Poste italiane condannata. I titolari di Buoni Fruttiferi Postali (B.F.P.) costretti a ricorrere al Tribunale di Trapani per vedersi riconosciuto il diritto negato da Poste Italiane S.p.A

Poste italiane condannata. I titolari di Buoni Fruttiferi Postali (B.F.P.) costretti a ricorrere al Tribunale di Trapani per vedersi riconosciuto il diritto negato da Poste Italiane S.p.A

I titolari di Buoni Fruttiferi Postali (B.F.P.) costretti a ricorrere al Tribunale di Trapani per vedersi riconosciuto il diritto negato da Poste Italiane S.p.A. al pagamento dell’effettivo valore del B.F.P. maturato dopo 30 anni.
Nel 1985 Poste Italiane emetteva un B.F.P. del valore di 1 milione di lire. Dopo 30 anni Poste Italiane voleva rimborsare solo € 7.800,00 ai ricorrenti, ritenendo di poter applicare tassi di interesse diversi da quelli pattuiti.
Il Tribunale di Trapani accoglie la domanda dell’Avv. Filippo Spanò, legale dell’associazione Codici, riconoscendo ai ricorrenti l’importo di € 17.900,00 oltre spese legali.

Le Poste italiane, infatti, forti di alcune pronunce di segno contrario rispetto alla sentenza della Cass. civ. Sez. Unite Sent. n. 13979/2007, hanno infatti continuato ad applicare i minori interessi previsti con il D.M.del Ministero del Tesoro del 13/06/1986 anche ai vecchi buoni postali venduti ai cittadini in data successiva alla pubblicazione del predetto D.M. In tal modo hanno corrisposto interessi inferiori a quelli riportati sui Buoni Postali Fruttiferi in spregio all’orientamento chiarito dalle Sezioni Unite della Cassazione.
In merito all’illegittimità di tale comportamento si era anche pronunciato, di recente, anche il Tribunale di Roma, Sez. III, con la sentenza del 22/02/2013 che aveva espressamente chiarito che “In merito agli interessi da corrispondere sui buoni fruttiferi postali, l’art. 173 del T.U. n. 156 del 1973, disponeva che essi dovevano corrispondersi sulla base di una tabella riportata a tergo dei buoni medesimi e che tale tabella, per i titoli i cui tassi fossero stati modificati dopo la loro emissione per effetto di un decreto ministeriale sopravvenuto, doveva essere integrata con quella messa a disposizione dei sottoscrittori presso gli uffici postali. Qualora nel corso del rapporto non risulti intervenuta alcuna modifica concernente il tasso degli interessi, né alcuna modificazione risulti verificatasi rispetto alla situazione esistente al momento della sottoscrizione dei titoli, l’eventuale discrepanza tra le prescrizioni contenute nel DM disciplinante la materia e le indicazioni apposte sui buoni fruttiferi offerti in sottoscrizione ai richiedenti dall’Ufficio Postale, deve essere risolta dando prevalenza a queste ultime”.
CO.DI.CI. Trapani ha attivato un servizio di consulenza in ordine alla problematica relativa alla corretta corresponsione, da parte delle Poste Italiane S.p.A., degli interessi  dovuti al momento della riscossione dei Buoni Postali fruttiferi (BPF).

È sufficiente contattare la segreteria di CO.DI.CI al numero  3920779799 o via mail a spanofilippo@tiscali.it) per essere contattati e così verificare  se il BPF inviato rientra tra quelli per cui è possibile avviare le azioni volte ad ottenere la corresponsione dei maggiori interessi realmente dovuti rispetto a quelli determinati dalle Poste Italiane S.p.A.

