da staff | Ott 17, 2016 | Senza categoria
Numerosi contratti di cessione del quinto dello stipendio e della pensione contengono vizi abnormi: interessi usurari, mediazione usuraria, vessatorietà delle commissioni e dei costi applicati, omessa pubblicità ed informativa, mancanza di trasparenza.
Spesso infatti, il costo complessivo che il consumatore si trova a dover sostenere per la cessione del quinto dello stipendio o della pensione è particolarmente oneroso in quanto l’utente sottoscrittore oltre gli interessi deve farsi carico del pagamento di ulteriori somme a titolo di oneri di assicurazione, d’istruttoria, della provvigione per l’intermediario con la società finanziaria.
Tutti questi oneri (a carico del debitore) vengono decurtati dalla somma richiesta con l’effetto finale che la somma erogata come prestito è di gran lunga inferiore a quella richiesta!
Ebbene, nel caso in cui venisse accertato che i tassi contrattuali all’interno del finanziamento sono superiori al Tasso Usura previsto dalla legge ovvero in difformità di quanto pattuito, la clausola degli interessi sarebbe illegittima con la conseguenza che il consumatore si vedrebbe rimborsati tutti gli interessi e le commissioni pagate per il finanziamento stesso.
Il primo passo per verificare se si rientra tra coloro che hanno diritto al suddetto rimborso è quello di far analizzare il proprio contratto di finanziamento.
Tale analisi verrà realizzata da esperti commercialisti convenzionati con la nostra struttura, i quali realizzeranno una pre-analisi per verificare se sussistono le condizioni per chiedere il rimborso e quanto si potrebbe ottenere.
La verifica sul superamento del tasso soglia usuraio può esser fatto anche sui finanziamenti già estinti a patto che non siano trascorsi oltre 10 anni dal pagamento dell’ultima rata o dalla fine del contratto.
Per info contattaci pure al 320.2281052 o invia una mail a: segreteria.sicilia@codici.org
da staff | Ott 15, 2016 | Senza categoria
Avv. Zammataro (CODICI) “l’atteggiamento arrogante ed ostruzionistico tenuto da Monte Paschi di Siena S.p. A ha rappresentato una violazione a tutti gli effetti dei diritti di accesso alla propria documentazione di cui godono i clienti secondo quanto sancito dallo stesso Testo Unico Bancario oltre ad essere del tutto in contrasto con la normativa sulla trasparenza nei rapporti cliente-banca e pertanto è stato giustamente sanzionato dal Tribunale”.
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Il Tribunale Civile di Catania ha condannato la Banca Monte Paschi di Siena S.p.A. a consegnare ad un cliente in via immediata tutta la documentazione bancaria da questi richiesta.
La vicenda trae origine dal netto rifiuto che si è sentito opporre da Banca Monte Paschi di Siena, un consumatore che aveva richiesto copia della documentazione bancaria inerente il proprio conto corrente e mutuo, al fine di verificare eventuali anomalie riguardanti gli interessi e i costi addebitati.
Alla richiesta formulata dal consumatore però l’Istituto di credito ha tenuto un atteggiamento del tutto ostruzionistico ed oppositivo rimasto tale nonostante le numerose richieste da questi presentate in conformità al proprio diritto di ottenere tale documentazione.
Stanco dei continui e ingiustificati rifiuti, il consumatore si è quindi rivolto all’associazione dei consumatori CODICI – Centro per i Diritti del Cittadino – Sicilia per avere giustizia.
Per tale ragione, gli avvocati Manfredi Zammataro e Mario Campione hanno presentato ricorso al Tribunale di Catania al fine di ottenere la consegna di quanto spettante al proprio assistito.
Ebbene il ricorso a firma dei due legali è stato accolto in pieno e pertanto la situazione si è risolta con un’ordinanza emessa dal Tribunale di Catania, Giudice dr. Giorgio Marino, che ha imposto alla Banca Monte dei Paschi di Siena di consegnare all’utente, in maniera immediata, tutta la documentazione da esso richiesta ed indicata nel ricorso oltre al pagamento delle spese legali e onorari. “Ci riteniamo molto soddisfatti di questo importante successo raggiunto difendendo i diritti di un utente che si è rivolto alla nostra associazione” afferma l’avvocato Manfredi Zammataro, segretario regionale del CODICI Sicilia. Per Zammataro infatti“L’atteggiamento arrogante ed ostruzionistico tenuto da Monte Paschi di Siena ha rappresentato una violazione a tutti gli effetti dei diritti di accesso alla propria documentazione di cui godono i clienti secondo quanto sancito dallo stesso Testo Unico Bancario oltre ad essere del tutto in contrasto con la normativa sulla trasparenza nei rapporti cliente-banca e pertanto è stato giustamente sanzionato dal Tribunale”. Per tale ragione l’Associazione CODICI Sicilia invita tutti coloro che hanno vissuto una situazione simile a raccontarla scrivendo a segreteria.sicilia@codici.org oppure telefonando a 320.2281052.
da staff | Ott 12, 2016 | Senza categoria
Lo scorso settembre l’avv. Manfredi Zammataro, responsabile regionale per CODICI – Sicilia e componente della Segreteria Nazionale, è stato nominato commissario straordinario per CODICI – Calabria.
