TRAPANI: FATTURAZIONI CONSUMO IDRICO NON CONFORMI – AVVIO CONTENZIOSI IN SEDE CIVILE ED ESPOSTO IN PROCURA

TRAPANI: FATTURAZIONI CONSUMO IDRICO NON CONFORMI – AVVIO CONTENZIOSI IN SEDE CIVILE ED ESPOSTO IN PROCURA

In questi giorni, per quanto concerne il sistema idrico integrato del Comune di Trapani, giungono numerose segnalazioni di fatturazioni per consumi idrici non conformi ai mc indicati nei contatori dell’acqua.

In particolare, da una verifica preventiva tramite ritrazioni fotografiche che suggeriamo sempre di fare, abbiamo appurato che alcuni contatori oggi misurano mc inferiori rispetto a quelli riportati in fatturati al dicembre 2016. Tra le anomalie riscontrate anche l’assenza nella fattura delle date di lettura dei contatori, cosa che avevamo riscontrato anche per le precedenti fatture.

Una pratica per nulla trasparente, commenta l‘Avv. Vincenzo Maltese segretario dell’associazione di tutela dei consumatori CODICI, in quanto non permette ai cittadini di verificare se quanto chiesto in fattura come pagamento per consumi idrici corrisponda ai mc effettivamente indicati nei contatori.

In qualche caso, su nostra segnalazione, gli uffici competenti hanno provveduto a stornare gran parte delle somme, ma in altri, piuttosto che procedere all’annullamento totale della fattura che riportava misurazioni completamente non conformi, hanno preferito inviare diffide di pagamento.

Codici chiede ai cittadini di allegare sempre la documentazione fotografica dei contatori.

Pertanto così stando le cose, conclude l’Avv. Vincenzo Maltese, siamo costretti ad avviare i contenziosi dinanzi ai Giudici civili per chiedere l’annullamento delle fatture non conformi, al contempo segnalando tali fatti alla locale Procura della Repubblica tramite un esposto, a firma del Segretario regionale del Codici Sicilia Avv. Manfredi Zammataro, dettagliato con allegate ritrazioni fotografiche, affinché si faccia definitivamente luce sul sistema di fatturazione.

Processo “Patti e Affari”: CODICI ammessa parte civile

Processo “Patti e Affari”: CODICI ammessa parte civile

Siamo soddisfatti che il Tribunale di Patti  abbia accolto la nostra richiesta di costituzione di parte civile nel processo che si svolgerà contro i presunti responsabili di un caso di corruzione nella Pubblica Amministrazione così grave” hanno dichiarato gli avv. Manfredi Zammataro (Presidente di CODICI – Centro per i diritti del cittadino – Sicilia) e Melita Cafarelli (responsabile di CODICI Messina).
Di questi giorni è infatti il processo che vede imputati ben 34 soggetti, coinvolti a vario titolo in reati quali corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, abuso d’ufficio, falsità ideologica in atto pubblico, turbata libertà degli incanti, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, associazione a delinquere e persino estorsione. L’operazione che prese il nome di “Patti e Affari” portò nell’agosto del 2015 all’arresto di vari imprenditori, amministratori e funzionari del Comune di Patti; tutti indagati, tra i quali – peraltro – anche il sindaco Giuseppe Mauro Aquino e diversi assessori e consiglieri comunali. Dietro la vicenda vi era un giro di assunzioni e di assegnazioni di servizi effettuati in maniera illegale e secondo meccanismi corruttivi.
I fenomeni corruttivi, anche se fortunatamente oggi – grazie alle nuove leggi e ai maggiori controlli – sono più facilmente identificabili, rappresentano tuttavia un problema di primo piano; siamo contenti di poter prendere parte al processo e partecipare attivamente alla lotta contro i sistemi clientelari che purtroppo, all’interno della nostra società, sono ancora parecchio diffusi.” Hanno ancora affermato gli avv. Zammataro e Cafarelli “Da tempo ormai la nostra Associazione cerca di prendere parte attivamente al contrasto della corruzione sia partecipando ai processi secondo il principio di tutela del cittadino, cardine dell’attività del CODICI, che attraverso azioni di sensibilizzazione nei confronti della collettività. Va infatti compreso che i sistemi corruttivi rappresentano non solo una grave violazione della Giustizia e della Legalità, ma anche un inestimabile danno per la società civile alla luce delle gravi conseguenze che – come nel caso specifico – per fare un esempio, potrebbe comportare l’assunzione di personale non qualificato o scegliere ditte e servizi a detrimento dei principi di libera concorrenza. È quindi importante il lavoro svolto dalle Forze dell’Ordine che ha permesso di gettare luce sulle presunte azioni degli imputati coinvolti nel procedimento penale in questione”.
Operazione Port Utility: il plauso di CODICI