Giro di diplomi a 3.500 euro all’Istituto “D’Annunzio”: CODICI si costituirà parte civile

Giro di diplomi a 3.500 euro all’Istituto “D’Annunzio”: CODICI si costituirà parte civile

Truffe come quella scoperta dalla Guardia di Finanza in relazione al Centro di istruzione “D’Annunzio” contribuiscono solamente a squalificare l’immagine dell’istruzione italiana. Annunciamo pertanto che il CODICI si costituirà parte civile al processo che avrà luogo contro i presunti responsabili della vicenda” ha dichiarato l’avv. Manfredi Zammataro, segretario regionale per la Sicilia dell’Associazione Nazionale CODICI – Centro per i diritti del cittadino
Presunti responsabili che sembrano essere stati identificati in ottanta soggetti (ad ora), tra i quali anche il deputato Gaetano Cani che, dal 2015, fa parte dell’Assemblea Regionale Siciliana e, a casa del quale, secondo quanto appreso dagli organi di stampa, le Fiamme Gialle avrebbero trovato e sequestrato circa 300 mila.
La vicenda cui ci si riferisce è quella relativa alla scoperta da parte della Guardia di Finanza di un giro di diplomi ottenuti illecitamente, pagando cifre pari a 3.500 euro a studente: è ciò che accadeva al Centro di istruzione privato “D’Annunzio” di Ispica e Rosolini; gli studenti in questione, dopo aver sborsato la cifra “necessaria” al conseguimento del diploma, venivano poi mandati a svolgere gli esami di maturità (conoscendo preliminarmente le risposte ai quesiti e adottando altri mezzi illeciti per ottenere con certezza il titolo di studio) presso altri Istituti paritari riconosciuti dal Ministero di Acireale, Canicattì e Licata, con la connivenza dei docenti e delle strutture, oltre che con un giro di denaro pari ad oltre due milioni di euro.
Quello individuato dalle Forze dell’Ordine è un sistema che attribuisce titoli di studio a chi in realtà non ha affatto dimostrato di possedere le conoscenze e i requisiti per conseguirli. Titoli di studio a tutti gli effetti falsi che ledono non solo l’immagine dell’istruzione italiana, già sovente sotto accusa, ma contribuiscono a favorire un sistema di tipo corruttivo e clientelare” ha affermato ancora l’avv. Zammataro di CODICI Sicilia. 
CODICI ALLA XVI SESSIONE PROGRAMMATICA DEL CNCU: IL RUOLO DELLE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI NELL’ECONOMIA COLLABORATIVA

CODICI ALLA XVI SESSIONE PROGRAMMATICA DEL CNCU: IL RUOLO DELLE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI NELL’ECONOMIA COLLABORATIVA

CODICI ha preso parte alla XVI Sessione Programmatica del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti (CNCU) – Regioni che ha avuto luogo a Catanzaro lo scorso 22 e 23 novembre.

A rappresentare l’associazione che da anni si pone innanzi il compito di tutelare il consumatore e i suoi diritti, sono stati l’avv. Manfredi Zammataro, segretario di CODICI Sicilia, oltre che di CODICI Calabria, oltre agli avv. Melita Cafarelli (referente provinciale per Messina), Giovanni Crimi (referente per Castelvetrano e Palermo), Mario Campione (referente per Catania), Rosa Ippolito (delegato di CODICI Calabria) e ai dott. Luca Tantino (referente per Bagheria e Carini), Davide Zanon (segretario regionale di CODICI Lombardia) e Carla Pillitu (responsabile ufficio stampa CODICI).

L’evento è stato programmato in due giornate per offrire la possibilità ai diversi intervenuti di partecipare ai diversi workshop e confrontarsi sui temi del consumerismo e della tutela del consumatore. Il tema generale è stato quello del “Ruolo delle associazioni dei consumatori nell’economia collaborativa”, e ha visto l’intervento – tra gli altri – del Sottosegretario di Stato e Presidente del CNCU, Antonio Gentile. Nell’ambito dei diversi workshop previsti dal programma (“Consumo collaborativo”, “La tutela del consumatore nell’economia collaborativa” e “Il nuovo ruolo delle amministrazioni nell’economia collaborativa”), sono inoltre intervenute varie personalità esperte in merito al tema dei consumi provenienti dal mondo accademico, mentre altre interne al mondo associazionista.