L’incarico conferito e voluto dall’avv. Ivano Giacomelli, segretario nazionale CODICI – Centro per i diritti del cittadino, rappresenta un’importantissima occasione per rilanciare l’attività dell’associazione di consumatori, riconosciuta dal Ministero dello sviluppo e dal CNCU, all’interno del territorio calabrese.
“Ringrazio il Segretario Nazionale Avv. Ivano Giacomelli per la fiducia e la stima nei confronti del sottoscritto” ha dichiarato l’Avv. Manfredi Zammataro.
Il neo-commissario ha inoltre comunicato di essersi fin da subito “attivato per sentire i dirigenti calabresi concordando con gli stessi di mettere in atto in tempi brevissimi una serie di iniziativi, progetti e attività finalizzate a valorizzare la Calabria e a contrastare gli illeciti in difesa dei diritti del consumatore e del cittadino, conformemente allo spirito fondativo e allo statuto dell’associazione CODICI”.
da staff | Ott 12, 2016 | Senza categoria
Si è tenuta questa mattina l’udienza preliminare a carico del Comandante del distaccamento di Erice del Corpo Forestale, Adamo Benedetto al quale vengono contestati i reati di incendio boschivo, truffa e peculato. I fatti risalgono allo scorso 13 giugno 2015 quando divampò un incendio di vaste proporzioni sul versante sud della montagna di Erice, che mise in pericolo edifici ed aree protette, e che ha bruciato circa 400 ettari di macchia mediterranea. Nell’immediatezza l’associazione Codici tramite l’Avv. Vincenzo Maltese depositava presso la Procura della Repubblica di Trapani un esposto denuncia che poi ha dato impulso all’attività d’indagine. Tra le richieste proprio quello di accertare eventuali responsabilità in ordine alle omissioni o ritardi dei primi interventi e se sono state poste in essere tutte le operazioni del caso, da parte degli agenti del corpo forestale.
Dalle indagini, secondo l’accusa, è emerso che il Comandante non si trovava sul posto di lavoro “violando i propri doveri di presenza in servizio e conseguente negligenza ed imprudenza, omettendo di attivare le prime urgentissime manovre che ne potevano scongiurare la diffusione in modo incontrollabile” (capo a). Oltre al reato di incendio boschivo l’Adamo deve rispondere anche di quello di truffa per aver registrato, con artifici e raggiri, la propria presenza presso la sede di servizio mentre in realtà si trovava altrove..conseguendo pertanto l’ingiusto profitto della retribuzione…”(capo B) nonché di quello di peculato per “uso improprio del mezzo e del relativo carburante..”(capo C). Il tutto in danno della Regione Sicilia e del Comune di Erice che assieme all’associazione Codici sono indicate tra le Parti offese.
“La nostra denuncia è stata acquisita tra le fonti di prova, commentano gli Avv. ti Manfredi Zammataro, segretario del Codici Sicilia e Avv. Vincenzo Maltese procuratore della stessa associazione. “CODICI ha svolto un ruolo fondamentale nel suddetto procedimento. Non appena appresa infatti la notizia del terribile rogo che ha interessato la zona di Erice, la delegazione di Trapani, tramite l’Avv. Vincenzo Maltese si è attivata prontamente depositando un esposto denuncia con il quale chiedeva di far luce sulla vicenda. A sostegno di quanto detto, si sottolinea come nella stessa richiesta di rinvio a giudizio, tra i mezzi di prova vi sia proprio la denuncia depositata.
Registriamo oggi l’assenza della Regione Sicilia, precisa l’avv. Vincenzo Maltese, che, sebbene indicata tra le parti offese, avrebbe dovuto dare un segnale di attenzione verso la comunità ericina e non solo, costituendosi anch’essa parte civile. Non escludiamo, comunque, d’intesa con l’Avv. Giuseppe Rando al quale è stato dato incarico dal Sindaco di Erice Giacomo Tranchida, di chiamarlo in questo processo nella veste di Responsabile civile.
