Cava abusiva nel Parco dell’Etna

Cava abusiva nel Parco dell’Etna

A Belpasso sequestrato un impianto per la lavorazione del basalto lavico, era senza autorizzazioniCava abusiva nel Parco dell’Etna

BELPASSO (CATANIA) – L’impianto di estrazione e di lavorazione di materiale basaltico – lavico della società ‘La cava dell’Etna’, a Belpasso, è stato sequestrato dai carabinieri del nucleo operativo ecologico di Catania perché abusivo.

Da un controllo sono risultate scadute le autorizzazioni, che non erano state prorogate dal Distretto minerario di Catania perché l’area non è più autorizzabile: l’area non è compresa nel cosiddetto Piano Cave e si trova all’interno della zona D del Parco dell’Etna, sottoposta a speciali vincoli paesaggistici.

La titolare dell’azienda è stata denunciata per attività di estrazione abusiva ed altri reati di carattere ambientale. I militari hanno anche sequestrato un escavatore dotato di martello pneumatico utilizzato per le operazioni di frantumazione delle rocce ed il materiale lavorato.

 

fonte: http://www.lasiciliaweb.it/2019/02/01/cava-abusiva-nel-parco-delletna-2/

UNA NUMEROSA DELEGAZIONE SICILIANA HA PARTECIPATO AL CORSO TENUTOSI A ROMA SULLA TUTELA DEL CONSUMATORE CONTRIBUENTE

UNA NUMEROSA DELEGAZIONE SICILIANA HA PARTECIPATO AL CORSO TENUTOSI A ROMA SULLA TUTELA DEL CONSUMATORE CONTRIBUENTE

A Codici un corso sulla tutela del consumatore contribuente

Tanti i relatori, tra i quali gli avvocati Ivano Giacomelli, Giuseppe Ambrosio, Miguel Coraggio, Edoardo Giuffria, Lorenzo Saporito, il ragioniere Enrico Mattucci ed il commercialista Giuseppe Spartà, che hanno affrontato e approfondito una serie di temi quali atti impugnabili, notificazione, contenuto della cartella, estratto di ruolo, prescrizione e decadenza, principali motivi di ricorso, pagamento e richiesta di rateizzazione.

“Lo scopo di questa iniziativa – spiega il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli – è quello di costituire una rete di protezione per i consumatori, con sportelli specializzati in tutta Italia. Lo statuto del contribuente sta subendo una sostanziale elisione, riceviamo sempre più segnalazioni di consumatori vittime di scorrettezze da parte dell’Agenzia delle Entrate. Questo corso è il primo passo verso la creazione di uno strumento efficace per tutelarli”.

 

fonte: https://www.spazioconsumatori.tv/comunicati-stampa/cronaca/item/3602-a-codici-un-corso-sulla-tutela-del-consumatore-contribuente.html

Rifiuti, sequestrato uno degli impianti di compostaggio più grandi della Sicilia

Rifiuti, sequestrato uno degli impianti di compostaggio più grandi della Sicilia

Sigilli alla Sicilfert di Marsala. Secondo i carabinieri i rifiuti anziché trasformati in prodotti da riciclo venivano abbandonati in terreni limitrofi

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Sequestrato a Marsala l’impianto di compostaggio della Sicilfert, che si trova in contrada Maimone. Il legale rappresentante e direttore tecnico dell’azienda sono indagati per inquinamento ambientale e attività di gestione rifiuti non autorizzata. Il decreto di sequestro – emesso dal gip su richiesta della procura – è stato eseguito dai carabinieri di Marsala e del Noe di Palermo, con la collaborazione dei militari della Sezione di polizia giudiziaria. L’azienda è stata affidata a un amministratore giudiziario.

Nell’impianto sarebbero stati conferiti quantitativi di rifiuti superiori al limite massimo annuo consentito e in assenza delle autorizzazioni. L’azienda non avrebbe rispettato le fasi di lavorazione per trasformare i rifiuti in compost; avrebbe prodotto percolato in quantità tale da non consentirne né un utile reimpiego né lo smaltimento presso appositi depuratori – con conseguenti fenomeni di sversamento nei terreni e i bacini d’acqua limitrofi. E ancora, la mancanza di copertura dei cumuli di rifiuti e la significativa presenza di plastiche nell’area dedicata allo stoccaggio del prodotto finito.

L’esiguità del materiale venduto dalla Sicilfert al termine delle operazioni di compostaggio, a fronte dell’ingente quantitativo di rifiuti in ingresso, ha spinto i carabinieri di Marsala a monitorare gli spostamenti dei camion in uscita e grazie a micro camere e pedinamenti, è stato possibile accertare che la Sicilfert, spiegano i carabinieri, “ha effettuato un sistematico sversamento di rifiuti non classificabili come compost in vari terreni delle contrade Maimone, Ciavolo e Perino del Comune di Marsala, oltre che in altrettanti terreni nel territorio di Mazara del Vallo”.

Analizzando in laboratorio il presunto compost sversato, “è emerso che si tratta di materiale classificabile come rifiuto, con presenza di sostanze chimiche pericolose e in concentrazione tale da poter determinare un pericolo concreto di compromissione e deterioramento dell’ambiente con cui viene in contatto”.