Operazione Port Utility: il plauso di CODICI

Ci congratuliamo con il lavoro svolto dalla Procura di Siracusa e dal Nucleo di Polizia Tributaria che ha permesso di trarre in arresto l’ingegnere Miceli, con l’accusa di corruzione” ha dichiarato l’avv. Manfredi Zammataro, Presidente di CODICI – Centro per i diritti del cittadino – Sicilia “Gli illeciti commessi sono infatti di particolare gravità e danneggiano in modo diretto i cittadini, per cui presenteremo formale esposto e istanza di qualificazione di persona offesa”.
L’operazione che è stata battezzata come “Port Utility” e che ha coinvolto in collaborazione anche le forze di Polizia maltesi, ha visto, come elemento al centro delle indagini l’appalto per l’aggiudicazione dei servizi di ingegneria e per la redazione della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) per il piano regolatore. Ciò di cui è accusato Miceli, secondo quanto emerso dalle indagini, è di aver creato tre diverse società che in realtà avevano il fine principale di far pervenire a Malta il denaro ottenuto illecitamente; egli avrebbe corrotto – al fine di aggiudicarsi l’appalto bandito dall’Autorità Portuale di Augusta Servizi ingegneria per la redazione della Valutazione Ambientale Strategica a corredo del piano regolatore – uno dei commissari per la cifra di 330.000 euro; appalto che poi sarebbe stato aggiudicato ad un gruppo di imprese tra le quali ne figurava una appartenente in parte a Miceli. 
Quanto emerso dalle indagini della Procura denota fatti di indubbia gravità: favorire meccanismi corruttivi nelle gare d’appalto è solo uno dei tanti sintomi dell’illegalità che a mero scopo lucrativo di chi cerca di ‘abbreviare’ le vie e i meccanismi che la legge ha istituito per tutelare la libertà di impresa oltre criteri equi nell’ottenimento di incarichi da parte di società e di aziende” ha dichiarato ancora l’avv. Zammataro “Episodi come quello in questione rappresentano infatti, al di là delle valutazioni etiche sul fenomeno della corruzione, un notevole danno sia per l’economia italiana in termini generali, che per il consumatore alla luce del serio pericolo di incorrere in problematiche quali scarsi controlli, utilizzo di materiali di bassa qualità, ecc., come di norma accade in contesti di appalti ottenuti illecitamente. La nostra Associazione, a tutela del consumatore ma soprattutto dei diritti del cittadino, si mobiliterà presentando esposto per presentare successivamente richiesta di costituzione di parte civile al processo che si terrà contro i presunti responsabili della vicenda”.
Processo contro due medici del Papardo-Piemonte di Messina: CODICI ammessa parte civile

Processo contro due medici del Papardo-Piemonte di Messina: CODICI ammessa parte civile

Siamo contenti della decisione presa dal Tribunale di Messina di ammettere la nostra associazione come parte civile al processo che si terrà contro i presunti responsabili dell’ennesimo caso di malasanità; si tratta di un importante riconoscimento del ruolo e dell’operato che la nostra associazione da anni svolge in difesa delle vittime e del cittadino” hanno dichiarato gli avv. Manfredi Zammataro e Melita Cafarelli, rispettivamente Presidente di CODICI – Centro per i diritti del cittadino – Sicilia e referente per la delegazione CODICI Messina.
I fatti – piuttosto gravi se quanto emerso in sede processuale trovasse riscontro nella condanna da parte del giudice – riguardano lo scorso maggio, quando furono tratti in arresto due medici dell’ospedale Papardo-Piemonte di Messina: uno interno al reparto di Anestesia e Rianimazione, l’altro dirigente medico del reparto di Ostetricia e Ginecologia. I due sono accusati di avere indotto con l’inganno, paventando lungaggini e difficoltà nel normale iter da seguire per procedere all’interruzione di gravidanza presso la struttura ospedaliera, alcune donne a procedere all’aborto nello studio privato di uno dei medici implicati al prezzo di 1.500 euro. Studio ovviamente privo dei requisiti igienico-sanitari fondamentali e necessari a garantire la salute e la sicurezza del paziente, oltre al fatto che le attrezzature mediche sarebbero state sottratte dalla struttura ospedaliera in questione.
È per noi importante aver avuto la possibilità di prender parte al procedimento penale nei confronti dei due imputati: se le indagini della Procura e le accuse dovessero essere confermate, infatti, il quadro che emerge dalla vicenda mette in evidenza condotte spregiudicate ed estremamente dannose per le pazienti coinvolte, oltre che riprovevoli visto il ruolo svolto dai due imputati in quanto professionisti d’aiuto che dovrebbero porsi innanzi lo scopo di salvaguardare e tutelare il paziente, anziché utilizzarlo come fonte di lucro” hanno dichiarato ancora gli avv. Zammataro e Cafarelli. “Azioni del genere, e come quelle per le quali in molti si rivolgono ai nostri sportelli come vittime di malpractice medica, finiscono col ledere immancabilmente la fiducia del cittadino nei confronti del sistema sanitario”.
CODICI: “TUTELA DEL MADE IN ITALY FONDAMENTALE PER LA DIFESA DELLA SALUTE DEI CONSUMATORI “

CODICI: “TUTELA DEL MADE IN ITALY FONDAMENTALE PER LA DIFESA DELLA SALUTE DEI CONSUMATORI “

Le azioni criminali commesse da imprenditori agricoli senza scrupoli  se dovessero trovare conferma dalle indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Ragusa, rappresenterebbero l’ennesimo gesto criminale, compiuto ai danni dei consumatori.” Ha dichiarato l’avv. Manfredi Zammataro, segretario regionale per la Sicilia di CODICI – Centro per i diritti del cittadino “La commercializzazione di prodotti contraffatti è un rischio non solo per il consumatore, ma per l’economia in generale. Per questo annunciamo sin da ora che presenteremo esposto e istanza di qualificazione di persona offesa presso il Tribunale di Ragusa”.