All’udienza di oggi, Gup dott.ssa Caterina Brignone, le associazioni Codici Onlus, Codici Sicilia, rappresentate dall’Avv. Vincenzo Maltese, e Codici Ambiente, rappresentata dall’Avv. Patrizia Pagliarello, sono state ammesse parti civili, mentre l’Avv. Giuseppe Rando ha anticipato che presenterà la richiesta per il Comune di Erice il prossimo 14 dicembre, data di rinvio per il proseguo. L’imputato è assistito dall’Avv. Donatella Buscaino.
da staff | Ott 11, 2016 | Senza categoria
Nonostante vi siano già diverse pronunce dei Giudici di pace che hanno accolto le tesi dei legali dell’associazione Codici che assistono diversi cittadini, e nonostante la condanna alle spese, Eas ha ripreso ad inviare fatture per eccedenze Eas per l’anno 2012. Il criterio è sempre lo stesso, in molti casi trattasi di importi dimezzati rispetto alla fattura biennale 2010-2011. Secondo le motivazioni dei giudici di pace di Trapani che hanno annullato le fatture di diverse migliaia di euro, per il dr. TUTTOLOMONDO Eas non dimostra l’aumento di mc tra la prima e la seconda fascia, mentre per il dr. MIGLIORE non vi sarebbe alcuna prova effettiva circa l’esattezza delle misurazioni. Inoltre quest’ultimo ha anche rilevato negativamente anche la circostanza che il cittadino, in assenza di qualsivoglia contraddittorio con l’ente gestore, per giunta un ente pubblico, sia stato costretto a citarlo in giudizio per ottenere una verifica della sua utenza. I giudici hanno rigettato anche le consulenze tecniche sui contatori, prova chiesta da Eas ma a carico degli utenti, alla quale si sono sempre opposti gli avvocati Vincenzo Maltese e Giuseppe Barone che assistono gli utenti. “È assurdo che in moltissimi casi, spiega l’avv. Vincenzo Maltese, segretario di CODICI Trapani, in corso di causa Eas abbia stornato o totalmente o parzialmente le fatture impugnate, chiedendo la cessazione della materia del contendere. Il risultato sia nel caso di raggiunta sentenza che di accordi transattivi, è sempre lo stesso: le fatture inviate agli utenti non sono veritiere.
Per queste del 2012, suggeriamo sempre di inviare alla sede di Palermo di eas per raccomandata e in prima battuta una istanza per chieder la verifica in contraddittorio circa l’esattezza delle misurazioni. Di certo noi continueremo a tutelare i cittadini per queste vessazioni in tutte le competenti sedi”.
Infine di bollette Eas e di criticità del sistema idrico in particolare nel comune di Erice, si dovrebbe discutere entro questo mese nel corso di una convocazione in Commissione territorio e ambiente all’Ars chiesta dall’On.le Mimmo Fazio, ove è stata chiesta la partecipazione dell’Ass. CONTRAFATTO, del commissario liquidatore dell’Eas, Dario Bonanno, del funzionario dipartimento reg.le energia acqua e rifiuti, del sindaco di Erice Giacomo Tranchida e dello stesso Avv. Vincenzo Maltese segretario di CODICI Trapani.
da staff | Ott 10, 2016 | Senza categoria
Avv. Zammataro (CODICI) “L’ammissione di parte civile del CODICI nell’odierno processo è un importante riconoscimento per la nostra associazione che fin da subito si è schierata contro il MUOS ritenuto un vero e proprio scempio ambientale perpetrato all’interno di una riserva naturale, senza alcun riguardo per i danni che ciò avrebbe potuto comportare per il territorio oltre che per la salute dei cittadini dei territori limitrofi”
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L’Associazione CODICI- Centro per i Diritti del Cittadino è stata ammessa parte civile nel processo che avrà luogo presso il Tribunale di Caltagirone nei confronti dell’ex dirigente dell’assessorato regionale Territorio e ambiente Giovanni Arnone, del presidente della “Gemmo Spa” Mauro Gemmo, e Adriana Parisi, responsabile della “Lageco”. Tali società hanno dato vita all’Ati ‘Team Muos Niscemi’ che è risultata vincitrice della gara del 26 aprile 2007 per la costruzione del sistema di telecomunicazione di provenienza statunitense; il direttore dei lavori Giuseppe Leonardi; e gli imprenditori Concetta Valenti della “Calcestruzzi Piazza Srl”, Carmelo Puglisi, della “Pb Costruzioni” e Maria Rita Condorelli, della “Cr Impianti srl”. Secondo il Procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, gli imputati avrebbero costruito l’impianto “senza la prescritta autorizzazione, assunta legittimamente o in difformità da essa”. Ed avrebbero “eseguito e facevano eseguire lavori per la realizzazione del Muos, insistenti su beni paesaggistici, all’interno della riserva orientata denominata Sughereta di Niscemi, in zona A, di inedificabilità assoluta, in un sito di interesse comunitario”. Secondo l’Avvocato Manfredi Zammataro segretario regionale del CODICI Sicilia “L’ammissione di parte civile del CODICI nell’odierno processo è un importante riconoscimento per la nostra associazione che fin da subito si è schierata contro il MUOS ritenutoun vero e proprio scempio ambientale perpetrato all’interno di una riserva naturale, senza alcun riguardo per i danni che ciò avrebbe potuto comportare per il territorio oltre che per la salute dei cittadini delle comunità limitrofe. Per tale ragione – conclude Zammataro- saremo al fianco dell’accusa affinché si faccia giustizia”