaggio dalla Libia verso l’Italia dietro pagamento di cospicue somme di denaro ai trafficanti. Tutti i testii hanno dichiarato di aver trascorso i giorni precedenti all’inizio del viaggio rinchiusi all’interno di alcuni capannoni, senza avere la possibilità di nutrirsi o anche semplicemente di bere. Alcuni sarebbero stati sottoposti anche a continue vessazioni fisiche e mentali. Durante la traversata oltre alle privazioni di cibo e bevande sarebbe stato negato dagli scafisti anche un salvagente da utilizzare in caso di problemi.
Alcuni testimoni sono assistiti dall’ avvocato Melita Cafarelli, responsabile della sede territoriale di Messina dell’Associazione Codici Sicilia, legale da anni vicina ai problemi legati all’immigrazione irregolare. Nel corso dell’udienza alcuni dei testi hanno manifestato il timore di essere sentiti in presenza degli indagati. I difensori hanno quindi chiesto che la trattazione del procedimento venisse rinviata ad altra data così da poter garantire loro la possibilità di essere sentiti con le modalità protette. Il Giudice per le Indagini Preliminari ha accolto la richiesta formulata dalle difese rinviando il procedimento al prossimo 18 marzo.
“Questi ragazzi che giungono nelle nostre città – afferma l’Avvocato Melita Cafarelli – in cerca di fortuna devono essere supportati sia sotto il profilo legale che sotto il profilo sociale. Anche l’Associazione Penelope, presente sul territorio messinese, si occupa di offrire assistenza diretta alle vittime di tratta aiutandoli a presentare, presso i competenti uffici, richiesta di protezione ai sensi dell’art. 18 D.Lgs. 286/1998 nonché offrendo supporto quotidiano anche di altra natura. Bisogna affrontare il problema principalmente sotto il profilo umano e tenere sempre ben presente che dietro ognuno di loro ci sono storie di disperazione che devono essere ascoltate e non considerati semplicemente come numeri”.
Il Segretario Regionale dell’Associazione Codici Sicilia, Avvocato Manfredi Zammataro, annuncia che “Codici si costituirà parte civile nel processo penale per poter essere al fianco delle vittime e per chiedere la condanna di tutti coloro che hanno utilizzato le loro disgrazie e la loro disperazione per creare un inaccettabile commercio della carne umana”.
da staff | Mar 2, 2016 | Senza categoria

l’associazione CODICI esprime il più sentito compiacimento per l’operazione condotta dalla Tenenza della Guardia di Finanza Di Piazza Armerina e dall’intero Comando Provinciale, che ha portato al sequestro di centinaia di prodotti di dubbia provenienza non conformi alle “norme sulla sicurezza dei prodotti“, alla “mancanza delle istruzioni e delle avvertenze sui rischi in lingua italiana” ed “all’assenza o apposizione irregolare, del marchio CE”.
Prodotti che oltre a mettere in pericolo la salute dei consumatori, violano ogni norma in materia di contraffazione.