Le tematiche affrontate e dibattute nel corso dell’evento sono molto importanti in materia di consumo” ha dichiarato l’avv. Zammataro “il ruolo delle associazioni resta sempre di primo piano nel contesto dei movimenti consumeristi e la nostra è da sempre attiva nel cercare di affrontare e osservare i cambiamenti economici e di mercato per meglio muoversi nel suo compito di tutela dei diritti del consumatore”.

BONUS CULTURA PER I DICIOTTENNI: IL GRANDE BLUFF DEL GOVERNO RENZI

BONUS CULTURA PER I DICIOTTENNI: IL GRANDE BLUFF DEL GOVERNO RENZI

Avv. Zammataro (CODICI): il Bonus cultura in Sicilia per i giovani diciottenni è destinato ad essere un grande imbroglio.  Che sia una manovra politica per spingere i giovani a votare a favore del Governo al prossimo referendum?

Dal primo novembre 2016 al 31 gennaio 2107, è possibile per i nati nel 1998, e cioè per chi nell’anno 2016 ha compiuto o compirà 18 anni, ricevere su iniziativa del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e della Presidenza del Consiglio dei Ministri, un Bonus da 500 euro da spendere in cultura (Cinema, Concerti, Eventi culturali, Libri, Musei, Monumenti e Parchi, Teatro e Danza).

Posto che la procedura per i rilascio dei buoni spesa non è particolarmente semplice o fruibile per tutti, sorge un’altra e più significativa problematica: Dove e come spendere questi soldi? 

A tal proposito l’Associazione dei Consumatori CODICI – Centro per i Diritti del Cittadino – Sicilia ha condotto un’indagine finalizzata.  Di seguito ciò che è emerso:

***

Analizzando, passo dopo passo la procedura, ci si rende conto che, il giovane dopo aver effettuato l’identificazione digitale e aver inserito i propri dati all’interno del sito www. 18app.italia.it (che si chiama app ma non è una vera e propria app), può generare dei buoni da utilizzare sia online che presso gli esercenti che hanno aderito all’iniziativa.

Tramite il sito il diciottenne verifica il prezzo dei libri o dei biglietti per eventi e iniziative culturali e genera un buono di pari importo. Questo può essere salvato sullo smartphone o stampato e verrà utilizzato per l’acquisto.

Fin qui nulla di strano. I problemi iniziano nel momento in cui, tramite il sito, si verifica la disponibilità degli esercenti che hanno aderito, nelle diverse città siciliane. In Provincia di Catania non esiste, ad esempio un cinema che abbia aderito all’iniziativa, è quindi impossibile per i giovani poter spendere questi bonus presso i cinema. Ma le problematiche non coinvolgono solo la provincia di Catania. Ecco una tabella riassuntiva che specifica a quali eventi possono accedere i giovani siciliani aderendo all’iniziativa.

 

 

Cinema

 

 

Concerti

 

 

Eventi culturali

 

 

Libri

 

Musei, monumenti e parchi, aree archeologiche

 

 

Teatro e danza

Agrigento 0 1 2 4 1 1
Caltanissetta 0 0 0 2 0 0
Catania 0 1 0 11 0 0
Enna  0 0 0 0 0 0
Messina 2 0 0 7 0 0
Trapani 0 0 0 3 0 0
Palermo 5 4 2 13 2 6
Ragusa 0 0 0 1 0 0
Siracusa 0 0 0 1 0 0

(tabella elaborata dal’ Associazione CODICI Sicilia)

 

Come si evince dalla tabella il Bonus per i giovani siciliani non è fruibile a pieno. Analizzando i dati infatti i diciottenni della provincia di Enna,, ad esempio, non possono spendere i 500 euro in alcun modo, non essendoci nessun esercente convenzionato. Così come solo i giovani delle provincie di Palermo e Messina possono spendere i soldi per andare al cinema.