Di oggi la notizia riguardante la denuncia, da parte della Guardia di Finanza di Ragusa (a seguito della segnalazione della sede di Catania del Ministero delle Politiche Agricole per anomalie sulla provenienza e tracciabilità dei prodotti ortofrutticoli), nei confronti di un commerciante per aver venduto come “made in Sicily” dei pomodorini in realtà provenienti dall’Albania, mescolati nel confezionamento con quelli prodotti nella zona di Vittoria. L’accusa è di frode in commercio di prodotti agroalimentari recanti false indicazioni di provenienza per l’acquisto di 200 quintali di pomodori di qualità “tondo liscio a grappolo” che sarebbe poi stato venduto insieme al pomodoro prodotto localmente falsificandone così la reale qualità.

Azioni come quella commessa, al solo fine di sollevare il livello dei guadagni commettendo una frode a tutti gli effetti, sono estremamente dannose sia per l’economia che per il consumatore in quanto la tracciabilità dei prodotti è finalizzata a prevenire i danni derivanti dalla commercializzazione di prodotti di dubbia provenienza” ha dichiarato ancora l’avv. Zammataro “La nostra associazione, che ha come scopo primario proprio quello di tutelare i diritti dei consumatori, da tempo lotta contro la falsificazione commerciale e contro le azioni criminali di chi, al solo scopo di lucro, contribuisce a squalificare i marchi e la qualità dei prodotti italiani e siciliani

GRAVI SEGNALAZIONI DI DISSERVIZI E CRITICITA’ OSPEDALE DI TRAPANI CODICI CHIEDE RIUNIONE URGENTE DELLA C.R.C.U. ALLA PRESENZA DEL PRESIDENTE CROCETTA

GRAVI SEGNALAZIONI DI DISSERVIZI E CRITICITA’ OSPEDALE DI TRAPANI CODICI CHIEDE RIUNIONE URGENTE DELLA C.R.C.U. ALLA PRESENZA DEL PRESIDENTE CROCETTA

L’Associazione CODICI – Centro per i Diritti del Cittadino, ha registrato in queste settimane ritardi e disservizi vari con varie denunce fatte dagli utenti soprattutto attraverso i social e gli organi di stampa, fatti che riguarderebbero il locale nosocomio trapanese S’Antonio Abate di Trapani.

In una nota congiunta gli Avv. Manfredi Zammataro, segretario regionale del CODICI e Avv. Vincenzo Maltese, referente del CODICI Trapani, chiedono l’intervento della deputazione trapanese e del Sindaco di Erice affinché si affrontano, discutano e risolvano nelle competenti sedi istituzionali, le problematiche evidenziate.

Dalle lunghe ed estenuanti attese per le prenotazioni, sia al pronto soccorso o per effettuare alcuni esami specialistici/diagnostici, cittadini che per gravi carenze di personale specializzato sono costretti a scegliere se attendere mesi o, in casi di estrema urgenza, subire gli spostamenti verso quelle strutture private o del nord che provocano altissimi costi, costretti così a girovagare per il territorio, spiegano gli avvocati Zammataro e Maltese.

Segnalati anche il sovraffollamento di alcuni reparti e la penuria di personale.

Qualche giorno fa, proseguono i due legali, ha suscitato indignazione la lettera di protesta di un padre diffusa sui social e su alcune testate giornalistiche a cui ,“in forza di un regolamento interno al reparto di pediatria”  è stato finanche impedito di accudire il proprio figlio lì ricoverato, per non dire della lettera di indignazione e protesta di un cittadino che recatosi all’obitorio di Trapani, non ha potuto fare altro che assistere senza alcuna riservatezza o discrezione il proprio parente deceduto, posizionato in uno stanzone di pochi metri quadrati, con ben otto defunti composti e distesi l’uno quasi attaccato all’altro, a pochi centimetri di distanza.

Una situazione che appare sempre più critica nonostante le promesse del governo regionale che non riesce ad offrire servizi pubblici con standard qualitativi all’altezza di altre strutture anche pubbliche ma del nord Italia.

Da qui l’iniziativa del CODICI il cui segretario regionale, Avv. Manfredi Zammataro, ha anticipato che chiederà una riunione urgente della Consulta Regionale dei Consumatori e Utenti alla presenza del Presidente Crocetta, per affrontare le problematiche evidenziate.

L’associazione chiede pertanto come la deputazione trapanese e il governo intendano risolvere tali criticità, quali soluzioni immediate e con che tempistica.