Siracusa, processo Bcc credito aretuseo: i soci ammessi come parte civile
Fonte: Siracusa news
La vicenda aveva riguardato la cessione avvenuta praticamente a costo zero dell’Istituto di credito in questione, la Bcc Credito Aretuseo, alla Banca di Credito di Pachino: cessione dettata da una serie di falsificazioni emerse in contesto di indagine e che adesso saranno passate al vaglio dell’Autorità Giudiziaria.
Il Gip del Tribunale di Siracusa, Andrea Migneco, ha ammesso i soci del Bcc Credito Aretuseo che ne hanno fatto richiesta come parte civile nel processo penale contro i presunti responsabili della truffa ai danni di migliaia di soci dell’ente bancario.
L’udienza ha avuto luogo il 19 dicembre scorso, dopo numerosi rinvii. In aula, a difendere i diritti dei molteplici soci ed ex soci vittime della presunta truffa che avrebbe causato perdite per ingenti quantità di denaro, vi erano ad assistere i numerosi soci che si erano rivolti al Codici gli avvocati Manfredi Zammataro (presidente di Codici Sicilia) e Mario Campione (componente dell’ufficio legale regionale).
La vicenda aveva riguardato la cessione avvenuta praticamente a costo zero dell’Istituto di credito in questione, la Bcc Credito Aretuseo, alla Banca di Credito di Pachino: cessione dettata da una serie di falsificazioni emerse in contesto di indagine e che adesso saranno passate al vaglio dell’Autorità Giudiziaria.
Tra gli imputati, ovvero coloro che secondo l’accusa avrebbero sofisticato la reale situazione finanziaria dell’ente bancario siracusano causandone la svendita, vi sarebbero i vertici degli stessi Istituti bancari, per aver in questo modo danneggiato oltre 1.200 soci della banca. Alla sbarra Luigi Amodeo, direttore generale della Bcc Credito Aretuseo, Nicola Maurizio Culicchia, direttore della Federazione siciliana della Bcc, Concetto Costa, presidente della Banca di Credito cooperativo di Pachino e Pasquale Roberto Santomassimo, commissario della gestione straordinaria.
Moltissime sono state le adesioni, da parte delle vittime della vicenda, alla maxi costituzione di parte civile organizzata dal Codici Sicilia con richieste risarcitorie di centinaia di migliaia di euro. Le storie dei soci truffati pervenute all’associazione hanno descritto una situazione estremamente grave: la perdita di migliaia e centinaia di migliaia di euro che i singoli utenti avevano deciso di investire e che rappresentavano il frutto di lavoro e di risparmio sono stati perduti con la cessione della Bcc Aretuseo alla Banca di Credito di Pachino. In udienza preliminare, l’associazione Codici aveva annunciato il deposito di una costituzione collettiva di parte civile con richieste risarcitorie per oltre 160.000 euro (cifra questa destinata ad aumentare nel caso di nuove adesioni di soci truffati).
“Siamo molto soddisfatti della decisione da parte del Tribunale di Siracusa di ammettere tutti i soci danneggiati che si erano rivolti a Codici quale parte civile al procedimento contro i responsabili della presunta truffa – ha dichiarato l’avv. Zammataro – Si tratta di un importante riconoscimento per tutti coloro che hanno subito gli effetti devastanti della presunta condotta lesiva di coloro che siedono sul banco degli imputati: se infatti quanto accaduto troverà riscontro e conferma in sede processuale, i soci potranno ottenere il risarcimento di tutti danni subiti a seguito di una condotta che, secondo quanto sostenuto dalla Procura di Siracusa, è consistita in una vera e propria truffa ai danni dei soci della Banca Bcc Credito Aretuseo, determinata dalla cessione della stessa senza alcun costo corrispettivo alla Banca di Credito di Pachino”.
Energia, Codici: Open Day a Catania il 19 dicembre
Informazioni ai consumatori su energia, elettricità e gas, su come orientarsi fra le offerte commerciali, risolvere un problema col gestore, ottenere il bonus sociale: questa l’attività di sportello che verrà fatta da Codici martedì 19 dicembre a Catania nell’ambito del progetto Energia: Diritti a Viva Voce
Torna anche quest’anno il progetto “Energia: Diritti a viva voce”: l’open day avrà luogo martedì 19 dicembre 2017 presso lo sportello di Catania del CODICI – Centro per i diritti del cittadino – Sicilia. Dalle ore 10,00 alle ore 13,00 della mattina e dalle ore 16,00 alle ore 19,00 del pomeriggio sarà possibile prendere contatto con l’associazione o recarsi in sede per prendere appuntamento con i nostri esperti o per chiedere consulenza in materia di fatturazioni energetiche, gas, luce e acqua.
Il progetto, portato avanti ormai da qualche anno e al quale hanno aderito ben diciassette associazioni di consumatori tra le quali anche il CODICI, mira ad informare il consumatore al fine di tutelarlo in materia di energia e gas, soprattutto alla luce dell’avvento del libero mercato.
Nel corso dell’open day presso lo sportello di Catania, si effettuerà anche il servizio “Check bollette”: un’azione di vero e proprio controllo – che sarà effettuato dal nostro esperto, conciliatore energetico abilitato, nonché esperto in customer care e tutela del consumatore – delle fatturazioni addebitate all’utente dall’ente erogatore del servizio in materia di gas, luce e acqua per rilevare eventuali errori nel calcolo della cifra dovuta dal cliente.