Secondo il segretario regionale del CODICI Sicilia Avv. Manfredi Zammataro “Questi sono solo degli esempi ma bastano per rendersi conto che il Bonus Cultura, almeno in Sicilia, sembra essere un grande bluff, in quanto pur mettendo a disposizione degli studenti delle somme da poter investire in cultura, non è poi materialmente possibile spendere queste somme. Inoltre quella che sembrava essere una manovra mirata anche ad accrescere l’economia degli esercenti  nei fatti non porterà alcun beneficio alle attività locali. 

L’analisi di questi dati è stata eseguita dall’associazione CODICI, Centro per i diritti del cittadino, dopo aver istituito uno sportello per aiutare i giovani ad accedere al servizio. CODICI si interroga sulla effettiva convenienza dell’attivazione del servizio. È chiaro infatti che i giovani siciliani non potranno trarre i benefici sperati e come consumatori risultano privati di un servizio studiato ad hoc per loro. 

In conclusione l’associazione sottolinea come il Bonus cultura in Sicilia per i giovani diciottenni è destinato ad essere un grande imbroglio. A che pro dunque creare un servizio che poi non può essere utilizzato dai destinatari? Che sia una manovra politica per spingere i giovani a votare a favore del Governo al prossimo referendum?

 

MESSINA: CODICI PROPONE UNA MOZIONE PER LA RIDUZIONE DELLA TARI

MESSINA: CODICI PROPONE UNA MOZIONE PER LA RIDUZIONE DELLA TARI

Nei giorni scorsi il Segretario Provinciale dell’Associazione Codici Sicilia, Avv. Melita Cafarelli, ha inoltrato al Sindaco del Comune di Messina, all’Assessore all’Ambiente – Dott. Ialacqua Daniele, al Presidente del Consiglio del Comune di Messina, ai Consiglieri Comunali ed alla Commissione Consiliare Ambiente e Tributi una proposta per ottenere la riduzione della tassa sui rifiuti (TARI) per l’anno 2016.
E’ sotto gli occhi di tutti che da diversi mesi il servizio di raccolta dei rifiuti non viene più garantito ai cittadini messinesi con la regolarità dovuta – dichiarano gli avv.ti Manfredi Zammataro e Melita Cafarelli, rispettivamente Segretario Regionale e Provinciale dell’Associazione Codici – tale disservizio ha determinato, sia nelle zone centrali della città (basti dare un’occhiata alle vie cittadine – Via Felice Bisazza, Via Giuseppe Grillo, Via G. La Farina, Viale Italia) sia nelle zone periferiche (tra tutti la zona denominata Messina Due), l’accumulo di montagne di rifiuti. In questo modo si è venuta a creare una grave situazione di pericolo che cagiona un notevole danno alle persone e all’ambiente: montagne di rifiuti occupanti parte della carreggiata la proliferazione di blatte e di colonie di ratti ed odori nauseabondi sono solo alcuni dei fastidiosi effetti direttamente riconducibili alla carenza del servizio di raccolta dei rifiuti con conseguente danno alla salute del cittadino.
Di fronte di un servizio di raccolta dei rifiuti carente ed inefficiente come quello offerto – continuano gli avv.ti Zammataro e Cafarelli – il Comune  non è legittimo richiedere ai contribuenti l’intera tariffa della TARI, ma occorre applicare una riduzione della stessa. Abbiamo chiesto anche di essere convocati di davanti al Sindaco, all’Assessore competente nonché dinanzi alla Commissione Consiliare Ambiente e Tributi al fine di discutere di tale problematica ed adottare una soluzione idonea a garantire gli interessi dei cittadini. In data odierna, il Comune, riscontrando la nota inviata dall’Associazione Codici, ha fatto sapere che la proposta è stata trasmessa alle Commissioni Consiliari, per compiere le opportune valutazioni.

Per chi volesse avere maggiori informazioni sulle possibili iniziative da intraprendere o avere ulteriori informazioni sugli sviluppi della vicenda, può contattare l’Associazione Codici ai seguenti recapiti: 090.24062043888929545 oppure scrivere a: associazionecodici.messina@gmail.com.