da staff | Nov 18, 2018 | Senza categoria

“Il consumatore a seguito dell’udienza, risultava debitore, non già della somma richiesta dalla Banca di 250.000,00 euro ma -come si legge nell’ordinanza- dell’importo di euro 116.657,87 (al netto di quanto già corrisposto). Pertanto la Banca avrebbe richiesto al Consumatore illegittimamente la somma non dovuta di circa 140.000,00 euro”
Il Tribunale di Catania ha emesso un’ordinanza su una vicenda che vedeva come protagonista un consumatore della provincia di Catania che si era rivolto all’Associazione dei Consumatori CODICI Sicilia a seguito della notifica di un atto di precetto da parte della Banca, con la quale aveva sottoscritto un mutuo fondiario per l’acquisto della prima casa. Ebbene con tale atto di precetto la Banca pretendeva dal consumatore il pagamento di una somma asseritamente dovuta pari a circa 250 mila euro.
Per tale ragione, il consumatore decideva di rivolgersi all’Associazione CODICI Sicilia che, dopo attente valutazioni compiute dell’Ufficio Legale del CODICI Sicilia, corredate da perizie econometriche, confermavano l’illegittimità della somma richiesta dall’Istituto di Credito. L’utente pertanto presentava opposizione all’atto di precetto; in sede di udienza, infatti venivano evidenziate le gravi illegittimità presenti nel contratto di mutuo.
Ebbene, a seguito dell’udienza il Giudice scioglieva la riserva, concedendo una sospensione dell’atto di precetto pari alla metà della somma richiesta dall’Istituto di Credito.
Pertanto il consumatore, risultava debitore, non già della somma richiesta dalla Banca di 250.000,00 euro ma -come si legge nell’ordinanza- dell’importo nettamente inferiore di euro 116.657,87 (al netto di quanto già corrisposto nei vari anni). Pertanto la Banca avrebbe richiesto al Consumatore illegittimamente la somma non dovuta di circa 140.000,00 euro
Invero, la Banca non aveva altresì specificato nel contratto i costi relativi all’assicurazione, ragione per cui il Giudice ha evidenziato una violazione dell’art. 117 T.U.B. e della trasparenza contrattuale con la conseguente rideterminazione della somma richiesta dall’Istituto di credito.
Una vicenda che, purtroppo, contribuisce ancora una volta a minare la fiducia dei consumatori nei confronti delle Banche e degli Istituti di Credito – dichiara il Segretario Regionale del CODICI Sicilia Avvocato Manfredi Zammataro- soprattutto in un momento storico caratterizzato dalla difficoltà finanziaria generalizzata, dove gli sforzi economici posti in essere dai cittadini rischiano di essere ulteriormente aggravati dalle illegittime pretese e dagli abusi commessi dagli Istituti di Credito che spesso spingono i consumatori verso il baratro della povertà e del rischio usura, con tutte le gravi conseguenze che ciò comporta tanto sul piano economico quanto su quello legale e sociale.
da staff | Nov 16, 2018 | Senza categoria

Gela. Più di sessant’anni di carcere per gli imputati che in primo grado sono stati riconosciuti colpevoli di aver agito con “metodo mafioso” estromettendo possibili concorrenti dal mercato della raccolta della plastica ed imponendo le guardianie nelle aree rurali della città. Il verdetto dopo l’inchiesta “Redivivi” è stato emesso lo scorso luglio. Il collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Marica Marino e Silvia Passanisi) ha depositato le motivazioni della decisione. Non un clan, ma un gruppo ben organizzato che ha agito proprio con metodo mafioso, questo quanto deciso nel dispositivo di primo grado e confermato nelle motivazioni. A luglio, dodici anni di reclusione sono stati imposti a Vincenzo Trubia, nove anni al ventottenne Rosario Trubia, otto anni e otto mesi complessivi a Davide Trubia (che rispondeva anche di estorsioni risalenti nel tempo), otto anni e cinque mesi per Nunzio Trubia, sette anni e un mese a Ruggiero Biundo, sette anni ciascuno a Luca Trubia e Simone Trubia, sei anni e dieci mesi a Rosario Caruso e un anno e quattro mesi per il ventinovenne Rosario Trubia. Il collegio, invece, ha assolto tutti gli imputati dall’accusa di aver imposto la consegna della plastica dismessa agli imprenditori agricoli della fascia trasformata, quella tra Bulala e Mignechi al confine con la provincia di Ragusa.
Con il deposito delle motivazioni, le difese (sostenute dai legali Flavio Sinatra, Carmelo Tuccio e Nicoletta Cauchi) sono pronte a rivolgersi ai giudici della Corte d’appello di Caltanissetta per contestare quanto deciso dal tribunale gelese. E’ stato riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni in favore di tutte le parti civili. In giudizio, c’erano l’antiracket “Gaetano Giordano” e la Fai (con l’avvocato Giuseppe Panebianco), gli operatori estromessi dall’arrivo dei Trubia (con l’avvocato Giovanni Bruscia), il Comune (con il legale Anna Gambino) e l’associazione Codici Sicilia. Dall’inchiesta “Redivivi”, coordinata dai pm della Dda di Caltanissetta ed eseguita dai poliziotti della mobile nissena e da quelli del commissariato, è uscito uno spaccato criminale fatto di controllo delle campagne ma anche spaccio di droga. Altri coinvolti nella stessa indagine sono ancora in attesa del verdetto che verrà pronunciato dal gup del tribunale di Caltanissetta.
(fonte: www.quotidianodigela.it)
da staff | Nov 16, 2018 | Senza categoria

La pratica commerciale è scorretta. L’ha stabilito l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato, l’ha sempre sostenuto l’Associazione Codici e oggi lo ribadisce il Tar del Lazio.
Con una sentenza pubblicata questa mattina, il Tribunale ha infatti respinto il ricorso presentato da Unicredit contro la maximulta da 4 milioni di euro per la vicenda della vendita dei diamanti da investimento ai risparmiatori.
“È una sentenza importantissima – commenta il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli – perché conferma che quanto sosteniamo da tempo è giusto. Unicredit è stata scorretta nei confronti dei sui clienti. Per indurli ad acquistare diamanti da investimento, sono stati utilizzati materiali promozionali ingannevoli e omissivi. Decine di risparmiatori sono stati ingannati, si sono fidati di un investimento prospettato come ‘sicuro’ e che invece si è rivelato una trappola. La sentenza di oggi del Tar segna un punto importante in questa vicenda – sottolinea il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli – dimostra che la correttezza sbandierata da Unicredit era falsa e rafforza la class action che abbiamo avviato per chiedere il risarcimento dei risparmiatori”.
I risparmiatori che hanno acquistato diamanti da investimento possono aderire alla class action contattando lo Sportello Regionale al numero 320.2281052 ed all’indirizzo email segreteria.sicilia@codici.org