 

fonte:https://palermo.repubblica.it/politica/2019/01/24/news/rifiuti_sequestrato_uno_degli_impianti_di_compostaggio_piu_grandi_della_sicilia-217372046/?refresh_ce

Padri separati, Codici: 200 suicidi all’anno nell’indifferenza generale

Padri separati, Codici: 200 suicidi all’anno nell’indifferenza generale

padri separati

L’Associazione Codici lo sostiene da anni, rilanciando i dati allarmanti registrati ad esempio dalla Caritas, secondo cui il 46% dei papà divorziati vive in condizioni di indigenza.

“Numeri che meritano una riflessione – dichiara il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli – soprattutto da parte delle associazioni femministe, che continuano ad ignorare una realtà drammatica che non risparmia i padri”.

Un ulteriore tassello per ricostruire un quadro tragico è stato fornito in questi giorni dall’Associazione Nessuno Tocchi Papà. Il presidente Walter Buscema, intervistato dal quotidiano Libero, ha fornito dei dati relativi al 2016, riguardanti i suicidi.

“In Italia 200 padri separati e divorziati si sono tolti la vita nell’arco di un solo anno – afferma Ivano Giacomelli – un numero impressionante, considerando che sono stati 1.000 in tutta Europa. Il nostro Paese, quindi, è particolarmente segnato da questo dramma. Basti pensare che i padri separati sono 4 milioni e tra questi 800mila hanno problemi economici a causa dell’abbandono della casa coniugale, che spesso innesca una crisi senza fine. Quella dei padri separati è una situazione che purtroppo è trattata in maniera marginale – conclude il Segretario Nazionale di Codici – è un mondo sommerso, un problema taciuto, una tragedia sociale sacrificata sull’altare del femminismo da salotto”.

LA BANCA PRETENDE IL PAGAMENTO ILLEGITTIMO DI CIRCA 140 MILA EURO DA UN CONSUMATORE. IL GIUDICE SOSPENDE PARZIALMENTE L’ATTO DI PRECETTO.

LA BANCA PRETENDE IL PAGAMENTO ILLEGITTIMO DI CIRCA 140 MILA EURO DA UN CONSUMATORE. IL GIUDICE SOSPENDE PARZIALMENTE L’ATTO DI PRECETTO.

banca

“Il consumatore a seguito dell’udienza, risultava debitore, non già della somma richiesta dalla Banca di 250.000,00 euro ma -come si legge nell’ordinanza- dell’importo di euro 116.657,87 (al netto di quanto già corrisposto). Pertanto la Banca avrebbe richiesto al Consumatore illegittimamente la somma non dovuta di circa 140.000,00 euro”

Il Tribunale di Catania ha emesso un’ordinanza su una vicenda che vedeva come protagonista un consumatore della provincia di Catania che si era rivolto all’Associazione dei Consumatori CODICI Sicilia a seguito della notifica di un atto di precetto da parte della Banca, con la quale aveva sottoscritto un mutuo fondiario per l’acquisto della prima casa. Ebbene con tale atto di precetto la Banca pretendeva dal consumatore il pagamento di una somma asseritamente dovuta pari a circa 250 mila euro.

Per tale ragione, il consumatore decideva di rivolgersi all’Associazione CODICI Sicilia che, dopo attente valutazioni compiute dell’Ufficio Legale del CODICI Sicilia, corredate da perizie econometriche, confermavano l’illegittimità della somma richiesta dall’Istituto di Credito. L’utente pertanto presentava opposizione all’atto di precetto; in sede di udienza, infatti venivano evidenziate le gravi illegittimità presenti nel contratto di mutuo.

Ebbene, a seguito dell’udienza il Giudice scioglieva la riserva, concedendo una sospensione dell’atto di precetto pari alla metà della somma richiesta dall’Istituto di Credito.

Pertanto il consumatore, risultava debitore, non già della somma richiesta dalla Banca di 250.000,00 euro ma -come si legge nell’ordinanza- dell’importo nettamente inferiore di euro 116.657,87 (al netto di quanto già corrisposto nei vari anni). Pertanto la Banca avrebbe richiesto al Consumatore illegittimamente la somma non dovuta di circa 140.000,00 euro

Invero, la Banca non aveva altresì specificato nel contratto i costi relativi all’assicurazione, ragione per cui il Giudice ha evidenziato una violazione dell’art. 117 T.U.B. e della trasparenza contrattuale  con la conseguente rideterminazione della somma richiesta dall’Istituto di credito.

Una vicenda che, purtroppo, contribuisce ancora una volta a minare la fiducia dei consumatori nei confronti delle Banche e degli Istituti di Credito – dichiara il Segretario Regionale del CODICI Sicilia Avvocato Manfredi Zammataro- soprattutto in un momento storico caratterizzato dalla difficoltà finanziaria generalizzata, dove gli sforzi economici posti in essere dai cittadini rischiano di essere ulteriormente aggravati dalle illegittime pretese e dagli abusi commessi dagli Istituti di Credito che spesso spingono i consumatori verso il  baratro della povertà e del rischio usura, con tutte le gravi conseguenze che ciò comporta tanto sul piano economico quanto su quello legale e sociale.