Per maggiori informazioni si può contattare l’associazione al numero 320 2281052 o scrivere a segreteria.sicilia@codici.org
TARI: La replica del CODICI alle accuse apparse sulla testata Belice c’è
In merito alla pubblicazione di un articolo nella testata giornalistica Belice c’è (anno XII n.11, “Tasse. L’associazione Codici minaccia fuoco e fiamme ma prende cantonata. Tari errata? Nel Belice i calcoli sono corretti”) operante soprattutto nella zona Occidentale della Sicilia, in cui l’associazione CODICI – Centro per i diritti del cittadino – Sicilia è stata accusata di provocare inutile allarmismo sulla recente questione sollevata a livello nazionale su alcuni errori di fatturazione nel calcolo della parte variabile della TARI riscontrati in diversi comuni, ecco la dichiarazione del presidente regionale di CODICI Sicilia:
“Ci teniamo a precisare – afferma l’Avv. Manfredi Zammataro – che la nostra associazione, nel pieno dello spirito di difesa dei diritti del cittadino e dell’utente che da anni ormai guida l’operato dell’organizzazione concretamente presente nel territorio siciliano, si è subito attivata istituendo una task force allo scopo di studiare la questione e preparare le istanze di accesso agli atti da presentare ai vari comuni siciliani al fine di comprendere se effettivamente essi avessero applicato correttamente o meno la così detta “parte variabile” alla tassazione.
Non possiamo fare a meno di sottolineare che l’articolo in questione ha utilizzato toni esplicitamente e volutamente faziosi, nonché offensivi e diffamatori nei confronti della nostra associazione che, venuta a conoscenza della notizia relativa ad un’eccessiva tassazione applicata alla TARI (che andrebbe a gravare direttamente sulle spalle del contribuente) emersa a seguito di un’interrogazione del Ministero e della risposta proveniente dallo stesso, proprio in quanto organizzazione a tutela del consumatore, si è attivata per far luce sulla vicenda richiedendo ai comuni trasparenza e, pertanto, di fornire informazioni sull’applicazione della tassazione nella propria zona di competenza: quindi sulle modalità e sulla correttezza del calcolo utilizzato. Calcoli che, certamente, in questa prima fase non verranno effettuati dal CODICI proprio perché il compito di un’associazione non è quello di sostituirsi alle Istituzioni, ma di vigilare affinché le norme vengano rispettate senza colpire, né tantomeno gravare sul cittadino. Riteniamo che, nel caso specifico, il dovere della nostra associazione sia proprio quello di rivolgersi alle Istituzioni preposte invitandole a fare chiarezza sulla vicenda. Solo successivamente, una volta ottenute le informazioni necessarie a delineare un quadro completo, qualora dovesse emergere l’effettività di un errore nella fatturazione, il CODICI si attiverà per fornire assistenza a coloro che eventualmente avessero pagato più del dovuto. Per questo non riteniamo ammissibile che siano veicolate informazioni errate attraverso testate giornalistiche che, per deontologia professionale, dovrebbero riportare i fatti secondo verità e assumersi la responsabilità di ciò che affermano, ponendo, tra l’altro, la firma dei giornalisti che scrivono e pubblicano i propri articoli. Riteniamo inoltre estremamente grave la manipolazione delle informazioni, che va a colpire non solo l’eticità dell’associazione stessa, che opera in totale trasparenza e nel rispetto delle leggi, ma anche di tutti i cittadini che ripongono in essa fiducia. Abbiamo incaricato il nostro ufficio legale di mettere in atto i procedimenti del caso, volti a preservare l’immagine dell’associazione stessa e difenderla da qualsiasi attacco diffamatorio”.
Fatture idriche annullate dai Giudici ma EAS continua a diffidare i cittadini al pagamento di bollette anomale e prescritte
In questi giorni Eas sta recapitando richieste di pagamento per fatture relative agli anni 2008-2009-2010 e 2011, non pagate al gestore del servizio idrico per aver i cittadidi inoltrato formale reclamo. La cosa ha del paradossale se si considera che proprio ieri, il Giudice di Pace di Trapani, Dr. Vinicenzo Vitale, ha annullato con sentenza proprio le fatture inerenti gli anni che vanno dal 2008 al 2011, accogliendo ancora una volta, le istanze difensive dell’Avv. Vincenzo Maltese che ha assistito un cittadino con utenza a Favignana.
“Nonostante l’ennesimo annullamento di fatture prescritte, quelle relative agli anni 2008 e 2009 e per indeterminatezza nei mc fatturati quelle relative agli anni 2010-2011 per un totale di € 3835,40 – con condanna questa volta pure alle spese processuali – Eas sta inoltrando in queste ore diffide di pagamento relative agli anni 2008 – 2011 allegando un bollettino predisposto per il totale degli importi richiesti, spiegal’Avv. Vincenzo Maltese. Si parla anche di somme che raggiungono quasi i 20.000 euro. Mi chiedo quale sia la logica di tale operazione da parte di una partecipata della Regione che così facendo non fa altro che spingere il cittadino ad avviare ancora contenziosi esponendo l’ente stesso a perdite e costi a carico della collettività. Ancora una volta, conclude l’Avv. Vincenzo Maltese, mi auguro che da parte dei vertici di Eas ci sia l’accortezza di annullare in autotutela tutte quelle fatture ormai prescritte autenticando in tal maniera anche i bilanci della partecipata Eas”.